-CAPITOLO 1.

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1. Moving.

Skyline's Point Of View:

Tre anni.
Erano passati tre anni eppure i ricordi di quella mattinata erano ancora vivi nella mia mente, talmente vivi che era come se il tempo non fosse mai passato ed io ero ancora ferma a quel giorno, lì davanti a quel capannone, davanti a quelle scene.
Molto spesso mi capitava di accovacciarmi sulla poltrona leggere un libro, con una crocchia disordinata e degli occhiali da riposo giganti; il punto, era che mentre leggevo ad un tratto rimanevo impallata a fissare il vuoto. Perché? Beh perché ogni scena, di ogni libro, in qualche modo mi ricordava la mia vita, il mio passato e... Lui.
Lui che non vedevo da anni.
Lui che sarebbe dovuto essere il mio compagno di avventure ed il mio uomo fino alla fine dei miei giorni.
Lui.. Quell'ormai uomo del quale avevo il terrore di pronunciare il nome, quasi come se fosse maledetto.

«Domani si inizia!» Disse Meg felice come una Pasqua.

«Già!» Risposi cercando di sembrare il più convincente possibile.

«Sky mi vuoi spiegare una buona volta che ti succede? Sembra che più si avvicina domani e più stai male!» Alzò la voce esausta.

«Niente Meg, sono solo stanca e stressata dato che per via del trasferimento non ci siamo fermate un attimo.» Ribattei.

No, alla fine non era così, lei aveva ragione.
Il punto è che il giorno dopo sarebbe iniziata l'università e mi sarei dovuta ambientare con nuova gente, cosa che volevo evitare più di quanto si evita l'ebola!

«Hai ragione scusa, forse sono io che sono troppo euforica -rise- andiamo a riposare!» Disse e per fortuna la parte della Sky assonnata e stanca mi uscì alla perfezione.

Le sorrisi e ci dirigemmo ognuna nella propria camera.

Justin's Point Of View:

«Okay amico, questa era l'ultima giuro! Sono stanco di fare colloqui, lavorare per massimo un mese e poi essere sostituito dal primo coglioncello preso per strada! Le bollette ci sono, le spese pure ed io i soldi non li caccio dal culo!» Sbottò Chaz per la millesima volta.

Da quando ci eravamo trasferiti a Los Angeles lavoravamo sì, ma dopo massimo un mese venivamo sostituiti da qualcun altro.
Infondo aveva ragione, le spese c'erano e così risultava molto difficile.

«Amico, hanno un cazzo di diploma o qualche sottospecie di attestato oppure sono figli di papà!» Risposi annoiato mentre guardavo l'hockey in TV.

Non rispose per un po' di tempo, e siccome la cosa era alquanto strana, mi girai verso il mio amico inarcando un sopracciglio e vidi che mi stava fissando con un'espressione che non prometteva nulla di buono.
«Spara.» Dissi preparandomi al peggio e alzando gli occhi al cielo.

«Andiamo all'Università!» Disse facendosi spuntare un sorriso a tremila denti.

Lo guardai perplesso e poi scoppiai in una fragorosa risata.
«All'Università? -dissi dopo che mi calmai- Chaz, è un posto dove si STUDIA e sottolineo quella parola che non voglio ripetere più.. Questo lo sai, giusto?» Chiesi ironicamente.

«Sì che lo so Justin, appunto perché lo so, ti dico che è meglio per noi! Non avremo mai un posto di lavoro se non andiamo prima all'Università, se non abbiamo prima un titolo di formazione..» Continuò convinto.

«Okay, okay, puoi anche avere ragione tu Chaz, ma rimane comunque il fatto che sono arrivato fino alla terza media.. Le superiori non ho la più pallida idea di cosa possano essere.» Spiegai.

«Provare non costa nulla. Io chiamo, parlo con il dirigente e chiedo! Ci stai fratello?» Mi fece l'occhiolino.

«Tanto mi ci porti per le orecchie comunque..» Mormorai, ma lui sentì.

Bad Soul ▸ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora