Stiles attraversò la soglia del loft senza nemmeno guardare in faccia Scott. L'amico guardò confuso in direzione di Derek, che aveva seguito silenziosamente l'umano fuori dal bagno, e che ora stava appoggiato allo stipite della porta. Alla sua richiesta con lo sguardo, Derek fece spallucce, inarcando le sopracciglia. Scott si rigirò senza dire una parola, raggiungendo Stiles, che nel frattempo aveva raggiunto l'esterno, aspettando l'amico con le mani in tasca.
- Allora? Che diavolo è successo là dentro? - iniziò Scott mostrando la sua evidente curiosità.
- Niente, assolutamente niente. - Stiles sembrava indifferente a tutto ciò, ma nel profondo del suo cuore provava un sentimento di disagio tale che di lì a poco lo avrebbe fatto piangere.
- Beh, allora perché non hai nemmeno salutato Derek prima di andare? - fece centro Scott.
- Perché avrei dovuto? - esplose Stiles - Avrei dovuto salutare colui che mi ha minacciato di morte almeno una quindicina di volte? Avrei dovuto abbracciarlo con noncuranza come se fossimo da sempre migliori amici? - il piccolo Stilinski sapeva di starsi arrampicando sugli specchi, in realtà quella che provava non era rabbia nei confronti di Derek, ma contro sè stesso. Contro quello che era. Non aveva ancora accettato totalmente il fatto di essere gay, anche se ne era quasi certo. Oramai parlava con Lydia solo a lezione di chimica e storia. Ed improvvisamente, in un modo o in un altro, ora incontrava quasi tutti i giorni Derek.
- Non fare le finte con me, sai che capisco quando menti. Lì dentro è successo qualcosa, e se non me lo vuoi dire okay, me ne farò una ragione, ma non fare il finto rincoglionito. -
Stiles non aveva più forze per rispondere, e per evitare di continuare a lungo quell'inutile discussione trovò la scusa più ordinaria di tutte.
- Scusa. Ora devo andare. Domani ho scuola. - bisbigliò lentamente, girando sui tacchi ed andandosene.
Gli parve di sentire Scott chiamare il suo nome, ma non si voltò, continuando a camminare.
*°*°*°*°*
Stiles aveva completamente deviato la strada quella sera, voleva starsene da solo, e casa sua non provvedeva di certo di quella quiete a cui ambiva. Così camminava alle undici di sera per i marciapiedi di Beacon Hills, concentrandosi solo sulla discussione avuta qualche ora prima con Derek. Gli ritornò in mente il suo viso mentre lo guardava appoggiato alla porta. La sua voce rimbombava come una filastrocca nella sua mente, e Stiles stava impazzendo. Insomma, perché era successo proprio a lui? Perché uno stupidissimo licantropo doveva essere così attraente per un ragazzo come Stiles? I lampioni posizionati sul lato sinistro del pavimentato illuminavano debolmente il cammino che Stiles stava intraprendendo. Mentre ripensava al brutto tono con il quale aveva risposto a Scott, un'ombra passò davanti a lui veloce come un lampo. Intravide un cappuccio rosso, una mantella che arrivava solo poco sopra i fianchi. Il movimento fu così rapido, repentino, che Stiles sobbalzò. Per i successivi due minuti restò immobile sul cemento osservando la strada davanti a sè, ogni tanto girandosi a destra e sinistra, pensando sul cosa farsi. Finalmente si decise a muoversi, e questa volta riprese la sua fuga correndo. Prima lentamente, come se si dovesse riscaldare per l'allenamento, poi mano a mano la sua andata diventò una corsa folle e priva di pause. Corse senza interruzioni e dopo 60 secondi di affannamenti e sospiri si trovò davanti al vialetto per raggiungere la porta di casa sua. Si piegò sulle gambe, appoggiando le mani sulle cosce, respirando a vagonate l'aria, chiedendosi chi fosse quella misteriosa figura.
*°*°*°*°*°
Derek stava seduto sul divano di casa sua, leggendo un libro di storia, per una ricerca che stava svolgendo. Aveva una gamba stesa che finiva per appoggiarsi sul tavolino di legno davanti a lui, e l'altra che era piegata in modo tale che il piede si scontrasse perfettamente contro la coscia della gamba stesa. Ci teneva molto alla postura. Il grosso blocco di pagine rilegato in pelle stava aperto sulle sue ginocchia, leggermente inclinato verso di lui. Derek era vestito, beh, per metà vestito, di una maglietta nera a maniche corte, attillata abbastanza perché i rialzamenti si potessero scorgere anche sotto il tessuto. La parte inferiore del suo corpo era coperta solo ed esclusivamente da un paio di boxer scuri, che avevano la stessa caratteristica "panoramica" della maglietta. Strizzava gli occhi per poter leggere meglio il latino, anche se in quel momento portava i suoi occhiali da vista, e pareva che stesse cercando di tradurre un antico testamento in aramaico. Il suo piccolo angolo studio era illuminato da una lampada sorretta da un piedistallo, posta proprio dietro il divano. Ogni tanto sbloccava lo schermo del cellulare, cercando il significato delle parole che non conosceva.
