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I suoi occhi vennero accolti dalla figura del padre posto in ginocchio e con le mani congiunte sul suo lettino. Stava pregando e, gli occhi di Niall segnati da una notte sveglia, portò Jade alla vista di sgradevoli ricordi, un po' offuscati ma abbastanza chiari da farle ritornare quel gusto di sangue in bocca. Il vomito, lo schifo... La morte riprovò a rapirla per portarla in un inferno peggiore. La paura e il sangue erano gli unici elementi che rovinarono le stelle e il cielo della notte scorsa. Si guardò attorno, lei e Niall non erano soli: c'erano altri 3 medici e, appena il padre si accorse dei suoi occhi vivi e svegli, avvicinò la sua mano tremante al viso della ragazza, per donarle una carezza piena di felicità e con ancora un leggero velo di timore. ''Jade...'' Le disse con il rilievo delle lacrime che gli dipingevano il viso di un colore trasparente e leggero, ma comunque visibile e toccante. I loro cuori iniziarono a battere per l'emozione, i loro occhi scavavano ognuno in quelli dell'altro per trovare ancora un pezzo della serenità perduta e, le loro mani, si unirono dita e dita intrecciate. Niall non riusciva ancora a cacciare quella paura: era pesante, tesa, ma quel sorriso pieno di vita della figlia fece scomparire tutto, ogni timore, ogni brivido... Tutto. I medici li guardavano addolciti e, quell'atmosfera, fu spezzata da una parola scivolata troppo in fretta dalle labbra sbiadite di Jade: ''Papà...'' Le altre 3 figure sconosciute aggrottarono la fronte in segno di stupore e, un sottofondo di sussurri, riempì la stanza avvolgendola in una coperta di disagio. Le mani di Niall iniziarono a sudare, aveva capito che quel piccolo segreto era ormai conosciuto. Le voci impazienti e sbalordite cessarono di parlare e, con sguardo curioso, un medico si fece avanti verso il lettino di Jade, chiedendo spiegazioni con un semplice ''cosa?!''. Niall abbassò il capo quasi sentendosi in colpa di aver rimesso la figlia in una non bella situzione (come se non c'è ne fossero state abbastanza), ma Jade provò a salvare la nave che stava affondando: ''Sì, è mio papà.'' Disse decisa, grintosa... Non avrebbe più permesso che qualcosa o qualcuno dettasse una nuova e ipotetica distanza tra loro due e, con la poca forza che aveva, si sporse dal lettino, avvicinò il padre a sè e gli strinse forte forte la mano. ''Ti voglio bene papà'' sussurò, prima di appoggiare le sue labbra al palmo rigido del padre e di regargli un bacio su esso.

Daddy [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora