35

2.1K 157 5
                                    

Era un giorno di primavera,avevo sette anni.
Mentre correvo per andare a scuola,presi una storta e caddi.
Mi sbucciai un ginocchio.
Cominciai a piangere,sedendomi sul marciapiede.
Nessuno si preoccupava per me,e di certo nessun passante si fermò per aiutarmi.
-ti sei fatta male?-
Alzai lo sguardo.
Una bambina più grande di me,mi guardava preoccupata,dietro di lei due bambini molto piccoli si tenevano per mano.
Erano dei gemellini.
-si- dissi in lacrime.
Allora la bambina mi aiutò ad alzarmi.
-non piangere su- disse asciugandomi le lacrime.
Prese un cerotto dalla sua borsetta con sopra disegnati degli orsacchiotti.
Mise il cerotto sulla mia sbucciatura,mi sorrise.
Sembrava una mamma.
-ecco qui,stai meglio?- disse lei.
Io piagnucolai.
-si grazie- risposi.
-come ti chiami?- mi chiese.
-Alice e tu?- domandai.
-Eleonora- rispose.

**
-Eleonora- dissi correndo ad abbracciarti.
Lei mi strinse forte.
-avanti entra in casa,Tom e Derek ti stanno aspettando- disse scortandomi in casa sua.
Eleonora si prendeva cura di me ormai da mesi.
Non volevo stare a casa mia.
Con Eleonora tutto sembrava più facile e bello.
Raggiunsi i suoi fratellini e iniziammo a giocare.
Eleonora aveva undici anni,i suoi fratellini avevamo cinque anni.
I suoi genitori erano morti in un incidente ed era stata affidata alla zia.
Ma la zia non era mai in casa..quindi Eleonora si occupava di tutto.
-a tavola!- ci richiamò Eleonora.

***
-Alice e se mai un giorno non ci fossi più?- mi chiese Eleonora mentre intanto pettinavamo le bambole.
La guardai stranita.
-cosa faresti?- chiese ancora.
-piangerei- dissi sincera.
Lei sorrise.
-non devi piangere- continuò accarezzandomi la testa.
-la zia non rientra mai a casa,la gente dice che è una poco di buono..una prostituta- i suoi occhi si rabbuiarono leggermente.
-sono sicura che ci porteranno via di qui- continuò e si mise a piangere.
-non piangere,lo avevi detto appena tu a me- dissi abbracciandola.
Lei si asciugò gli occhi.
-scusami,hai ragione- mi sorrise tristemente.
Quel giorno mi accompagnò a casa mia e mi abbracciò più forte del solito.

Quando andai a trovarla il giorno successivo non li trovai.
Se ne erano andati.
Se ne era andata.
Più i giorni passavano più i ricordi sbiadivano,dimenticai persino il suo nome.
Quella bambina,la prima che si preoccupò per me.

Carezze sulle Ferite IIWhere stories live. Discover now