Derek in realtà non pensava più a Stiles da quando lui e Scott se ne erano andati. Non sapeva esattamente cosa provasse, quando guardava quel pallido, debole ragazzo pelle ed ossa le farfalle cominciavano a svolazzare liberamente nel suo stomaco, come le api invadono i fiori in primavera. Non si era veramente mai chiesto se fosse stato gay, fino a quando, il pomeriggio, il movimento di sorridere a Stiles durante l'allenamento era stato quasi automatico. Non se ne preoccupava tanto, i gay non gli davano fastidio. E di certo "il fatto di amare metterlo in culo ad un uomo" - come definiva l'omosessualità Derek, sempre con la sua solita finezza - non sarebbe stato per niente un problema.
Così quando quella stessa sera, prendendo una pausa dal latino scagliando il libro contro al muro, gli era ritornato in mente Stiles, aveva riflettuto a lungo. Pensava su come avrebbe fatto a scoprire cosa lo attraesse veramente. Avrebbe potuto mettere alla prova Stiles? Mhh, no, meglio di no. L'ultima volta non era andata così bene. Avrebbe potuto chiedere a Scott se Stiles si fosse confidato con lui, ma così sarebbe sembrato che fosse Derek quello innamorato perso. Come avrebbe fatto a capire senza rischiare di compromettere la sua reale persona?
La testa cominciò a fargli male, si alzò tenendosi la mano sulla nuca, dirigendosi in cucina. Aprendo il frigorifero, ne estrasse una bottiglia d'acqua, che dopo aver chiuso l'elettrodomestico, si portò alle labbra. L'acqua scendeva precipitosamente nella gola del lupo, e mano a mano la secchezza spariva, lasciando spazio al sollievo. Per il mal di testa aprì il secondo sportello da sinistra del mobile, tirandone fuori una scatoletta di plastica trasparente, dopo avere tolto il coperchio ne estrasse una pastiglia bianca, e dopo averla guardata giusto per assicurarsi che fosse quella giusta, la mise in bocca, mandandola giù, aiutandola con un altro sorso d'acqua. L'effetto assopente del ketoprofene sembrava farsi vivo, così, dopo un vistoso sbadiglio, Derek si avviò verso il letto matrimoniale, pronto a schiacciare una lunga dormita. Mentre passava per il salotto, con la coda dell'occhio intravide un movimento fuori dalla vetrata. Si girò verso la finestra, ma nient'altro che la notte. La luna calante splendeva nel cielo, illuminando la città di una luce quasi nostalgica. Il marmo del pavimento rinfrescava i piedi scalzi di Derek, che accortasi del fatto, fece per rigirarsi ed andare a letto, quando un movimento si impossessò di nuovo della sua attenzione. Questa volta fu rapido e riuscì a girarsi in tempo. In tempo per cosa? Per intravedere una figura incappucciata, svoltare l'angolo ed andarsene, correndo. Portava una mantella rossa.
*°*°*°*°*°*°
Hey beta puccioseeeeeeeee (o alpha se volete :3)
Allora, questo capitolo non mi soddisfa pienamente e né mi delude. Beh a parte la bellissima figura di Derek mezzo nudo sul divano, è stato introdotto un nuovo personaggiooo yay. E adesso voi penserete "E' LEI! E' SARA HARVEY!" (non tutti capiranno), ma in realtà non vi aspettereste mai chi era che portava un cappuccio rosso di notte :D
Se vi va cominciate con le teorie incasinose nei commenti, lasciate una stellina, e condividete la storia con i vostri amici licantropi hihihi :)))
CIAONEEEEEEEE!
P.S. Abbiamo raggiunto quasi le 300 letture ed abbiamo superato le 40 stelle, Vi ringrazio di cuore!
STAI LEGGENDO
what a big bad wolf could want. -sterek
Fanfiction~ Non sapeva esattamente cosa provasse, quando guardava quel pallido, debole ragazzo pelle ed ossa, le farfalle cominciavano a svolazzare liberamente nel suo stomaco, come le api invadono i fiori in primavera. ~ * California, Beacon Hills. Stiles St...