Cap. VII

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Passarono due giorni e due notti, ma Haldir non dava segno di volersi svegliare. Era disperata, scoraggiata, sentiva di aver mancato. - Ho fallito... - dichiarò, scontenta di se stessa.

- Non dirlo manco per scherzo, Haladiel! Non ti voglio sentire parlare così!! Lo hai salvato, ce la farà! ... Haldir è forte. - le disse Elladan, uno dei gemelli, figli di re Elrond. Il più avvenente dei due, a suo parere ed il più volitivo. Elrohir, era similmente attraente, e di indole più amabile.

- Elladan, ha ragione. - le disse Elrohir, uscendo dalla stanza ove era stato messo Haldir.

- Elrohir... sarà, ma mi sento ugualmente un fallimento.- disse, trattenendosi nella sua amarezza. Elrohir sorrise. La giovane elfa gli chiese - Come sta?! -

- E' sveglio. Ti vuole vedere... - diede risposta il giovane principe di Imladris, sorridendole.

Haladiel si alzò in piedi. - Sul serio, Elrohir? -

- Sul serio, sì. Lui è fuori pericolo, cara Haladiel. Ora vai, non farlo aspettare. Si innervosisce e non gli giova, in questo momento. -

- Vado! Spero solo che non se la sia presa troppo... -
Elrohir rise e lei scrollò il capo, per nulla rallegrata e assai inquieta. Inalò a fondo e contò fino a tre, prima di abbassare la maniglia ed entrare.

- Vieni, Haladiel. Di cosa hai paura?! Sono sempre io, il tuo Haldir. - le disse lui, con un delizioso sorriso. - Avevi coraggio per combattere e non l'hai ora, per venire da me, tesoro mio?-

- Ho paura che tu sia arrabbiato con me. Non tanto per aver combattuto, quanto, piuttosto, per averti fuorviato. Potrai mai perdonarmi, mio benamato Capitano?! - gli domandò, mentre gli afferrava la mano sana. - In ogni caso, lo rifarei se fosse necessario. Vederti vivo, è impagabile! -

- Mi chiedi di perdonarti, per avermi salvato la vita?! Ti amo da impazzire, Haladiel, sei la mia donna, la mia adorata compagna. Non c'è nessun altra, né ci sarà mai oltre te. - disse e la baciò, attirandola a sé. La sua bocca era vellutata, eccitante, Il suo bacio inebriante e auspicava non entrasse alcuno, perché anelava davvero a protrarre all'infinito, quel suo bacio. Ma, ahimè! Ecco che entrò Legolas e dopo di lui, pure Aragorn.

- Credo sia meglio tornare più tardi, Legolas!! - disse Aragorn, il Ramingo del Nord, e lei lo guardò con grande ammirazione. Ma loro li fecero rimanere ambedue. - Ne siete certi?! -

- Assolutamente, sì! Ci mancherebbe! Non potremmo mai cacciare l'erede di Isildur ed il principe di Bosco Atro... - esclamò, contenta di vederli. La battaglia era finita, erano vivi e la gente di Edoras salva. - L'arrivo di Eomer, è stato provvidenziale. -

- Sì. Domani noi partiremo, siamo venuti a salutarvi. Haladiel, se tutto andrà come spero vada, le porte di Minas Tirith, saranno sempre aperte, per te, come per Haldir. Ti ringrazio per l'aiuto, ci è stato prezioso! -

- Non... non ringraziarmi, Aragorn... ero qui per salvare Haldir, per questo motivo, la mia amata Signora, mi ha mandato. - disse, avvampando.

- Eh? - fece Haldir, sbalordito.

- In ogni caso, hai combattuto e hai salvato un nostro amico. - disse Legolas. - Ho scritto a mio padre e mi ha pure risposto. -

- Coosa?! Ma ... ma perché... e cosa vi ha detto, se non sono indiscreta?! - Gli chiese, allarmata. Aveva una strana sensazione, qualcosa che sarebbe successo in un futuro assai prossimo. Aveva imparato a non sottovalutare i suoi sogni ed il loro significato.

- Sarà a Lothlorien, prima del tuo arrivo. - le rispose Legolas, colpito dalla sua espressione, spaventata. - Cosa ti succede? sei impallidita. -

- Ni.. niente Legolas. -

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