16.

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Gli uomini si sedettero in cerchio sulle casse a bere rum.
La ragazza si posizionò in silenzio accanto a Jeremy.
-Qual'è il piano?
Chiedevano tra un sorso e l'altro.
Il capitano alzò l'indice e fece per pronunciarsi ma poi si fermò trattenendo il respiro per ammettere infine :
-Non abbiamo un piano.
I marinai iniziarono a vociferare sconvolti.
-Come? Nessun piano?
-Signori, signori, calmatevi.
Silas riportó l'ordine.
-Non possiamo restare qui, l'isola ci ucciderà.
Intervenne uno degli uomini.
-Si!
Gli diedero ragione gli altri.
-Ed è per questo che ci faremo accettare dalle Afroditi.
Le Afroditi? Cosa diavolo erano?
-Finché Madelinne non si presenterà a noi.
Aggiunse infine lanciando un'occhiata infuocata a Mastro.
-Afroditi? Non ci accetteranno mai qui!
Gli uomini vociferavano nervosi.
-Calma, ehi. Abbiamo una cosa noi.
Intervenne Mastro girandosi verso di Catrinne e così lo imitarono tutti.
Oddio.
Cosa volevano farle?
Ormai si aspettava di tutto.
-Sciocchezze! Non saranno mai interessate a quella bambolina pelle e ossa.
Intervenne un uomo ma il primo ufficiale lo interruppe
-Pensateci ragazzi, ha i capelli porpora e la pelle più bianca della spuma del mare, come loro!
-Ma loro ammirano la bellezza e puniscono l'imperfezione, lo sai.
Intervenne il capitano.
Stava forse dicendo che era brutta?
-Ora non sono abbastanza bella neanche per essere sacrificata?
Era parecchio infastidita, la sua bellezza non era mai stata messa in discussione.
-Non fare la sciocca, non dobbiamo sacrificarti.
Ridacchiò il capitano seguito dagli altri.
-Vedi, tesoro, tu sei bellissima, per noi.
I marinai acconsentirono tutti ridacchiando.
-Ma temo che loro potrebbero non essere dello stesso parere.
Era confusa, cosa intendeva?
Non aveva alcun senso.
Il capitano si accorse che non stava capendo, così si affrettò a fare chiarezza sull'argomento.
-La bellezza, mia cara, è un concetto relativo. Non è uguale per tutti.
Lo sapeva ma in tutta la sua vita non vi era stata una persona che non fosse stata incantata dal suo aspetto.
Questa regola, dunque, non valeva per tutti. C'erano delle persone bellissime, la cui bellezza non poteva essere messa in discussione, non importavano i gusti.
-E come fate ad essere così sicuro che io non potrei piacergli?
Il capitano sorrise e poi allargò le braccia indicando in territorio circostante.
-Guarda, mia cara, siamo su un'isola perfetta.
Hai detto che ti ricorda una bellezza classica, degli antichi greci e romani dunque.
E quindi? Dove voleva arrivare?
-Ebbene, qui i canoni di bellezza sono così, classici. Se non sei "bello" rovini l'equilibrio dell'isola, e questa, ti caccerà.
Ora capiva, ma chi erano gli abitanti di quel luogo? Come faceva un canone di bellezza, essere così diverso dal resto del mondo su quell'isola? Quelle persone non dovevano aver mai visto Megan Fox.
-Basta non farci vedere dagli abitanti, no?
La ragazza non capiva che ruolo poteva avere lei nell'alleanza con gli isolani.
-Non è così semplice bambina, è l'isola che ci caccerà.
-L'isola ha un'anima ragazza, ed è scura come la pece.
Intervenne l'uomo col pappagallo.
-La terra inizierà a puzzare, i fili d'erba diverranno affilati come lame, l'acqua cadrà dal cielo come lava bollente.
Ma stava impazzendo?
-Non credo più a i film horror da tempo, marinaio.
La ragazza parlava con riluttanza.
-Beh è ora che iniziate a crederci allora.
Intervenne Jeremy.
Era pazzo anche lui.
-Spero che non vi troviate mai nella situazione di verificare queste cose con i vostri occhi, Miss.
Concluse Mastro.
Aveva la pelle d'oca. Cosa stavano dicendo? Non ci capiva più niente, le sembrava di essere in un film.
