-Ditemi, mia cara, come sono le Afroditi? Ho sentito dire che fanno perdere la testa.
Il capitano la squadrava attento, un mezzo ghigno gli solcava il volto.
-Perché ascoltare un mio racconto, quando potreste provarlo voi stesso.
Silas si protrasse in avanti visibilmente indispettito dalla sua arroganza.
-Che avete mio capitano? Ora siete voi a chiedere informazioni a me?
Catrinne non si era dimenticata del suo essere sperduta in mezzo al mare con degli sconosciuti, ma era come se la paura si fosse affievolita, se dopo tanto tempo le sembrasse quella la sua vita.
-Siamo taglienti sta sera.
La squadrò minaccioso. Lei deglutì abbassando lo sguardo ma riuscì a vederlo sorridere soddisfatto per averla intimorita.
-È stata una delle sensazioni più belle che io abbia mai provato. Mi sentivo come un petalo di rosa portato dal vento leggero, il tempo era congelato, esisteva solo la bellezza e la purezza, desideravo ardentemente che tutto il mondo e tutti gli uomini arrivassero a cotale perfezione. Se Madelinne non mi fosse apparsa in sogno probabilmente sarei rimasta li per sempre.
Raccontó quello che aveva provato tutto d'un fiato, senza pensarci, scoprì solo quando ebbe finito quanto tutto questo suonasse assurdo.
-Un petalo di rosa?
Il capitano scoppió a ridere così la ragazza si alzò spazientita dirigendosi a gran passi verso la camera.
-Ehi fermatevi.
Le afferrò il braccio sottile facendole cessare quella corsa furiosa.
-Che vuoi?!
Il "voi" era andato a farsi benedire.
-Vi prego perdonatemi se ho riso di voi.
La ragazza restó a bocca aperta.
Silas sembró subito accorgersi delle parole gentili che gli erano appena scappate dalla bocca così fece una smorfia infastidita, come per rimangiarsele, e poi sparì.Catrinne si sdraiò sul letto a pancia in aria. Si sarebbe aspettata uno schiaffo, un rimprovero, ma mai questo.
Assurdo.Il tempo scorreva.
Cose incredibili erano successe in quel luogo sconosciuto.
Tutto lì era diverso.
Le persone, la natura, persino il cielo sembrava più ampio del normale.
Non riconosceva nemmeno una costellazione, eppure le sapeva tutte a memoria.
L'ansia la mangiava viva.
Come era possibile che esistessero luoghi del genere e nessuno lo sapesse?
Doveva tornare a casa.
Doveva raccontare tutto, o forse, tenerlo per se.
Doveva prima capire dov'era.
Il tatuaggio: doveva vedere il tatuaggio.
Come fare?Stette ore intere a guardare il soffitto, poi, si addormentò.
Aprì gli occhi.
Era mattino presto.
Guardò fuori dalla finestra.
Il mare era rosato e calmo, il cielo color pastello.
La nave era già in movimento, in rotta per chissà dove, i passi frettolosi dei marinai, rimbombavano sul soffitto di quella stanza di legno.
Doveva cambiarsi, aveva quel vestito da troppo tempo.
Aprì l'armadio ma era vuoto.
Dove erano finiti tutti i bei vestiti che vi erano dentro?
Si precipitò fuori dalla stanza dirigendosi verso il ponte.
Mastro guardava l'orizzonte è Catrinne si sentì tremendamente in imbarazzo a ricordare l'ultima conversazione che avevano avuto ma per fortuna lui si comportò come al solito.
-Buon giorno mi lady.
-Buon giorno Mastro, avete per caso visto il capitano?
-Il capitano è molto impegnato al momento, sono sicuro che se avrete la pazienza di aspettare tra poco si farà vivo lui.
Si dileguò con un sorriso lasciando la ragazza in piedi in mezzo al ponte e parecchio scocciata.
Catrinne decise quindi di andare a prendere un libro dalla libreria per passare il tempo.
Estrasse "Orgoglio e Pregiudizio", non l'aveva mai letto ma il titolo la incuriosiva molto.
Nelle ore che conseguirono la giovane ragazza si innamoró follemente del Sign. Darcy e iniziò ad apprezzare quei vestiti ottocenteschi che le venivano imposti.
-La storia d'amore più stupida che si sia mai vista.
Catrinne guardò il capitano ad occhi spalancati.
-Per uno che effettivamente non ne capisce niente, può darsi.
Silas ridacchiò.
-Allora...mi hanno detto che mi cercavate.
-Si.
Catrinne saltò giù dallo scatolone sul quale era sdraiata.
-Pretendo dei vestiti.
-Io pretendo che ne facciate a meno.
Quando la ragazza lo guardò incredula, lui scoppió a ridere.
-Seguitemi.
In poco tempo furono nell'ampia stanza col gigantesco letto a baldacchino.
-Perché avete tolto i miei vestiti?
-Quella non era più la vostra stanza, ricordate?
Disse mentre frugava nei suoi cassetti.
-Ecco.
Le porse un lungo abito rosso morbido ma stretto in vita.
-Non avete, che ne so, dei jeans?
Il capitano scoppió a ridere.
-Una ragazza che legge "Orgoglio e pregiudizio" vuole dei jeans?
Catrinne afferrò il capo di abbigliamento e fece per uscire dalla stanza.
-Catrinne.
-Si?
-Non passate troppo tempo sul ponte... Distraete gli uomini.
-Potete sempre riportarmi a casa se la mia presenza sulla nave vi crea qualche problema.
Disse con un falsissimo sorriso stampato in faccia, poi uscì.
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Neverland
RomanceIl destino esiste ma non è per tutti. C'è chi nasce libero, libero di compiere le proprie scelte, di vivere la propria vita. C'è poi chi nasce con il futuro inciso nelle vene, il destino che scorre nel sangue. Queste persone non hanno scelta, incate...