16. We trust each other

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[Draco's point of view]


Per quanto mi piacesse baciarla sapevo che dovevo mantenere il totale controllo del mio corpo e non perdere la testa.

Avevo capito che non era pronta a riportare la nostra relazione su un piano fisico e non avevo intenzione di impazzire come era successo quella mattina.

La mia sopportazione aveva un limite e non volevo ritrovarmi ancora una volta con la voglia che avevo di lei inappagata.

L'unica soluzione possibile era quella di fermarmi prima che gli ormoni capissero ciò che stava succedendo e mi indirizzassero verso impulsi da animale.

Quindi, dopo pochissimi secondi, giusto il tempo di sentirla sciogliersi tra le mie braccia e di percepire chiaramente la consistenza del suo seno morbido contro il mio petto, la lasciai andare, facendo un passo indietro.

Ciò che mi trattenne dal legarla davvero al letto fu il ricordo di ciò che era successo quella mattina e di ciò che era stata costretta a sopportare nell'ultima settimana.

Non potevo fare l'animale, dovevo mantenere un certo contegno.

Mi avvicinai di nuovo, ma questa volta le baciai solo la fronte, impedendomi con la forza di fare qualcosa di sconsiderato.

Il profumo del mio bagnoschiuma sulla sua pelle mi fece sorridere.

«Com'è stata la tua giornata?», le chiesi, prima di abbracciarla in modo fin troppo amichevole, senza palparle né il sedere né il seno come avrei voluto fare, ma accarezzandole in modo rassicurante la schiena.

«Bene», sussurrò contro il mio collo, mentre il suo respiro mi provocava la pelle d'oca.

Non la lasciai andare subito, ma approfittai di quel momento di tregua il più a lungo possibile, prima di sciogliere l'abbraccio.

Mi tolsi il mantello e la cravatta, posando tutto sul cassettone accanto alla porta.

Le stavo dando le spalle per permetterle di avere un po' di privacy.

Sapevo che quella versione di me, quella che non le saltava addosso alla prima occasione, era ancora nuova per lei, quindi dovevo darle tempo di assimilare tutto, sperando che non fraintendesse come suo solito le mie intenzioni.

«Hai preferenze particolari per la cena? Se vuoi posso chiedere a Breedy di...», mi si spense la voce alla vista dello sguardo stralunato di Hermione.

«Stai bene?», le chiesi, tornando verso di lei, preoccupato.

«Sì, scusa, è solo che sembra tutto troppo surreale».

«Surreale?»

«Si, insomma... io e te nella stessa stanza, a parlare di cena... mi sembra quasi di essere finita in un mondo parallelo», ammise, abbassando lo sguardo.

Sorrisi, capendo a cosa si stesse riferendo: «Tra poco ci troveremo a litigare su chi dovrà andare per primo in bagno la mattina e se sia il caso di girare per la camera nudi. Ti sembrerà strano ma ho una certa esperienza nel condividere camere da letto, anche se di solito i miei compagni di stanza sono ragazzi e non donne particolarmente attraenti...»

Un timido sorriso comparve sulle sue labbra e mi senti orgoglioso di esserne io la causa.

«"Donne particolarmente attraenti"? Stai cercando di fare il ruffiano, Malfoy?»

«Sto cercando di evitare di dormire sul divano», le spiegai con tono cospiratorio, quasi volessi confidarle un segreto di stato.

Avevo sperato di vederla sorridere, ma sul suo viso invece comparve una piccola smorfia.

Mai fidarsi del nemico #2 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora