18.

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La ragazza, dapprima timida e introversa, si lasciò tutto d'un tratto risucchiare da quelle danze e quella musica armoniosa.
Balló in cerchio con le altre, le bocche serrate, non un fiato usciva dalle loro bocche.
Le ore passavano veloci, ma Catrinne sembró non accorgersene. Era come un infinito presente, come se il tempo in quel luogo fosse ghiacciato.
La sua mente totalmente in delirio, persa tra le note musicali e la pace che quel luogo le conferiva.
Il sole le scaldava la pelle, l'aroma dei fiori le inebriava i sensi.
Niente aveva più importanza, non vi era ne presente ne futuro, tutto era bellezza e perfezione li, e non vi era niente di più bello che donasi totalmente all'armonia di quel posto.
In lei crebbe il desiderio di perfezione, di purezza, di delicatezza ed eleganza.
Voleva riempirsene, voleva che ogni cosa al mondo presentasse quelle caratteristiche.
Notó l'acqua limpida del lago e desideró così tanto avvolgervisi dentro.
Si avvicinò alla riva, sfilò delicatamente le sue vesti e si bagnó integralmente in quel celeste puro. Era fresca, depurante. Il sale marino e tutta la sporcizia accumulata fino a quel momento, le scivolarono via dalla pelle delicata.
Uscì dall'acqua completamente pulita, rinfrescata, serena, come rinata.
Prima che divenisse sera, il cielo si intinse di un delizioso rosa pastello.
La ragazza, ispirata dal momento, si adagiò accanto a una donna che stava suonando l'arpa.
I suoi movimenti non erano più naturali, era composta ed estremamente aggraziata.
Desiderava anche lei essere come le altre, tendere alla perfezione. Sfiorò leggermente le corde dell'arpa che risuonarono graziose sotto il suo tocco delicato.
La donna accanto a lei sorrideva accarezzandole i capelli.
Era così bello quel momento, così puro, così magico, innocente.
Quando ormai fu buio le donne adagiarono gli strumenti musicali a terra e si sdraiarono delicatamente sul prato morbido e profumato.
Catrinne le imitó, come fosse un gesto naturale.
Il silenzio più totale prese il possesso della valle.
Stelle brillanti illuminavano il cielo, perfettamente sopra di loro, una luna piena e bianca le osservava, come fosse un occhio divino.
Catrinne non avvertiva la fame, né il freddo, né la stanchezza, ma si addormentò delicatamente e con purezza, come un bocciolo che si schiude.

Una spiaggia bianca la circondava.
Era deserto, neanche un albero o un misero ramoscello, solo sabbia e acqua tutt'intorno, il sole alto nel cielo.
Era così bello e tranquillo, il mare calmo carezzava la sabbia della riva.
Una donna di spalle con un vestito da un lungo strascico che si confondeva con la sabbia, osservava il mare.
Catrinne si avvicinò.
Madelinne.
-Ci rivediamo, dunque.
I suoi grandi occhi azzurri la osservavano furbi.
-Madelinne?
-Vi ricordate di me, bene.
Sembrava divertita, altezzosa, incredibilmente astuta, come al di sopra di tutto.
-C.. Certo che mi ricordo di voi.
La giovane ragazza era confusa ma comunque tranquilla.
-Vi stavamo aspettando.
Confessó facendo allusione al capitano e a gli uomini.
-Lo so.
Sorrise lei guardando l'orizzonte lontano.
-Dove ci troviamo?
-Un posto incantevole, non credete anche voi?
-Senza dubbio, ma perché siamo qui?
La ragazza non rispose per qualche istante.
-Riferirete un messaggio al capitano da parte mia.
Sintetizzó veloce, una nota di malinconia le dipinse il volto dapprima così fiero e sicuro di sé.
-I mari che state solcando non sono sicuri, Peter ne controlla ogni rivolo d'acqua, ogni più piccola increspatura. La furia lo ha assalito quando il Capitano gli ha rubato ciò che gli è stato così anticamente promesso.
-Cos'è che va cercando? Chi è Peter?
La interruppe la ragazza curiosa.
Madelinne abbassò lo sguardo sorridendo per poi guardarla dritta negli occhi.
-Ammiro la vostra curiosità, la vostra continua sete di sapere, ma purtroppo, non sempre questa si rivela una buona alleata. In alcuni casi è meglio restare nell'oblio.
La ragazza era confusa e fece per ribattere.
-Suvvia mia bella Catrinne, non vorrete darvi pene inutili.
Madelinne la interruppe ancor prima che potesse controbattere.
-Limitatevi a proferire al capitano ciò che sto per dirvi: Cambiare rotta, dovrete, o vi ritroverete schiacciati tra mari in tempesta.
Peter è vicino e rivendicherà ciò che è suo con la forza e senza alcuna pietà.
Prendete la via delle Circi, i mari inesplorati saranno più sicuri di quelli conosciuti ma solcati dalla sua flotta.
Madelinne pronunció queste istruzioni con estrema serietà e solennità, a Catrinne venne la pelle d'oca.
-Si.

Aprì gli occhi.
Era nella valle, le prime luci dell'alba iniziavano a tingere il cielo di mille colori.
Le altre donne dormivano ancora.
Ripensó a tutto quello che era accaduto.
I balli, la musica, l'acqua fresca del lago, il sogno, Madelinne.
Quel posto le aveva fatto perdere la testa.
Il senso di pace e calma che aveva provato durante il suo soggiorno in quella valle si tramutò ben presto in ansia e panico.
Cos'era successo?! Perché aveva provato quelle sensazioni? Perché la sua mente si era totalmente lasciata andare al fascino di quell'isola?
Madelinne!
Madelinne le era apparsa in sogno.
Il messaggio!
Si alzò velocemente in piedi, cercando di far meno rumore possibile.
Doveva avvertire immediatamente il Capitano, doveva andarsene di lì o l'isola non glielo avrebbe più permesso. Si sarebbe perduta e avrebbe vissuto il resto della vita in quella valle, a danzare e suonare l'arpa. Le sensazioni che aveva provato erano inspiegabilmente belle ma condurre quella vita era illogico, innaturale, come l'isola stessa e le sue abitanti.
Corse.
Corse più in fretta che poteva tra gli arbusti perfetti.
I fili d'erba fresca, dapprima così morbidi e setosi, iniziarono a ferirle i piedi nudi, affilati come rasoi.
Cosa stava succedendo?
Le donne si erano forse accorte della sua fuga?
L'isola le si stava rivoltando contro?
Accelerò la corsa, così tanto che si sentì mancare, così tanto che l'aria profumata divenne appuntita, come di ghiaccio.
-Capitano!
Urló non appena vide gli uomini accampati sulla sabbia.
Era così felice di vedere i suoi rapitori in quel momento.
-Capitano!!
Urló più forte infiltrandosi tra di loro.
-Che c'è ?
Silas si alzò immediatamente in piedi, rintontito dal sonno e probabilmente dal rum.
Gli uomini iniziarono a svegliarsi anch'essi.
-Capitano!
Gli si fiondò addosso.
-Catrinne! Che cosa ci fate voi qui?!
Era confuso e allarmato.
-Filiamo Capitano!
-Che avete detto?
-Filiamo!

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