Nascondimi

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Correvo da quelli che mi sembravano pochi minuti, ma le mie gambe dicevano tutto il contrario. Ero esausta e sentivo le ginocchia cedere ad ogni passo, ma continuavo a correre, sapendo che se mi fossi fermata mi avrebbero raggiunta in un attimo.
Vidi in lontananza le luci di una piccola città, così feci un ultimo scatto e la raggiunsi in un attimo, con un fiatone impressionante e i muscoli colpiti ogni tanto da qualche spasmo dovuto allo sforzo.
Vidi un piccolo bedandbreakfast con un'insegna luminosa sul tetto, era molto visibile ma mi serviva un posto dove fermarmi per riposare e un tetto per proteggermi dal temporale che si stava avvicinando.
Entrai da una porta scorrevole, ben più che arrugginita e prenotai una camera singola al primo piano.
Mi sedetti sul letto cigolante, senza spostare le coperte di un giallo limone ormai spento dai troppi lavaggi.
Hoxha si era stesa ai miei piedi, stringendosi di più alle mie gambe per il freddo, addormentandosi subito vista la stanchezza.
Io rimasi a contemplare il soffitto, senza mai battere ciglio e godendomi quel silenzio così rilassante e quel buon profumo di fragole e pino, il che mi ricordava le piccole pianticelle attorno alla mia vecchia casa, dove ero solita raccogliere le piccole fragole per poi mangiarle con mio fratello.

I ricordi riaffiorarono e di colpo quella stanza mi sembrò troppo piccola e soffocante, cosí aprii la finestra per far entrare l'aria fresca, ma appena vidi che la vista dava sul bosco sentii il bisogno di entrarci ed assaporare ogni suo profumo.
Saltai atterrando sul piccolo marciapiede senza fare rumore, e lentamente entrai nel folto bosco mentre il cinguettio di qualche uccello notturno. Mi sedetti su un ramo abbastanza alto appoggiando la testa al tronco e chiudendo gli occhi. Assaporai quel momento come un bambino fa con la propria torta si compleanno, godendomi quella tranquillità senza che qualche problema la spezzasse.
Poi uno zampettare ed il rumore di rami rotti mi fece riprendere dai miei pensieri. Scattai sull'attenti usando i miei sensi sviluppati per capire la provenienza e la "cosa" che causava quel rumore.

Sette lupi stavano venendo nella mia direzione, erano di sicuro di un branco del posto e non dei solitari visto il loro numero elevato. Si fermarono proprio sotto di me e tornarono umani.

Luke....

Rimasi ferma ad osservare ogni loro mossa. Guardando il volto di Luke con attenzione e notando le occhiaie viola sotto ai suoi occhi e il colore delle sue iridi spento e grigio.
Li fissò uno ad uno prima di parlare; aveva una voce roca e scossa ogni tanto, aveva di sicuro pianto a lungo, senza sosta.

<< È vicina lo sento. Trovatela. Non può vincere questa guerra da sola..... E men che meno senza una preparazione....>>

Mi avevano trovata...ma come? Ero sola e non lo avevo detto a nessuno ed ero fuggita senza essere vista. Chi li avrebbe potuti avvertire?
Hoxha.....

Lo vidi soffrire ma non mi fece effetto, il mio cuore ormai era nero e freddo, ma una parte di esso era crollato nel vederlo in quello stato, ma il mio cervello lo aveva negato tassativamente.
Appena furono distratti da un rumore secco riniziai a correre e appena mi videro, anche se ero lontana, iniziarono a inseguirmi.
Erano veloci, ma io di più anche se ero stanca e non volevo fermarmi o mi avrebbe ricondotta al villaggio.
Hoxha mi si parò davanti.

<< Spostati>> gli dissi, anzi urlai, ed era un ordine, ma.lei lo ignorò senza spostarsi.

Mi stavano raggiungendo e lei mi bloccava la mia unica via di fuga, spostandosi  quamdo lo facevo anche io, ed ormai mi avevano accerchiato.

<< Alaska....so per cosa lo hai fatto, ma ora torna da noi. È anche la nostra guerra e non ti lasceremo in pace finché non tornerai al villaggio...>>

<< No. È la mia guerra e non vi permetterò di prendervi parte. Quindi lasciatemi in pace.>>

<< Se pensi di liberarti di me ti sbagli di grosso. Vorresti sapere il perché non riuscivi a dormire vero? Perché ti sentivi sempre più vuota e stanca ad ogni passo più lontano da me?
Vorresti sapere perché eri in pensiero per noi, per me?
La risposta è una...>>

<< non dirlo. Non dire niente e vattene!>>

<< Sei la mia compagna! E non ti lascerò più, non ora che ti ho trovata. Ti ho cercata per troppo tempo. Ora  non ti lascerò di certo andare via per una tua stupida convinzione.>>

Qualcosa nel mio cuore si mosse e man mano le mie emozioni, che avevo spento, ripresero il loro corso.
No, no ,no... riuscii a scansare Hoxha, che era distratta, e corsi via.
Raggiunsi il laghetto della città senza che nessuno mi seguisse, e lasciai che i miei piedi si rinfrescassero nell'acqua tiepida. Lo sentii venire verso di me, solo, mentre piccole goccioline di pioggia iniziavano a cadere dalle nubi nere nel cielo.
Mi cinse la vita con le sue braccia e mi strinse a sé, con fare protettivo, per poi poggiare la testa sulla mia spalla.
Le lacrime riniziarono a scendere e venni scossa dai singhiozzi.

<< Resta con me. Ti prego... Vinceremo tutto. Te lo prometto.>>

Mi lasciai cullare dalle sue parole e dal suo profumo, mentre i nostri vestiti venivano inzuppatti dall'acqua.
Mi addormentai fra le sue braccia, senza indugiare sui miei sentimenti per lui.

E quella notte incontrai i miei genitori...

L'Eterna Cacciatrice [IN REVISIONE] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora