Capitolo 6

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Cristiano's POV

Sono un coglione.
Mi sono arrabbiato con James, che non ha fatto assolutamente niente.
Il problema è che non sono abituato ad avere gente che mi chiede come sto e che se ne preoccupa. Quindi non sono abituato a parlare dei miei sentimenti. E l'insistenza di James mi ha mandato in tilt.
E poi sinceramente non so neanche io come mi sento.
Che casino.
Come faccio a farmi perdonare?
Penserà che sono un pazzo sclerato e non vorrà più avere a che fare con me.
Il fatto è che sento di avergli dato troppo di me stesso per tornare ad essere dei perfetti sconosciuti.
Siamo diventati amici e gli ho detto tante cose della mia vita e abbiamo anche passato bei momenti insieme.
Mi sento stupido, prima lo tratto male e poi voglio subito che mi perdoni.

Mi risveglia dai miei pensieri il rumore della notifica di un messaggio.
Mi allungo velocemente per prendere il cellulare, sperando sia James, ma allo stesso tempo preoccupato di cosa potrebbe aver scritto.
Ma, quando accendo il cellulare, con dispiacere noto che il messaggio non è da parte del mio compagno colombiano. Bensì di Irina.
I: "Ciao tesoro, come va?♥"
Spengo il cellulare senza rispondere.
Mi sdraio sul letto a meditare sulla mia stupidità e pian piano mi addormento.

~

James' POV

-Vieni a cenare?- Daniela si affaccia alla porta della camera.
-Arrivo- mugugno con fare svogliato.
Daniela si avvicina e si siede anche lei sul letto.
-Mi dici cos'hai? -mi parla dolcemente.
-Cristiano è un coglione- lei mi osserva alzando un sopracciglio, per avere chiarimenti.
-Mh, niente... sono solo arrabbiato perché come al solito mi affeziono a persone che non ci tengono veramente a me- mi metto la testa fra le mani.
-Non mi sembrava che fosse uno del genere, sembrava un amico sincero- ribatte lei.
-Probabilmente lo conscevamo troppo poco
-Forse è stato solo un momento, a tutti capita di sbagliare comportamento... perché non provi a chiamarlo?
-Neanche per sogno- rispondo deciso- se vuole sentirmi, si faccia sentire lui.
-Okay... dai, vieni a mangiare.

~
[Il giorno dopo]
Arrivo a Valdebebas in orario e saluto subito Isco e Jesè.
Durante gli allenamenti sto alla larga da Cristiano. Ci sono rimasto molto male ieri, nonostante non sia stato un enorme litigio.
Ogni tanto lo guardo, sembra assente e immerso nei suoi pensieri.
Si allena molto come al solito ma sembra meno concentrato delle altre volte. Più di una volta non sente le direttive del mister, che gliele deve ripetere più volte.
Mi accorgo che lo sto osservando fin troppo, quando dovrei ignorarlo. Non è la prima volta, spesso mi ritrovo a osservare i suoi movimenti e mi perdo ad ammirare la sua bravura. Ma questa volta è diverso e devo smetterla di pensare a lui.

Finiti gli allenamenti tutti corrono allo spogliatoio ma io rimango ancora un po' in campo a palleggiare.
Aspetto che escano tutti, per avere un po' più di tranquillità.
Quando sembrano usciti tutti vado finalmente anch'io nello spogliatoio.
Ma mi sbagliavo, non sono usciti tutti. Entrando, vedo Cristiano che finisce di preparare la sua borsa.
Passo facendo finta di niente.
-James- mi fermo e per un attimo penso di far finta di niente e continuare a camminare, ma sento poi la sua mano sul mio braccio.
Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi.
-So che è infantile venire a chiederti scusa sperando che tu mi perdoni per il mio atteggiamento di merda di ieri, ma non trovo opzioni migliori...- abbassa lo sguardo.
Lo guardo e non so cosa dire. Fino a poco fa cominciavo a pensare che avrei dovuto cominciare ad essere più "freddo" con lui, convinto di essermi affezionato troppo presto ad una persona a cui non dovevo affezionarmi.
Ora invece ho un'improvvisa voglia di abbracciarlo.
Ma per non sembrare pazzo non lo faccio.
-Voglio solamente capire perché ti sei comportato in quel modo ieri- le parole mi escono fuori senza che le pensi prima, mentre incrocio le braccia.
-Io... non lo so- mi guarda con aria quasi sconsolata -sono una persona complicata.
-L'ho notato- rispondo con aria un po' troppo scocciata.
-Vuoi venire a casa mia?
La richiesta mi spiazza.
-Ti prometto che non ti tratterò male- continua.
-Mh, okay- rispondo dopo un attimo di esitazione- allora avviso Daniela.

~

La casa di Cristiano è enorme.
Anche la mia è molto grossa, ma la sua ha una piscina enorme e un giardino molto più grande del mio.
-Wow, hai una casa stupenda- dico con ammirazione dopo che mi ha fatto fare il giro della casa. È molto orgoglioso della sua casa e gli piace molto.
-Considerando che da bambino vivevo in una casa a pezzi, è un bel cambiamento, non trovi?
-Decisamente...- sapevo già del suo passato poco felice -dev'essere stato difficile -riprendo guardandolo negli occhi.
-Cosa?- mi chiede con aria confusa.
-Tutto quello che hai passato...
-Sì, molto- mi risponde quasi a bassa voce, non sembra abbia voglia di continuare un discorso del genere.
Ho di nuovo quell'ormai famigliare impulso di abbracciarlo, ma poi mi ricordo per cosa principalmente sono venuto: spiegazioni.
Quando voglio sapere qualcosa non mi ferma nessuno, finché non ho ottenuto quello che voglio sapere. E ora voglio sapere cosa sta succedendo a Cristiano. Non ci credo che quel comportamento l'abbia avuto totalmente a caso. Ci deve essere un motivo. Sarò testardo, ma voglio sapere.
Non so come porgli la domanda, perciò aspetto di vedere cosa ha intenzione di fare.
-Uhm, vuoi mangiare qualcosa?- mi chiede per rompere il silenzio imbarazzante che si è fermato.
-Va bene- gli rispondo.
-Ehm... la mia cuoca è in vacanza, per cui dobbiamo prepararci qualcosa da soli- si gratta la nuca- sarà divertente- aggiunge sorridendomi.

Ci cimentiamo nelle nostre doti culinarie, ma la situazione degenera molto presto e finiamo per sporcarci a vicenda di cibo.
Come si fa a rimanere arrabbiati se la persona con cui dovresti essere arrabbiato è uno come lui?
Nonostante tutto, credo di non aver mai riso tanto come sto facendo ora.
Mi rendo conto che non riuscirò mai ad "allontanarmi" da lui, non so perché ma so che è così.

Mentre cerco di tornare serio per un attimo e cerco di cucinare qualcosa con serietà mi arriva del pomodoro in faccia.
-Oddio scusa! Ti giuro, non l'ho fatto apposta, ho aperto il contenitore e ne è schizzato fuori un po'- dice trattenendosi dalle risate Cristiano.
Mi giro verso di lui e scoppia a ridere.
-Cosa c'è? - rido anch'io.
-Il pomodoro... - la sua risata interrompe la frase- ...in faccia- mi indica la faccia e ride di nuovo.
Mi tasto la faccia e scopro di avere del pomodoro sulla fronte.
Mi pulisco con un tovagliolo mentre Cristiano continua a ridere.
-La pianti!?- gli chiedo, divertito anch'io.
-Se magari ti fossi pulito del tutto...- trattiene le risate.
-Cosa?- lo guardo confuso.
-Guarda- torna quasi serio e avvicina la mano alla mia faccia.
Mette il dito vicino all'angolo della mia bocca, probabilmente per pulire del pomodoro di cui non mi ero accorto. Nel tirarlo via col dito mi sfiora le labbra con le altre dita e, non so perché, al contatto rabbrividisco impercettibilmente. È un movimento che dura probabilmente due secondi, ma sembra che ci stia mettendo molto di più. Non riesco a capirne il motivo ma mi sento leggermente a disagio, o almeno credo.
Una volta allontanato il dito, invece di pulirsi sul tovagliolo, se lo pulisce mettendoselo in bocca, con una lentezza piuttosto esagerata.
-Cosa stai facendo? -chiedo infine, alzando un sopracciglio.
-È buono- indica il resto del pomodoro nel contenitore.
-Continuiamo a cucinare?- voglio rimuovermi dalla testa la situazione imbarazzante di pochi secondi fa.
-Si si- mi risponde e ricominciamo a cucinare, questa volta più seriamente, non ce più l'aria scherzosa di qualche minuto fa.

#spazioautrice
Sshalve :3
Non so cosa dire lel
L'atmosfera si fa secs eheh
Il prossimo capitolo non dovrebbe metterci tanto ad arrivare.
La foto del capitolo mi piace tanto tanto, perciò l'ho messa, anche se non c'entra moltissimo, vbb.
Bye c:
||Diax

Madness ||CrismesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora