Cap. V

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Haldir le si avvicinò, sotto lo sguardo malizioso e curioso dei suoi sovrani e di suo padre. – Ti va di ballare, Haladiel? -  le chiese tendendole la mano.

- Certo Haldir… volentieri. – gli rispose, alzandosi in piedi e prendendo la mano che le tendeva. Gli sorrise, scivolando fra le sue braccia forti e sicure. *È meraviglioso stare fra le tue braccia Haldir!* Pensò, sorridendogli con dolcezza.

- Guarda, guarda. – esclamò re Elrond, che stava tornando in quel momento. – Haladiel con Haldir!! Non l’avrei mai detto… -

- No? – replicò Sire Celeborn, con un sorriso malizioso e divertito. – Mi stai dicendo, che non ti eri accorto che quei due, sono così presi l’uno dall’altro?! –

- Loro due? Insieme?! – disse re Elrond, incredulo, sorridendo. Li guardò e si voltò verso suo padre. Gli chiese: - Ne saresti felice, Gildor? –

Suo padre si voltò verso di loro e disse:- Molto. Haldir è affidabile e innamorato di lei. Basta guardarlo… - e, nel finire la frase, si voltò verso Elrond.

In quel momento, Haladiel ed Haldir, si erano stretti un po’ di più. Lui la guardò negli occhi e lei fece altrettanto. Le prese il viso fra le mani e si chinò su di lei. Era emozionato quanto Haladiel, fissava le sue labbra carnose senza decidersi. *Di cosa hai paura, amore mio? Baciami, amore… di sicuro io non ti rifiuto!! Ti amo, Haldir!!*
Quando la sua bella bocca, le sue labbra toccarono le sue, le mancò la terra sotto i piedi. Era da sempre innamorata di questo elfo così coraggioso e leale, verso i propri Signori che ora erano anche i suoi. Si staccò da lei per qualche istante, poi la baciò con più decisione, forse anche con la disperazione di chi sa cosa lo aspetta il giorno dopo e non sa se mai ritornerà..

I due signori e il sovrano~ Galadriel, Celeborn ed Elrond~ e Gildor si voltarono tutti di scatto verso di loro, che non badavano più a nessuno e sorrisero. Qualcuno dal ramo di un albero vicino, emise un fischio. Rùmil!! Orophin, si era coperto gli occhi, ridacchiando divertito. Quando si staccò da lei, la strinse forte e lo stesso fece Haladiel. Sorrisero, un sorriso malandrino e felice, in quel momento. – Stiamo dando spettacolo!! – le disse Haldir, prendendole il mento fra due dita.
 
 - Vero. Ma dimmi, Haldir… ti importa così tanto? – gli chiese, continuando a guardarlo e stringerlo a sé, ignorando gli sguardi dei sovrani e di suo padre e dei fratelli di Haldir.

- Mmm… no!!! – le rispose lui, fissandole la bocca, per un lungo istante. – La tua bocca, è una tentazione continua, Haladiel. –

Rise, gli circondò il collo con le braccia e lo baciò, brevemente. – Anche la tua per me, mio caro! –

- E questo, secondo te, era un bacio?! –

- Sì, perché? – gli rispose, maliziosa. Sapeva benissimo cosa voleva da lei. Ma non lì davanti a tutti. Voleva Haldir, tutta la sua persona. Esclamò rivolta ai presenti: - Miei signori, Ada, vorrei allontanarmi un po’, con Haldir. Posso andare? –

- Certo, andate pure

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- Certo, andate pure. – disse la Dama, strizzandole l’occhio. Poi, si volse verso Haldir e gli disse: - Mi raccomando Haldir, abbi cura di lei… - era, in realtà, un modo per dire “Sii Gentiluomo”. Haldir annuì e s’inchinò a Galadriel ed ai presenti e lo stesso fece Haladiel.
 
I due Elfi, si allontanarono. Si misero a correre ed uscirono dal Caras Galadhon, verso la foresta. Giunsero ad un grande albero, al suo confine, e lei si guardò attorno, per vedere se rivedeva la quercia che l’aveva riportata a casa. Si rese conto che non c’era più e sospirò, sollevata.
- Pensi che ti lascerei tornare in quel mondo, Haladiel? Te lo puoi scordare, tesoro. –

- Mi vuoi qui, Haldir? –

- Sì, ti voglio con me per l’eternità. – le disse, guardandola profondamente negli occhi. Sembrava spingersi nella sua anima, fino in fondo, dolce e insieme inesorabile. Era una sensazione davvero speciale, sentire Haldir nel suo cuore. Ci sarebbe rimasto per sempre, ne era certa.

- Anche se… dovessi andartene nelle Aule di Mandos, Haldir? –

- Anche così, sì. Vorrei che vivessi, però, in quel caso! Prima o poi, ritornerei, reincarnato in me stesso e con gli stessi sentimenti per te. E tu, mi aspetteresti? – le chiese, cercando il suo sguardo. Lo trovò e vi lesse la sua risposta. “”. Era l’unica risposta possibile. – Ti amo, Haladiel.  Melamin... (amore mio) –

- Le Mel, (Ti amo) Haldir. – gli disse. Lui posò la bocca sulla sua, e ne prese possesso, baciandola appassionato. Mosse le labbra, facendole schiudere le proprie, incontrando così la sua lingua, in una danza dei sensi che portò entrambi a perdere la consapevolezza del tempo e dello spazio, in cui si trovavano. Quando staccò la sua bocca da quella della sua compagna, erano entrambi senza fiato. – Vieni, saliamo. Questo è il mio Talan. –

- E’ casa tua? – gli chiese, commossa.

- Sì. Sai salire su un albero, vero? – la prese in giro lui, scherzoso.

- Meglio di te, Galadhrim! – gli rispose lei, balzando su un ramo perpendicolare al tronco, arrampicandosi, poi sempre più su. Si issò sul Talan, con estrema agilità e, poco dopo, fu gettata a terra, da un veemente Haldir. La baciò, coinvolto e amabile ad un tempo. – Haldir, ma ti pare il modo?! Eh sì, che Galadriel si è raccomandata… - rise, mentre lui, con molta passione, l’accarezzava sotto il corto abito, che portava quella sera.

- Mi dispiace, ma non posso farci nulla. Tu hai acceso un incendio, dentro di me. È tutta la sera che ti guardo e non desidero altro che fare l'amore con te, mio unico amore. – le rispose, risoluto.  

- Ma… qui? – proferì, in un soffio, mentre il suo tocco si faceva intimo, inebriante e impetuoso. Cominciò a spogliarlo anche lei, a toccargli il petto muscoloso, finché rimasero entrambi nudi. Soli nella foresta quieta, erano gli unici esseri a respirare ansimanti, cercandosi reciprocamente, il sangue che scorreva come fuoco liquido, nelle vene. Lo accarezzò ovunque, sia con le mani che con le labbra. Piano, scese lungo il petto, baciandogli i capezzoli piatti, facendolo tremare di passione. - sei un Elfo stupendo, Haldir. -

- Qui, l'elfa perfetta sei tu, tesoro mio. - ribatté lui, facendole abbassare la testa verso di sé, con gentile fermezza. - Sei la mia vita!! Ti amo!! - e le rapì le labbra in un bacio decisamente sensuale.

Quando Haladiel e Haldir, si congiunsero fu perfetto. L’unione fu totale, non solo due corpi si univano, ma due anime. Anime che si erano cercate e aspettate troppo a lungo, per poter aspettare ancora. Sì, era valsa la pena  aspettare. – Tu… Haladiel, eri… -

- Dillo, Haldir. Ero?... – disse lei, che già aveva dimenticato il dolore dei primi istanti a favore del piacere che aveva ricevuto e dato.

- Eri Vergine!... io sono il tuo primo uomo?! – annuì, felice, il respiro ancora ansimante. – Ma… ti ho… fatto male? –

- Solo un po’, all’inizio. Poi era tutto perfetto. Adesso mi dici come faccio io a lasciarti andare?! –

- Devo farlo, sono il Capitano dei Galadhrim, lo sai! Cercherò di tornare intero e vivo. – le disse, commosso quanto lei.

Già, ma senza Haladiel, non potresti mai salvarti, Haldir…
 
  
 
 
  

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