Richiuse immediatamente l'armadio.
-Si.
Acconsentì nervosa.
Silas restò di stucco non appena la vide.
-Non male. La Mater ha un ottimo gusto in fatto di vestiti.
-Se lo desideri così tanto te lo presto.
Ribatté pronta la ragazza.
-Non è il vestito che desidero in questo momento.
Si avvicinò a lei ridacchiando ma lei si voltò verso la finestra, con la speranza che l'interruzione del contatto visivo avrebbe fatto diminuire le pulsazioni del suo cuore.
Purtoppo peggioró solo la situazione.
Il corpo del capitano era così vicino al suo che poteva percepirne il calore sulla schiena.
Il suo cuore perse un battito e si sentì avvampare.
-Desideravate dirmi qualcosa?
Pronunció questa domanda con un filo di voce.
Passavano dal "tu" al "voi" come niente fosse.
-Siete nella mia stanza, mi lady.
Giusto, aveva ragione.
-Si, ma dato che io non ne ho più una mia, dove dovrei andare?
Decise di farsi forza e prendere in mano le redini della situazione, non sarebbe caduta ai suoi piedi, non sarebbe mai caduta ai piedi di nessuno.
Si rigirò di scatto verso di lui.
-Non importa, tanto siamo arrivati.
Lo sguardo del capitano non era più riservato a lei, ma al paesaggio fuori dalla finestra.
La ragazza si girò. Un pezzo di terra compariva all'orizzonte.
-Arrivati dove?
Che isola era?
Cosa sarebbe successo adesso?
-Kasperysa.
Pronunció questo nome in modo serio e solenne per poi dirigersi velocemente fuori dalla stanza.
La ragazza lo seguì fuori di se.
Ancora una volta non capiva verso dove la sua vita si stesse dirigendo.E pensare che fino a qualche tempo prima avrebbe pagato oro per un po' di sorpresa.
Era tutto così prevedibile, le persone, gli avvenimenti.
Scuola, note, feste,ragazzi, litigi, amici.
Tutto così finto e uguale, noioso e inutile.
Inutile.
Era questo che pensava di ogni cosa che le accadeva.
Il mondo era roccia pura ripiena d'acqua, le persone, carta destinata a volar via da un momento all'altro.
Inutili, finte e predefinite.
Era questo che pensava anche di se stessa e lo odiava.
Sapeva di poter essere di più ma sapeva anche che in quella vita sarebbe stata per sempre un bocciolo chiuso, legato.
I petali cuciti tra di loro da un filo velenoso e stretto, trasparente ma indissolubile.
Aveva provato così tanto a romperlo, ad aprirsi, ma aveva solo fatto si che i suoi petali di sgualcissero, che gli insetti entrassero, corrodendola da dentro.
Un bocciolo così bello all'apparenza, ma così consumato e straziato all'interno.
In quel posto era diverso.
L'essere prigioniera, in un posto perduto, il non sapere cosa aspettarsi, quella gente così assurda ma sensata, fece sì che si dimenticasse dei suoi petali cuciti.
Non esisteva più noia, l'inutilità, il non capire il senso di quell'infinito susseguirsi di avvenimenti uguali.
Tutto era nuovo.
Tutto era vivo.
Tutto era falso ma così vero.Quando arrivarono sul ponte, gli uomini erano indaffarati come sempre.
Il capitano iniziò ad urlare ordini come al solito mentre la ragazza osservava l'isola avvicinarsi sempre di più.
Era bellissima.
Era così armoniosa, perfetta, come un quadro classico.
Ogni albero sulla costa era incredibilmente equilibrato, slanciato, rigoglioso, innaturale.
Perfino il cielo sopra l'isola era troppo azzurro, le nuvole troppo bianche e graziose, le rocce troppo simmetriche.
Attraccarono a qualche metro dall'isola e iniziarono a preparare le scialuppe per dirigercisi sopra.
Le caricarono con casse di cibo, rum e chissà cos'altro.
Catrinne osservava stregata il paesaggio.
-Mi permettete?
Silas le porse la mano per aiutarla a salire sulla scialuppa ma lei lo ignorò.
-Sembra un quadro di Botticelli. Come è possibile?
Domandò la ragazza man mano che si avvicinavano alla terra su quella esile barchetta.
Era incredula a quella vista, totalmente sconvolta.
Che diavolo di posto era mai quello?
Neanche i giardini zen si avvicinavano lontanamente a quella perfezione.
Il capitano sorrise.
-Non farti ingannare dalla bellezza di questo posto. Non tutto ciò che è bello è gentile.
Questo Catrinne lo sapeva bene, dal giorno in cui il bellissimo ragazzo dagli occhi gialli le aveva sbattuto la testa contro il finestrino dell'auto in corsa. Automobili. Sembrava appartenessero a un'altra vita.
-Perché siamo qui?
-Madelinne è qui, ha qualcosa da dirci.
-È qui sull'isola?
-Probabilmente si.
-Come fai a saperlo?
-Si è mostrata a te.
-Ma eravamo a Kerenee.
Il ragazzo scoppió a ridere.
-Intendevo sulla nave.
Era impazzito?
-Non l'ho mai vista sulla nave.
-Lascia stare ragazzina, non puoi capire.
Perché la trattava come una deficiente? Era lui quello che sembrava uscito da "Orgoglio e pregiudizio".
-Se era lì sulla nave, come dici tu, non potevamo parlarci li?
-Sulla nave lei vedeva, lei vede tutto ma può mostrarsi nella sua forma solo sulla terra ferma. Ci ha trovati e ora ci ha convocati a incontrarla.
Ok questo era il delirio.
Catrinne decise di non aggiungere altro, sempre più sconvolta da quello che sentiva.
La scialuppa si fermò nel toccare la terra della riva. Era di un marrone scuro subito ricoperata da fili di erba chiara e perfetta, perfettamente alla stessa altezza, come tagliati da un tagliaerba.
Il prato era tinteggiato di piccoli fiori di ogni tipo, armoniosi e variopinti.
Nell'aria leggera e trasparente, un meraviglioso profumo di aranci e nettare di gelsomino.
La foresta perfetta iniziava a qualche metro dal mare.
-È meraviglioso.
La giovane ragazza ne fu incantata.
-Si.
-È innaturale.
-La natura sa essere perfetta a volte. I greci lo sapevano.
Pensò al rigore e alla continua ricerca della perfezione classica e rinascimentale.
Amava l'arte e davanti a se aveva un quadro vivente.
Era così assurdo.
La maggior parte della ciurma era ormai sulla spiaggia.
-In che parte del mondo siamo ora?
Domandò sempre più sbalordita. Nessuno le aveva mai parlato di quel posto.
Non era famoso nè conosciuto, eppure era così bello. Non poteva fare a meno di chiedersi il perché.
-Una delle isole sorelle più esterne.
Spiegò Jeremy mentre il capitano si era allontanato per parlare con Mastro.
-Ma dove? In che mare?
-Non penso che queste acque abbiano un nome.
Jeremy scoppió a ridere, gli doveva sembrare così ingenua quella povera ragazzina spaventata e affascinata.
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Neverland
RomanceIl destino esiste ma non è per tutti. C'è chi nasce libero, libero di compiere le proprie scelte, di vivere la propria vita. C'è poi chi nasce con il futuro inciso nelle vene, il destino che scorre nel sangue. Queste persone non hanno scelta, incate...