Pov's Chiara
Dopo pranzo mi decisi a parlare con Piero. Salì e andai in camera. Lui era lì e probabilmente mi aspettava. Mi sedetti sul letto e lui prontamente mi chiese:
Piero: come stai?
Chiara: come vuoi che sto... Cerco di farmela passare.
Silenzio.
Piero: io ti giuro che non ti ho tradita, te lo giuro.
Chiara: neanche io.
Con tutte le cose che poteva dirmi questa proprio non me l'aspettavo.
Piero: sei sicura?
Chiara: certo.
Ancora silenzio. Ci guardavamo con la coda dell'occhio. Sembravamo due ragazzini impacciati.
Piero: sai... Mi manchi.
Chiara: se ti mancavo non mi avresti chiesto questa pausa.
Piero: lo so ma...
Bussarono alla porta. Era Gianluca.
Gianluca: Piero, devi scendere. Abbiamo l'intervista.
Piero: arrivo.
Gianluca chiuse la porta e ci lasciò di nuovo soli.
Chiara: allora io vado.
Ci alzammo. Non sapevo se dovevo salutarlo o uscire. Alla fine, un po' imbarazzati, ci salutammo con un bacio sulla guancia, e io mi dileguai.
Gli altri erano già pronti per l'intervista. Scharon mi prese da parte. Voleva sapere bene cosa era successo. Le spiegai il motivo della mia tristezza, i miei sospetti di non interessare più a Piero.
Cercò di consolarmi:
Scharon: ieri gli ho parlato e mi sembrava abbattuto. Quando ne parlava quasi piangeva. Non credo che farà durare ancora a lungo questa pausa.
Chiara: a me non importa quanto duri, voglio solo che lui capisca in fretta cosa prova e che prenda una decisione sicura. Non voglio più stare male perché credo che mi tradisca o perché non so cosa fa quando non ci sono. Non c'è più fiducia, è questo il vero problema.
Scharon: il vero problema credo sia un altro, ma sta a lui dirtelo, se lo ritiene opportuno.
Chiara: mi stai facendo preoccupare. Di che problema stai parlando?
Scharon: niente di grave tranquilla. Tu cerca solo di non pensarci troppo.
La nostra conversazione finì così. Mi lasció una strana sensazione sullo stomaco che non mi abbandonò fino al giorno seguente.Dopo cena mi andai a preparare insieme a Scharon. Trucco, capelli, vestito. Eravamo perfette. Gianluca ci aspettava alla macchina. Durante tutto il viaggio rimasi silenziosa e quando arrivammo in teatro capì tutto. Ero fuori di me dalla gioia. La mia migliore amica, quella di una vita, davanti a me dopo un anno e mezzo che non la vedevo ne sentivo. Fu un enorme emozione vederla ballare. È un angelo. Quando balla sembra quasi che vola. È fantastica.
Ma nonostante la gioia nel rivederla, quella strana sensazione non se ne voleva andare.
Appena lo spettacolo finì Alessia mi venne a salutare. Le saltai al collo. Rimarremo abbracciate per un bel po'. Poi le presentai Gianluca.
Scharon: Chiara noi andiamo, ci vediamo domani.
Chiara: sì, va bene.
Scharon e Alessia si salutarono. Erano sempre state in conflitto tra di loro. Non ne avevo mai capito la ragione. Mi era infatti sembrato strano che Scharon mi avesse fatto questa sorpresa, ma ne fui felice.
Alessia mi accompagnò nei camerini e si preparò. Ci dirigemmo verso un pub e cominciammo a parlare del più e del meno, tra un drink e l'altro. Mi raccontò dei suoi viaggi, della sua carriera e del suo fidanzamento con un ballerino della compagnia. Parlammo per tutta la sera, poi, quando all'1 eravamo a corto di argomenti, se così si può dire dopo tutto questo tempo che non ci vedevamo, decidemmo di fare una cosa che amavamo fare insieme: andare a ballare. Mi ricordo che continuavamo a bere. Erano le tre e io ero ormai mezza ubriaca. Continuavo a ridere come una pazza. Quando uscimmo dalla discoteca lei insistette per accompagnarmi all'hotel.
Ero stanchissima, avevo bevuto troppo.
Quando arrivammo ci abbracciamo a lungo, con la promessa di vederci il prima possibile.
Entrai nell'hotel e salì le scale.
Avevo detto a Ignazio che sarei andata a dormire nella sua camera.
Ma qualche attimo dopo mi ritrovai davanti alla porta della stanza di Piero.Pov's Piero
Non riuscivo a dormire. Continuavo a pensare a quell'abbraccio che si erano scambiati Chiara e Ignazio. Ero sicuro che mi nascondevano qualcosa. Ma non sapevo cosa. Quando lei era venuta a parlarmi prima dell'intervista volevo dirle che mi ero pentito di averle chiesto quella pausa; ma quando me la ritrovai davanti non fu facile. Ero stato un codardo. E anche stupido. Le avevo chiesto una pausa e dopo 10 minuti tutti i miei dubbi su di noi erano svaniti. La sera stessa della nostra discussione avevo capito che volevo stare ancora con lei. Quando l'avevo vista con Ignazio mi era salita la gelosia.
