Assurdo, pretendeva pure di toglierle la possibilità di vedere il mare, l'unica cosa che le era di conforto in quella situazione.
Catrinne chiuse la porta della sua camera e si spogliò.
Era da tanto che non si osservava.
Era dimagrita, le costole si potevano contare, le anche le sporgevano, le guance erano scarne.
La pelle era più chiara di quando era arrivata, semitrasparente , le vene le coloravano le braccia.
I capelli, i suoi amatissimi capelli rossi, erano ormai aridi e sbiaditi.
Le labbra apparivano gonfie e così anche gli occhi.
Stava cadendo a pezzi.
Così non andava bene.
Doveva tenersi in forze, doveva tirarsi fuori da quella situazione.
Non poteva rischiare di ammalarsi in quel posto, su una nave in mezzo al nulla, con dei pazzi sconosciuti a prendersi cura di lei. No.
Doveva essere forte.
Si ripromise che avrebbe mangiato e dormito di più.
Coprì quel corpo esile con il maestoso vestito rosso e si intrecció i capelli spenti per poi uscire dalla stanza.-Wendy!
Jeremy si avvicinò a lei sorridendo, in mano reggeva un mocio.
-Jeremy!
Ormai le sembrava normale che la chiamassero così.
-Come state? Avete l'aria così stanca.
-Sto bene, mi sono solo svegliata presto stamattina.
Lo tranquillizzò nervosa la ragazza.
-Che ne dite, mi accompagnate a finire il giro?
Domandò facendo un cenno del capo verso il mocio.
-Ma certo.I corridoi della nave erano stretti e bui, il pavimento umido scricchiolava al loro passaggio e le pareti sembravano chiuderglisi addosso. Il mocio passava frettoloso sulle travi di legno producendo un rumore cupo e malinconico.
-Cosa c'è al di là di queste porte?
Ogni corridoio che percorrevano era disseminato di porte scure chiuse a chiave.
-Quella grande che abbiamo appena passato dà sulla stanza comune dove dorme la ciurma, le altre non saprei.
-Cosa vorrebbe dire "non saprei"?
-Che non lo so. Nessuno lo sa.
-E non siete curiosi?
Chiese incredula.
-Beh... Si dice che ogni porta nasconda un segreto del capitano ed è meglio che restino chiuse.
La curiosità iniziava a mangiarla da dentro, doveva sapere cosa era nascosto in quelle stanze.
Si avvicinò a una di esse.
Il muschio si faceva spazio tra le crepe del legno.
Vi appoggió delicatamente una mano sopra, era calda e umida.
-Miss Wendy...
La ragazza non lo ascoltó, si limitò a poggiare rapita da quel calore, l'orecchio alla porta.
Nessun rumore proveniva dall'interno.
Provó a forzare la porta e a quel punto Jeremy le afferrò il braccio strattonandola via.
-Miss Wendy ma cosa fate!? Volete forse farci uccidere?!
La ragazza restó rintontita, come risvegliata di soprassalto da un sogno troppo lungo.
-Volevo solo...
-Non potete.
Sussurrò.
-Nessuno può, sono le regole. Non finisce bene per chi infrange le regole del capitano.
Terminó la frase è notó che le stava ancora stringendo il braccio, così la lasció.
-Non credete che conoscendo un suo segreto, potremmo finalmente mettere fine al suo governo di terrore prendendo la nave?
La sbattè delicatamente contro il muro appoggiandole una mano sulla bocca per tenerla chiusa.
-Non dite mai più una cosa simile. Queste parole equivalgono a morte, qui dentro.
Il capitano non può essere sconfitto da noi, in tutta l'isola ha solo un rivale.
-Chi?
La ragazza gli tolse la mano.
-Colui che l'ha tradito.
-Chi è che l'ha tradito?
Jeremy abbassò gli occhi come per costringersi a tenere la bocca chiusa, poi la aprì riportando i suoi occhi in quelli di lei, ma le parole che si udirono non furono le sue.
-Sei sempre il solito, Jeremy, non cambi mai.
Jeremy sussultò.
-Jakar!
Il giovane ragazzo con i dread era appoggiato alla parete all'inizio del corridoio.
-Bastano due begli occhioni per farti subito perdere il lume della ragione.
-Per favore, non dirlo al capitano.
Lo imploró terrorizzato il ragazzo dagli occhi neri.
-Rilassati.
Jakar sorrise venendogli in contro.
-Non ho intenzione di vedere altra sofferenza su questa nave.
Jeremy tirò un sospiro di sollievo e così anche Catrinne, che osservava la scena da spettatrice incredula.
-Ma ti consiglio di stare attento a pronunciare tali parole. Qui anche i muri hanno orecchie, e tu lo sai.
Si girò poi verso Catrinne.
-Sarebbe ora che lo imparassi anche tu, bambolina.
A risentire quel nomignolo le venne un conato di vomito.Jakar era molto bello, alto, magro, muscoloso. Aveva la pelle olivastra, probabilmente veniva da una terra esotica.
Era vestito di stracci, come tutti, ma aveva il corpo disseminato di tatuaggi colorati.
Catrinne lo vedeva raramente in giro, ed era strano, abitando su una nave.La ragazza fece un falso sorriso di sfida.
-Andate pure mi lady, ci vediamo dopo.
Disse Jeremy , aveva notato quanto la ragazza si stesse sentendo a disagio e spaesata e, probabilmente, voleva rimanere da solo con Jakar.
Catrinne gli porse un sorriso sincero e poi se ne andò, non degnando l'altro di uno sguardo.
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Neverland
RomanceIl destino esiste ma non è per tutti. C'è chi nasce libero, libero di compiere le proprie scelte, di vivere la propria vita. C'è poi chi nasce con il futuro inciso nelle vene, il destino che scorre nel sangue. Queste persone non hanno scelta, incate...