Lauren utilizzò le ultime forze che le erano rimaste per tirare lo sciacquone. Lentamente si tirò in piedi così da appoggiare la schiena contro la vasca e che quest'ultima la tenesse seduta. Anche se non aveva più forze, non aveva perso la dignità e non si sarebbe permessa di rimanere sdraiata nel pavimento del bagno.
Sbatté le palpebre per qualche minuto, non essendo davvero sorpresa di ritrovarsi davanti la piccola. Brooklyn studiò sua mamma, domandandosi se andasse bene toccarla. Lauren si rianimò quando pensò che probabilmente poteva essere spaventoso vederla lì seduta nel pavimento.
"Mamma, stai bene?" chiese Brooklyn, sedendosi vicino a dove stava sua mamma.
Lauren annuì, un movimento troppo veloce e subito se ne pentì. Fortunatamente, fu in grado di trattenere e riaprì gli occhi. Brooklyn posizionò la sua piccola manina sulla spalla di Lauren.
"Vuoi che vada a chiamare Mamma?" chiese con un tono dolce di voce.
Era Lunedì mattina e Lauren sapeva che sicuramente Camila era in piedi preparando la colazione. Poteva sentire l'odore delle uova e del bacon, il che era una delle cause per la quale aveva passato la maggior parte del tempo abbracciata alla toilette. "No, dolcezza. Sto bene." insistette.
Lauren si guardò allo specchio. Aveva dei cerchi neri sotto gli occhi. La sua pelle era pallida, più del normale, i capelli un casino. I suoi vestiti erano stretti e si sentiva tutto tranne che desiderabile.
Brooklyn si alzò in piedi e salì sopra il piccolo sgabello messo lì per aiutarla ad arrivare al lavandino e guardò il riflesso di Lauren allo specchio. "Mamma, tu ti ami?"
Lauren sentì il suo cuore stringersi al tempismo perfetto delle domande della figlia. "Ci provo, brooks. Ma delle volte è davvero difficile."
"Dì solo, "Amo me stessa," suggerì Brooklyn.
"Io amo me stessa," disse Lauren, la stretta intorno al suo cuore divenne più forte stavolta perché lui conosceva la disonestà.
Brooklyn sorrise verso Lauren attraverso lo specchio. "Vedi, Mamma? Qualche volta è difficile da credere ma facile da dire. Continua solo a dirlo."
Lauren si abbassò per dare un bacio sulla testa della bambina. "Da quando sei diventata così intelligente?" chiese.
La bambina alzò le spalle, saltò giù dallo sgabello e incominciò a correre fuori dalla stanza. Lauren afferrò lo spazzolino e promise di incominciare il processo per sentirsi meglio, non soltanto fuori, ma anche dentro.
******
Camila seguì brooklyn nel corridoio della scuola. La bambina aveva preso l'abitudine di correre appena varcata la soglia della porta. Camila si augurò che sarebbe sempre stata entusiasta di andare a scuola, anche se dubitava sarebbe mai successo. Quando anche lei si trovò sulla soglia, fece un respiro di sollievo.
"Whoa, cerca di non passare per la mia classe, Mila. Potresti spaventare tutti i bambini," disse Dinah sarcastica.
Se non fose stata senza fiato, Camila avrebbe sicuramente risposto. Subito, si guardò intorno per vedere se qualche piccolo bimbo la stesse guardando e velocemente colpì Dinah, il più forte che poté.
"Ouch!" disse Dinah a bassa voce, non volendo attirare l'attenzione su di se. "Stavo solo scherzando. Che cosa succede?"
Camila finalmente sentì l'aria invaderle i polmoni.
Sospirò di sollievo. "Mi ha portato via troppa energia. Può anche avere a che fare con qualcosa per la quale mi sono esercitata ultimamente, sai, a a che fare con una moglie incinta."
STAI LEGGENDO
Another Reason To Love (Camren) {Sequel} [Traduzione Italiana ]
RandomSequel di 'A Reason To Love'. Lauren e Camila hanno attraversato certamente la loro buona dose di urti l'anno scorso, ma le cose sembrano finalmente essere e andare meglio che mai. Questa storia segue la nostra famiglia preferita attraverso ancora p...