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CAPITOLO NOVE: REMEMBER WE DIE
Le vacanze di Natale stavano per giungere a termine: gli abeti pieni di decorazioni e le lucine colorate ancora facevano capolino da ogni angolo della strada e davano un aspetto più gioioso alla grigia Beacon Hills. Emma aveva sempre amato quella festa e per quanto avesse riempito casa sua di decorazioni, luci, stelle colorate e calze di ogni genere, non era riuscita a fare la stessa cosa nel loft di Derek.
Dopo aver parlato con Deaton, aveva cercato di distrarlo in tutti i modi, anche se sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare l'argomento e aveva deciso di convincerlo a fare un piccolo albero anche a casa sua, tanto per renderla più accogliente durante il periodo natalizio. Il ragazzo, ovviamente, non ne aveva voluto sapere niente: odiava il Natale e come cambiavano le persone in occasione di quella festività: sembrava che il mondo cominciasse a funzionare soltanto il 25 Dicembre e che ogni persona diventasse magicamente buona, quando in realtà si rivelava soltanto ipocrita. Emma aveva cercato di convincerlo in tutti i modi, ma il suo loft era rimasto esattamente così com'era. Dopotutto, anche la zona in cui Derek viveva non aveva grande spirito natalizio: la gente del quartiere aveva allestito un albero in mezzo ad un piccolo parco lì vicino, ma nessuna delle loro case brillava sotto il bagliore di luci colorate.
Diversamente da come si era aspettata, non faceva molto freddo e di neve se n'era vista ben poca: ma alla fine, era una cosa normale. Quella era la California e il sole scaldava la terra quasi tutto l'anno.
Appoggiò l'evidenziatore accanto al libro, sul tavolo di legno scuro, tornando alla realtà: alzò gli occhi da ciò che stava facendo e guardò Derek fare un paio di ultimi piegamenti prima di toccare di nuovo terra con i piedi e riposarsi qualche secondo. Il loft era diventato anche un po' casa sua e si meravigliava di se stessa per essere una bravissima bugiarda ed inventare una scusa diversa ogni volta che salutava sua madre e le diceva di uscire.
Guardò il ragazzo riprendere l'allenamento, mentre un pensiero continuava a bussare alle porte della sua mente: erano settimane che rimandava quella domanda, quel dubbio che aveva, ma non poteva più aspettare.
Aveva voluto che Derek si distraesse un po' e non pensasse troppo ai suoi genitori, ma lei aveva bisogno di sapere; a lei interessava scoprire come esattamente fosse morta la sua famiglia.
«Derek?»
Si staccò dalla sbarra, attaccata in alto, piombando a terra con entrambi i piedi e si voltò verso di lei, rimanendo in totale silenzio, ma incitandola a continuare con un solo sguardo.
«Esiste ancora casa tua?» chiese, non sapendo quale reazione aspettarsi «Voglio dire, è ancora in piedi oppure tu e Deaton l'avete venduta o-»
«No, è ancora là» la interruppe il ragazzo, appoggiandosi al tavolo. Per un attimo, Emma perse il filo del discorso, troppo concentrata ad osservare il petto di Derek che si alzava e abbassava ancora velocemente, per via dell'allenamento. Alcune gocce di sudore attraversavano pigre il suo collo, per poi scendere verso l'addome e arrivare infine all'elastico dei pantaloni della tuta, dove finivano tutte per essere assorbite dalla stoffa.
Il ragazzo sorrise sornione mentre ascoltava il battito cardiaco di Emma aumentare sempre di più e la osservava divertito mentre era ferma a fissare il suo corpo.
«Pensavo» riprese lei, distogliendo lo sguardo una volta per tutte e riportandolo sul suo viso «Che potremmo andare là e dare un'occhiata: magari troviamo qualcosa che la polizia non ha notato o che pensava non fosse utile»
Derek corrugò la fronte, rimanendo spiazzato di fronte a quella richiesta. Non entrava in quella casa da quando se n'era andato quella notte e non credeva di esser pronto ad entrarvi così all'improvviso dopo quasi vent'anni. La sua mente lavorava velocemente e il suo cuore era carico di angoscia e preoccupazione. Come poteva tornare lì? Come poteva farlo e pensare di sopravvivere ad una cosa del genere? In quell'edificio c'erano la sua infanzia, i bei ricordi della sua famiglia, di sua madre, delle sue sorelle. C'era l'unico ricordo che avrebbe voluto tanto dimenticare: la loro morte. No, non poteva farcela.
«Hai ragione, è un'idea stupida» la voce della ragazza lo riportò alla realtà. Aveva capito che per lui fosse troppo tornare in quella casa, lo aveva capito dal suo silenzio. Ma se davvero lì ci fosse stato qualcosa che avrebbe potuto aiutarla? Sapeva che non gli interessasse andare a fondo e trovare la verità – era abbastanza ferito così – ma a lei sì. Lei voleva sapere.
«No» rispose il ragazzo. Sarebbe stato impossibile per lui attraversare la soglia di casa, ma Emma aveva tutto il diritto di conoscere la verità e non sarebbe stato lui ad impedirglielo «Andiamo»
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The girl who cried wolf | Teen Wolf
FanfictionDerek Hale x Original Female Character | «Dove hai preso quella collana?» chiese, guardandola dritta negli occhi. «Non lo so... Forse me l'ha data mia madre, prima che morisse» rispose Emma, con incertezza «Ce l'ho sempre avuta» Derek respirò profo...