-Speriamo di non trovarvici tutti.
Rettificó un marinaio.
-E io che ruolo avrei in tutto questo?
La ragazza era confusa, come sempre.
-Se offrissimo qualcosa di bello e puro alle Afroditi, loro potrebbero ospitarci, anche se per poco tempo... Voi siete vergine, giusto?
Come si permetteva Mastro di chiederle una cosa del genere?
Non erano affari suoi!
Che imbarazzo, si sentì mancare.
-Ma certo che lo è!
Intervenne sicuro il capitano.
-E voi come fate ad esserne così sicuro?
Gli ringhiò contro la ragazza.
-Guardatevi, una sciocca verginella impaurita.
La ciurma scoppió a ridere.
Si prendeva gioco di lei.
Come si permetteva?
La rabbia prese possesso della ragazza, scattó in piedi e si mise davanti al capitano, così vicino da sfiorarlo col vestito.
-Voi non avete nessun diritto di parlarmi così!
Gli ringhiò a qualche centimetro della faccia, trattenendo un pugno che stava per colpirlo.
Lui sorrise, gli adagió dolcemente una mano sulla guancia, facendola poi scendere delicatamente sul collo e accarezzandogli la gola col pollice. Lei tremó, non trovando la forza di muovere un solo centimetro quadrato del suo corpo. Il suo tocco era così caldo, deciso ma leggero, la sua bocca così vicina. Deglutì e lui sorrise.
-Povera piccola bambina, così bella ma così indesiderabile.
Pronunció quelle parole con estrema cattiveria per poi staccarsi lasciandola da sola, in piedi in mezzo al cerchio e con una grande voragine che gli si scavava nel petto. Lo sguardo perso nel vuoto. Era persa dentro se stessa, non vedeva niente, non sentiva più, le sue gambe la reggevano in piedi per miracolo.
Lui l'aveva definita indesiderabile.
Indesiderabile.
Quella parola le risuonava nelle orecchie scalfendole l'anima.
L'uomo per cui fremeva a un solo sguardo la trovava ripugnante.
Non aveva mai provato questa sensazione prima d'ora. Non si era mai sentita respinta.
Si sentiva così patetica ora.
Non le era mai capitato che il suo cuore accellerasse per una semplice parola, che si fermasse per un semplice tocco.
Non le era mai capitato di non sentirsi più le gambe nel sentire uno sguardo sulla pelle.
Non aveva mai sentito il suo corpo risvegliarsi e tremare nel sentire il calore di un altro corpo.
Non le era mai capitato di trovare incredibilmente bello ogni centimetro quadrato del corpo di un'altra persona, di non vedere imperfezioni.
E la stessa persona che le aveva fatto risvegliare un mondo di sensi che erano fino a quel momento rimasti dormienti, non la desiderava minimamente.
Come poteva un effetto del genere, essere a senso unico? Non capiva.
Che male nel petto, non riusciva a respirare.
Ora sapeva, sapeva cosa si provava, sapeva cosa aveva fatto provare a decine di ragazzi.
Faceva così male.

Rinsavì di colpo.
Era in piedi in mezzo al cerchio, gli uomini la guardavano ridendo e il capitano fumava beato una sigaretta.
La ragazza cacció indietro le lacrime e si andò a sedere sconfitta al suo posto.
-Potremmo agghindarla e provare a vedere se l'accettano.
Propose un marinaio.
-Non abbiamo altra scelta.
Costató un'altro.
-Lei non va bene, è troppo magra, non ha forme, siamo sicuri che sia una donna?
Scoppiarono tutti a ridere all'intervento di quel marinaio.
-Chiudi la bocca.
Jeremy lo squadrava infuocato.
-Inoltre ha il viso troppo squadrato, le labbra troppo pronunciate e gli occhi troppo grandi.
Aggiunse un'altro.
-Dobbiamo provare, non abbiamo scelta. In fondo a loro piace giocare. Lei è simile a loro ma contemporaneamente totalmente diversa. La esamineranno e magari la prenderanno sotto la loro ala, incuriosite dalla sua diversità.
Mastro sembrava deciso.
-Va bene, proviamo.
Acconsentì il capitano.

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