Era lui: Niall Horan. Le ritornarono in mente le parole della madre, quelle parole che distavano anni da lei, ma che in quel momento le sentiva così vicine da riuscire a ripercorrere tutti i brividi e l'emozioni vissuti in quei momenti. Horan, quel bigliettino che le faceva compagnia in quella culla, in quell'orfanotrofio... In quel passato di cui non giaceva ricordo ne nella sua mente e ne nel suo cuore. Era davanti a suo padre, il vero papà che l'aveva abbandonata 16 anni fa. No, il cervello aveva retto fin troppo e, a quel colpo di scena, il crollo definitivo. Le urla cessarono, vennero seguite da un silenzio inquietante, un silenzio assetato di parole, ma allo stesso tempo incapace di catturarle. Un silenzio che intimorì tutti, che riuscì a prendere possesso degli occhi di Jade, intenti a fissare un punto non ben definito del corridoio. Quegli occhi azzurri erano vuoti, quel mare in tempesta era riuscito a farsi derubare dal silenzio, l'arma più letale. Senza accorgersene, una porta sbattè alle sue spalle. Era con suo padre, in uno di quei tipici studi da ospedale: bianco (come se non c'è ne fosse stato già abbastanza), una scrivania spoglia e una finestra grande, ma la luce era troppo timida per entrare in quell'atmosfera troppo pesante da sostenere. Un'atmosfera manipolata da Jade. Era ancora ammutolita. Prese posto ad una delle sedie poste davanti alla scrivania e... Niente. Nessuna reazione, nessun'emozione prese il coraggio di accarezzarle quel viso pallido e dipinto da un colore vomitevole. Lo psicologo non si sedette alla scrivania, si adagiò, invece, alla sedia accanto a Jade. Le mise una mano sulla spalla, sentiva l'ansia scorrere tra le ossa e, con l'altra, le cullò lo sguardo spaesato verso il suo deciso ma allo stesso tempo dolce. ''Ciao.'' Disse ad un tratto Niall. Nessuna risposta. Il volto di Jade gli fece capire che era già partito perdente fin dall'inizio della gara. Quel volto stava vomitando più parole di quanto ci si aspettasse. Delle parole fuggevoli, che riuscivano solo ad essere prese dalle persone giuste al momento giusto. Niall stava provando a rincorrere quelle parole invisibili ma, uscito dinuovo perdente, decise di donarne alcune delle sue alla ragazza: ''Come ti chiami?'' Chiese in tono pacato. Voleva semplicemente prendere il copione di una persona amichevole, dolce ma non sapeva che aveva già preso la parte del protagonista... La parte del padre.
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Daddy [Sospesa]
FanfictionI suoi occhi minacciavano pioggia, il suo cuore aumentava di battito ad ogni secondo che passava e la sua mente era avvolta da una nube nera, fitta, ma allo stesso tempo così sottile e invisibile che poteva percepirla solo lei, Jade Horan: una bambi...