Io e te

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Pov's Scharon
Io e Gianluca non avevamo mai avuto nessun genere di problema. Eravamo sempre andati d'accordo. In quel periodo però sentivo che mancava qualcosa.  Stavamo insieme ormai da due anni e mezzo e lui aveva visto i miei genitori solo una volta. Era una cosa di poco conto ma che comunque per me significava qualcosa. Mi aveva promesso che a Natale saremmo andati a Milano a trovare i miei genitori. Ma era già quasi dicembre  e ancora non ne avevamo parlato. Speravo che avesse deciso di parlarne, ma nulla.  L'unica cosa che mi aveva sempre un po' lasciato pensare era che nonostante stessimo insieme da tutto questo tempo lui ancora non aveva conosciuto la mia famiglia. Per me non era una cosa di vitale importanza, solo che tra un impegno e l'altro mi sarebbe piaciuto passare un po di tempo con loro.
Volevo chiedergli se per Natale saremmo potuti andare a Milano, ma temevo avessero già deciso di fare altro.
Fu Chiara una sera a prendere in mano la situazione e a domandarglielo.

Eravamo finalmente tornati nella nostra casa a Bologna.
Era la fine di novembre ed eravamo tutti e cinque seduti sul divano. Piero e Ignazio giocavano alla play, e io, Gianluca e Chiara stavamo commentando la partita a Fifa. Ad un certo punto Chiara si alzò e andò a sedersi tra Piero e Ignazio.
"Allora amore, dove mi porti quest'anno per Natale?" Gli chiese.
"Tesoro aspetta, ne parliamo quando finisce la partita"
"Eddai amore"
Mi guardò e mi fece l'occhiolino. Lo stava facendo apposta. Lo faceva per me. Le avevo parlato delle mie preoccupazioni e subito si era messa in moto per aiutarmi.
"Amore aspetta che... Dai vai.. Merda!".
Ignazio aveva fatto goal.
"Sei buono a giocare a Fifa come giochi a calcio nella realtà!! Proprio da schifo pieruzzo beddo!" Disse Ignazio.
Chiara non permise a Piero di ribattere. Incrociò le gambe con le sue in modo che lui fosse obbligato a guardarla. La partita fu sospesa.
"Dai amore, dove mi porti per Natale?"
"Non abbiamo ancora deciso. Forse a naro, o a Marsala. O magari andiamo dai genitori di Gianluca. Magari ti posso portare a Milano a trovare i tuoi, non so"
"Dai si meno misterioso"
"È una sorpresa, lo saprai soltanto quando saremo arrivati"
"Dai amore"
"Tu dove vorresti andare?"
Lei Abbasso leggermente la voce e sorrise.
"Ovunque sei tu. Per me va bene qualsiasi posto basta che tu sei con me"
"Ma quanto sei dolce picciridda.." Gli rispose lui.
Era diventata una conversazione solo tra di loro. Lui le diede un malizioso bacio sulle labbra. Poi anche lei fece lo stesso. Li adoravo. Erano dolcissimi, veramente.
"Ehi, ma che vi guardate voi Ahaha dai" disse lei.
Si coprì il viso con le mani e tra le dita vidi le sue guance diventare più rosate.
"Che timidona oh" gli risposi io.
Piero la strinse a se e si ritrovarono con il volto di lei contro il petto di lui.
Riprese la partita, e alla fine Piero riuscì a vincere. La partita dopo toccava a Gianluca. Piero cedette il suo joystic a Ignazio che cominciò la sua seconda partita.
Dopo un po Chiara si alzò, prese i bicchieri che erano sul tavolino del soggiorno e li portò in cucina. Piero la seguì  a ruota.
Li adoravo. Erano veramente troppo dolci insieme. Al contrario di me e Gianluca che eravamo più passionali. Era per questo motivo forse che stavo dubitando della nostra storia. Forse ero tornata ad essere il suo giochino personale e niente di più.

Pov's Chiara
Dio, quanto lo amavo.
Arrivai in cucina e appoggiai i bicchieri sul tavolo. Mi girai e vidi Piero. Saltai. Non lo avevo sentito. Mi prese un colpo.
"Oddio! Ma che cavolo fai?!" Gli dissi.
"Ahaha amore, ma che fifona"
"Non sono fifona. Perché mi hai seguito?"
"Ho voglia di te"
Mi appoggiò le mani sui fianchi.
"Amore ma mica possiamo qui in cucina. Poi con loro in casa"
Lui non mi rispose. Era troppo preso dai miei fianchi. Li stringeva e li tirava verso se.
"Amore, almeno andiamo di là"
"No, non voglio andare di là. Voglio stare qua con te, da solo con te"
Cominció  a baciarmi, ma non mi toccava, non mi spogliava, sembrava che volesse solo baciarmi. Le sue mani non si spostarono mai dai miei fianchi, continuava a stringermi le poche maniglie dell'amore che mi erano rimaste dopo mesi in palestra, e mi stringeva a sè.
"Ti amo" mi disse.
"Andiamo in camera amore"
"Non voglio fare l'amore"
"E che vuoi fare?"
"Non lo so. Baciarti, abbracciarti"
"Tu sei pazzo lo sai?"
Gli sorrisi e gli diedi un bacio.
"Si lo so"
Mi sorrise a sua volta. Mi abbracciò forte. Rimasi a lungo tra le sue braccia. Poi mi staccai e gli misi le braccia attorno al collo mentre lui continuava a stringermi i fianchi. Lo baciai, ripetutamente. Gli diedi un bacio a stampo, poi due, tre. Comincio anche lui. Divenne quasi una sfida tra noi due. Qualcuno nell'altra stanza gridò. Avevano segnato.
Io e Piero ci fermammo e ci guardammo. Adesso anch'io avevo voglia di lui. Sapeva come prendermi, come farmi sentire a mio agio. Quasi contemporaneamente cercammo uno la lingua dell'altra. Dopo un po mi staccai.
"Adesso anche io ho voglia di te"
"ehm.. Scusate ragazzi... Non vorrei interrompervi nel bel mezzo di un momento abbastanza piccante ma.." Ci interruppe Gianluca.
"Ei, non è un momento piccante! Stavamo parlando" gli rispose Piero "che vuoi?"
"Avevamo pensato di andare a mangiare fuori, se per voi non è un problema"
"Per me va bene. Solo che non so se lei.."
"Sisi va bene. Tranquillo" gli dissi.
"Okay allora vi lascio alle vostre facende private."
Se ne andò.
"Ehi ma sei pazzo?! Gli stavi dicendo che volevo scopare?"
Mi misi a ridere.
"Ma va, mi sarei inventato una scusa. Ma davvero lo vuoi fare? Io prima quando ho detto che avevo voglia di te non intendevo quella voglia"
"Sono sempre più convinta del fatto che tu sia pazzo, lo sai?"
"Hai ragione, sono pazzo di te.   Perché tu sei mia, punto"
Si mise a ridere e mi prese in braccio. Mi portò in camera da letto e mi fece sdraiare.
"Ma allora vedi che lo vuoi fare?" Gli dissi.
Lui per tutta risposta mi baciò. Mi mise una mano tra i capelli e l'altra la mise nella mia.
Si levò gli occhiali e mi sussurrò all'orecchio: "me le fai un po di coccole?"
Io gli presi l'altra mano e lo spinsi di lato. Gli salì cavalcioni sulla pancia e cominciai a mordicchiargli l'orecchio. Sapevo che questa cosa lo eccitava da morire.
"Non vale così, amore" mi disse.
Gli baciai il collo e scesi sempre di più, fino al collo della camicia.
Questa volta era serio. Voleva me e non il mio corpo. Volevo solo giocare un po con lui. Volevo vedere se cambiava idea.
"Tu giochi sporco bella mia. Ora vedi"
Tornammo nella posizione iniziale. Mi baciò il collo.
"Ti ricordi quel bel cameriere del ristorante di ieri sera?" Mi disse.
"Si" ansimai.
"Stasera non ci proverà più con te"
Mi bloccò le mani. Continuò a baciarmi il collo e cominciò a succhiare e mordicchiare. Sentivo pulsare ma non ribattevo, mi piaceva.
"Ahia, nono amore mi fai male"
Finalmente si staccò.
"Scusa amore mi sono fatto prendere dalla situazione"
Mi liberò le mani e mi aiutò ad alzarmi. Mi avvicinai allo specchio e mi guardai il collo.
Mi aveva lasciato un segno nero, forse troppo.
Lo guardai male, attraverso il riflesso dello specchio.
"Ora saprà che tu sei mia, e di nessun'altro"
Affondò il suo volto nel mio collo e ricomincio in un altro punto. Questa volta si fermò prima di farmi male. Mi eccitava il modo in cui lo faceva, il modo innocente con cui mi guardava per chiedere se andava bene in quel modo, il modo in cui mi prendeva la vita, i fianchi, il modo in cui mi guardava.
"Ora so controllarmi" mi disse soddisfatto.
"Ma io no"
Lo buttai sul letto e cominciai a spogliarmi, lentamente. Mi guardò e non fece niente. All'improvviso mi prese e mi butto giù, sdraiata sotto di lui.
"Allora ti piace giocare eh!" sorrise. Lo avevo convinto.

Guardavo il soffitto e pensavo
"A cosa pensi?"
"A quanto siamo dolci"
"È una cosa positiva o negativa?"
"È una cosa bellissima, amore. Scharon dice sempre che siamo stupendi insieme"
"Se tu vuoi che io sia diverso, posso cambiare"
"Non voglio che cambi, non ti allarmare, sei sempre sulla difensiva!"
"È perché voglio piacerti, non voglio stare con te solo per divertirmi. Non voglio essere come Scharon e Gianluca"
"Ma oggi io ti ho provocato proprio come avrebbe fatto lei"
"E io ti ho fatto un succhiotto come avrebbe fatto lui. Ma uno strappo alla regola una volta ogni tanto non fa mai male"
Lo guardai. Mi stava fissando. Gli misi una mano sul petto e cominciai a disegnare dei piccoli cerchi con le dita.
"Pensavo che non avrei mai trovato il ragazzo giusto. Ero convinta che anche se lo avrei incontrato non ci avrei fatto l'amore dopo 3 mesi. Ero una ragazza con dei principi ben definiti e chiari. Avevo tanti dubbi e paure. Se poi ci lasciamo? E se non mi dovesse più piacere?
Poi ti ho conosciuto.  Pensavo fossi come tutti gli altri, ma tu hai qualcosa di diverso" gli spiegai.
"Io ti rispetto, ti ammiro, ti conosco, non ti spingo a prendere decisioni affrettate, sto al tuo livello, non cerco di superarti e di essere migliore, ti sopporto come tu sopporti me, ti amo come spero tu ami me, e soprattutto non mi devi condividere con nessun'altra"
"Non credo sia per questo" gli dissi con un sorrisetto malizioso.
"Ti sei messa con me per i soldi!Ecco perché mi tratti così bene!"
Cominciammo a ridere entrambi come due scemi.
"Io amo i tuoi soldi non te" gli dissi.
"Ora vedi tu"
Si mise su di me e comincio a farmi i solletici. Sa che sono il mio punto debole. Smise solo quando non ebbi più aria per respirare.
"Sei pazzo"
Mi baciò.

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