Cap. VIII

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Non appena Haladiel ebbe salutato i suoi beneamati signori, Dama Galadriel invitò re Thranduil, a farsi avanti per conoscerla. Haladiel guardò re Thranduil con sguardo guardingo e interessato, allo stesso tempo.
Anche lui la fissò negli occhi, con il suo sguardo azzurro e glaciale.
Le giunse vicino e la guardò con uno sguardo licenzioso. Sembrava volerla sedurre, all'istante e la nostra giovane elfa, voltò la vista verso Haldir, che ribolliva di rabbia faticosamente controllata. Non gli piaceva proprio come la guardava il re di Bosco Atro.
*Calma, Haldir. Non succederà nulla, tesoro. Io amo te, lo sai!!*
Tornò a voltarsi e s'inchinò al re. Egli al contrario dei suoi Signori, gradiva e anelava che si inchinasse a lui. *Se questo ti fa apparire più potente...*

- Alzati, ora. Basta così, Haladiel. - le disse in tono asciutto, con voce fonda, che sembrava venire dalle profondità terrene.

- Certo, re Thranduil... - esclamò, con un sorriso sardonico. I suoi occhi lampeggiarono per lo sdegno. I di lei signori, intravidero il suo viso, offuscarsi, quello di Thranduil, sbiancare.

- Legolas, mi... mi ha parlato di te, come di una giovane, battagliera elfa. Ma anche di una ragazza amabile. Cosa ti ho fatto, perché tu mi debba trattare così?! - proferì, cambiando il tono di voce, per non farsi sentire dagli altri, nella sala. Era sagace, quel re. La sovrastava, con la sua elevata statura. Torreggiava su di lei, infondendole una notevole soggezione. La giovane fece un passo indietro, ma avrebbe voluto darsi alla fuga, distante da lui.

- Nulla... ma non mi fido di voi. - rispose Haladiel, con un lieve inchino.

- Cosa?! Ma perché! - sembrava colpito, da questa diffidenza. Appunto, sembrava. La sua sensazione di pericolo, si esasperava ogni istante di più.

- E' una sensazione che ho, da quando ho sentito il vostro nome. - disse lei, muovendo qualche passo indietro, ancora. - Ricordate di chi sono figlia? - gli chiese, gli occhi che scintillavano di una luce fredda.

- Certo, Haladiel. - rispose, glaciale. - Certo che so di chi sei figlia. -

Parlarono ancora qualche istante, fronteggiandosi. Poi lei si allontanò, andando a rifugiarsi, fra le braccia di Haldir. Solo lì si sentiva al sicuro, amata e protetta. In quel momento, re Thranduil vide quanto lei era dolce e, ancora di più, la desiderò per se stesso.
Sì, Haladiel era in pericolo!!

- Va tutto bene, Haladiel? - le chiese suo padre, avvicinandosi a lei, dopo aver gettato uno sguardo omicida a re Thranduil. Abbracciò sua figlia e lei sorrise, ricambiando quell'abbraccio protettivo, con grande letizia. Suo padre era sacro, per lei; venerava suo padre.

- Sì, Ada!! Va tutto bene. E tu? Non mi sembri così sereno, come vuoi far credere. -

Gildor sorrise, sospirando. - Va tutto bene, non devi impensierirti per me. Guarda, hai Haldir che è ansioso quanto me! -

Re Thranduil, si era allontanato, eppure continuava a guardare Haladiel, con parecchia voglia, suscitando un' occhiata di rimprovero, da re Celeborn e re Elrond, nonché quello di Dama Galadriel. "Basta, smettila Thranduil! Lei non è tua, non lo sarà mai."

Gli comunicò con la mente ed egli si voltò verso la Dama, sentendosi preso in trappola

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Gli comunicò con la mente ed egli si voltò verso la Dama, sentendosi preso in trappola. Tutti erano dalla parte di Haladiel, a quanto figurava. *Tutti a proteggerla, quella... ma che ha di così speciale?!La voglio per me... e la otterrò a qualsiasi costo.* Pensò, ordendo un piano per portarla via.
"Piantala Thranduil!"Ancora la voce della Dama, nella sua testa.
Si voltò verso Haladiel, poi tornò a voltarsi e prese congedo.

_ _ _ _ _

Passarono i giorni, re Thranduil era sempre più deciso. Haladiel, ora, aveva davvero paura, per se stessa. Ma, come tante volte accade, purtroppo la situazione volgeva a favore di re Thranduil, che la trovò sola.
Malauguratamente, era uscita dal Caras Galadhon in solitaria. Era armata, aveva con sé la spada, forgiata dal suo amato genitore e la stava ammirando, con un sorriso. Nella lama, vide l'immagine riflessa di re Thranduil che avanzava verso di lei, piano, senza far rumore. Se sperava di prenderla di sorpresa, si sbagliava di grosso. Aspettò, aspettò... e si alzò voltandosi e puntandogli la lama alla gola. Lo sguardo di Thranduil si fece sprezzante e disse in tono tagliente - Pensi basti questo a fermarmi, Haladiel? - estrasse la sua spada e lei capì di essere perduta.

- Fermarvi, Thranduil?- Chiese lei, spaventata. Alzò la propria arma e cercò di difendersi per quanto poteva. Ma il re era velocissimo e forte; per lei era impossibile da battere. - fermarvi... per cosa! -

- Per... questo. - le disse lui, in tono asciutto. La sollevò di peso e si allontanò con lei, fino al limitare della foresta, mentre lei scaricava, cercando di ribellarsi - Stai ferma, o l'alce si spaventa. - le disse ancora, caricandosela davanti sul suo gigantesco animale.

 - le disse ancora, caricandosela davanti sul suo gigantesco animale

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- No!! Voi non potete farlo... verranno a liberarmi!! - ribatté la giovane, dibattendosi e rivoltandosi, contro re Thranduil, irosa.

- Ho detto ferma! - dichiarò lui, fiero. Incitò il suo alce e questo iniziò la corsa. - Ora starai con me, a Bosco Atro. -

- TI. ODIO. - urlò lei dimenandosi, ma sempre con meno forza. Ora dominava la paura, in lei. Non si era nemmeno accorta che gli aveva dato del tu e non le importava.

- Ma mi amerai, vedrai... -

- dovrete usarmi violenza per avermi! E, dopo questo, la vendetta di Haldir sarà terribile. Per non parlare, poi, di quella di mio padre! -

- Mi vorrai, Haladiel, come mai hai voluto qualcuno! -

- Povero illuso! - proruppe lei, alterata da una collera violenta.

- Povero illuso! - proruppe lei, alterata da una collera violenta

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