Tutto ciò non aveva un senso. Era successo tutto per un fraintendimento i sentimenti.
Avevo davvero creduto di amare un altra! E ora per di più non avevo il coraggio di raccontarle tutto e dirle che la amavo ancora.Ero ancora immerso nei miei pensieri quando guardai l'orologio. Erano già le tre e ancora non era tornata. Aspettai. Ero sdraiato sul letto, lo sguardo fisso sul soffitto. La sua immagine stampata in testa. Erano le 3:15. Poi le 3:30. Magari era con Ignazio. Mi vestì, scesi e chiesi di lei. Ancora non era tornata. Chiesi di chiamarmi quando tornava. Tornai in camera e cercai di riposarmi, dato che il pomeriggio successivo avevamo il volo.
Stavo per addormentarmi, quando suonò il telefono della camera. Mi dissero che era tornata e che stava salendo.
Mi alzai e apri la porta.
La camera di Ignazio era nel corridoio perpendicolare al mio, quindi per arrivarci Chiara doveva per forza passare davanti alla mia stanza.
Non so perché ero così preoccupato, forse perché non mi fidavo di quello che mi aveva detto quella mattina Ignazio.
Ma di certo guardando fuori dalla porta non avrei trovato delle risposte ai miei dubbi.
Feci per tornare in camera quando vidi qualcuno arrivare dalle scale.
Era lei. Rideva e un po barcollava. Non era ubriaca ma si vedeva che aveva bevuto.
Chiara: Ei
Piero: allora? Come è andata?
Chiara: alla grande ahah mi sono divertita.
Piero: entra pure, se vuoi parliamo un po.
Chiara: va bene.
Si buttò sul letto e si tolse le scarpe.
Chiara: sti tacchi ti distruggono i piedi. beati vuoi uomini.
Piero: già.
Sembrava che si era scordata quello che era successo tra di noi.
Si comportava come se niente fosse.
Chiara: cosa volevi dirmi?
Piero: volevo parlarti di quello che è successo in questi giorni.
Chiara: oh, okay. Dimmi.
Sbadigliò.
Piero: sei stanca?
Chiara: si, abbastanza.
Piero: se vuoi puoi restare qui questa notte. Non penso che Ignazio si offenderebbe.
Chiara: sicuramente starà dormendo.
Piero: motivo in più per restare qui.
Chiara: allora resto. Se poi devi parlarmi...
Piero: giusto, ti prendo il pigiama allora.
Pigiama era un parolone. Il suo pigiama consisteva in una felpa che mi aveva rubato quando avevamo cominciato a frequentarci, e un paio di pantaloncini corti; diceva che i pantaloni del pigiama le facevano irritazione.
Ma non posso dire che il suo dormire con le gambe scoperte mi dispiacesse.
Quando gli porsi le sue cose subito cominció a cambiarsi.
Non era la prima volta che la vedevo in intimo, ma quella volta fu strano, come se non fosse la mia ragazza.
Eppure era bellissima. Ogni sua curva era perfetta. Ogni centimetro del suo corpo era perfetto.
Distolsi lo sguardo e cercai le parole giuste.
Se ne andò in bagno.
Chiara: parla, ti ascolto.
Piero: ecco.. Ho riflettuto molto su quello che è successo.
Tornó dal bagno quasi subito.
Chiara: e..?
Sbadigliò ancora e si sdraiò sotto le coperte.
Forse era il momento sbagliato per parlarle di questo. Magari il giorno dopo si sarebbe dimenticata tutto.
Piero: ho capito di aver basato tutto su delle ipotesi.
Andai velocemente al bagno aspettando una sua risposta.
Lei mi fece verso di continuare.
Piero: avevo dei dubbi, ma era tutto basato su delle ipotesi, non avevo niente di concreto che mi dimostrasse che quello che pensavo di provare era reale.
Sono arrivato al punto di credere di amare un'altra. Ahah che follia.
Tornai in camera.
Probabilmente non aveva sentito gran che di quello che avevo detto.
Stava dormendo.
Piero: amare un'altra.. Come ho fatto a pensare certe cose...
Era bellissima. La coperta le copriva a stento le braccia.
Gliela tirai su.
Aveva la bocca leggermente aperta e il trucco che stava cominciando a sbavare, ma anche così riusciva ad essere perfetta.
Mi cambiai in fretta e mi misi anch'io nel letto di fianco a lei.
La fissai a lungo, riassaporando quel misto di emozioni che non riuscivo a provare ormai da un po.
Quando ormai gli occhi mi si stavano chiudendo, erano ormai le 4, spensi la luce.
Le diedi un bacio sulla guancia e le sussurrai all'orecchio.
Piero: buonanotte principessa.
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Eri solo un desiderio
FanficUna serata,una scommessa finita male,il destino che ci corre incontro...forse era scritta nelle stelle anche la nostra fine