- Davvero? - chiese incredulo Stiles soffocando una risata - Le mie labbra?
- Davvero. - rispose Derek serissimo - Che c'è di male? - chiese poi, addentando la sua ultima fetta di margherita.
- Niente, niente... - alzò le mani Stiles, che aveva finito la sua pizza già da un po' - è solo che mi aspettavo una risposta diversa. - gli sorrise.
- E tu? Qual è stata la prima cosa che hai notato di me? - indagò sporgendosi in avanti.
- Beh, hai un culo niente male... -
Derek gli diede un colpetto sulla spalla e Stiles scoppiò a ridere.
- Ok, ok... Beh allora - dichiarò trattenendo il riso - gli occhi.
La bocca del lupo si inarcò, sporcando il labbro inferiore del pomodoro che aveva in bocca.
Stiles portò in avanti la mano, esitò, ma lo fece, portandola alle labbra di Derek.
- Aspetta. - tolse il pomodoro con il pollice, portandoselo poi alla bocca, leccando via la salsa.
Si rese conto del gesto che aveva fatto ed abbassò subito lo sguardo, arrossendo.
Derek però sembrò apprezzarlo, ridendo sotto i baffi. Quando mandò giù l'ultimo boccone di margherita si passò il tovagliolo sulla bocca, alzandosi poi da tavola - Ora del dessert - disse poi diregendosi verso il frigo - Dovrei avere del gelato nel freezer, crema e nocc...- In realtà - lo interruppe Stiles alzandosi, attirando la sua attenzione - Avevo in mente qualcos'altro. - affermò avvicinandosi a Derek, il quale continuò a fissarlo curioso.
- Ah sì? - inarcò un sopracciglio - E di che cosa avresti voglia? - gli chiese alzando il mento ed incrociando le braccia.
- Pensavo a - disse piano avvicinandosi sempre più a Derek - qualcosa di più dolce. - accennò l'umano con un sorriso malizioso.
A questo punto un lampo attraversò gli occhi di Derek, che ghignò guardando il più giovane.
- So dove vuoi arrivare. -
- Ma davvero? - fece il finto ingenuo Stiles, posando distrattamente la mano sul cavallo dei pantaloni del lupo, ignorando il brivido che ebbe quest'ultimo.
- Puoi giurarci. - disse poi spostando la mano molesta ed allontanandosi da Stiles - Andiamo. Gloria resta aperta fino alle 23, dovrebbe esserle rimasto qualche cupcake. - afferrò la giacca dall'attaccapanni, aprendo poi la porta - Non vieni? - sorrise vittorioso a Stiles.
Quest'ultimo imitandolo con una smorfia gli fece il dito medio, prendendo a sua volta la giacca e seguendolo fuori dall'appartamento.*°*°*°*°*°*°
Se ne stava appoggiato alla parete, dietro l'angolo, ascoltando.
Semplicemente ascoltava, prestando attenzione al minimo suono.
Aspettava da un'ora, immobile, tra i cespugli di quella che era una modesta abitazione nel quartiere californiano di Beacon Hills. Aspettava con ansia. Aspettava qualcosa. O meglio, qualcuno. Sapeva che quella persona sarebbe passata proprio di lì, quella stessa sera.
Ad ogni respiro che esalava avvolto nella grossa sciarpa nera gli appannava gli occhiali. I grilli notturni avevano iniziato da poco a cantare all'unisono, creando un sottofondo assordante. Ogni tanto un pipistrello gli passava davanti sbattendo forte le ali, ma per il resto, il giovane uomo non aveva sentito altro rumore al di fuori di questi.
E poi lo sentì.
Era ad intervalli regolari. Mano a mano l'intensità del suono si alzava, fino a diventare un chiaro rumore di passi. Fece molta attenzione a non emettere il minimo rumore. Non osò neppure respirare. Lui lo avrebbe sentito. Così, quando il rumore di passi si fermò, sentì che l'uomo stava frugando nelle sue tasche, per poi tuffarsi nell'arte dello scassinamento. Dopo pochi e brevi movimenti ci fu un clock, e la porta si aprì. Il suo cuore batteva molto forte, ma riuscì comunque a sentire la figura che lentamente apriva la porta ed entrava nell'abitazione, senza preoccuparsi di richiuderla. Lasciò passare una decina di secondi, poi a sua volta, il giovane uscì dal nascondiglio dirigendosi verso l'entrata. Prima di varcare la soglia guardò dentro. Le luci erano spente,ma dalle scale che portavano al piano superiore proveniva una luce soffusa. Cautamente entrò nella casa, passo dopo passo, fino a trovarsi completamente dentro l'edificio.
E poi successe.
Un guizzo sul lato destro attirò la sua attenzione, si girò infatti di 180°, contemporaneamente estraendo la revolver dalla cintura, puntandola in avanti.Lui era lì, fermo, che lo guardava.
- Eccoti. - il suo tono di voce non aveva la minima scalfitura, piatto come una sirena.
L'altro, intanto, non osava spostare la pistola.
- Sceriffo! - urlò invece - È in casa?
- In effetti no... - gli rispose l'altro - È da qualche altra parte. - rivelò con un perfido sorriso sul volto.
- Bastardo - sputò a denti stretti.
- Oh, andiamo - abbandonò sui fianchi le braccia - Non dirmi che pensavi che sarei venuto qui ora. Con te in città. No, no, no... Si vede che non hai imparato niente. -
L'altro lo guardò soltanto, cercando di apparire impassibile.
L'uomo sulla soglia fece un cenno all'arma che teneva il più giovane - Non ti serve un'arma come questa, giusto? -
L'altro lo fissò per qualche secondo, aspettandosi un attacco a sorpresa, o qualcosa del genere, per poi abbassare lentamente la pistola - Già. - disse secco - Hai ragione. -
Buttò a terra la revolver, poi con un ringhio tirò fuori gli artigli, mentre i suoi occhi si illuminavano, e si lanciò all'attacco.*°*°*°*°*°*°
Non riusciva a smettere di pensare. Chi era la figura misteriosa che lo cercava? Che cosa voleva da lui?
La cena con Derek era servita a distrarre Stiles, tanto che si era praticamente offerto di andare a letto con lui, ma nel giro di poco tempo l'ansia aveva ripreso il controllo ed i dubbi erano diventati più di prima...- Stiles! -
Il ragazzo alzò lo sguardo dal piatto e dal muffin al cioccolato che stava aggredendo con la forchetta e lo rivolse al più grande.
- Ci sei? È la terza volta che dici il tuo nome. - chiese poi cercando di nascondere l'allerta nata nella sua voce.
- Mh, sì. - sforzò un sorriso, portandosi poi alla bocca una forchettata di dolce.
Derek lo guardò incerto, poi spostò lo sguardo sull'iPhone appoggiato sul tavolino della caffetteria.
- Sai cosa? È tardi e tu hai bisogno di riposo, domani mattina verrò da te e parleremo assieme di ciò che è successo. - diede una veloce occhiata a Stiles per accertarsi di non averlo turbato con quelle parole, ma il più giovane aveva già riportato lo sguardo sul piatto.
Derek ritornò a fissare il display, rassegnato, sbloccando il telefono.
- Chiamo tuo padre, avrà sicuramente voglia di vederti dopo tutto questo casino e se per caso non riuscissi a spiegargli la faccenda da solo, domani ti aiut...
Si fermò interrotto dal rumore provocato dalla forchetta di Stiles, che, lasciata cadere, andò a sbattere contro la ceramica del piatto.
- Papà... - disse con la voce tremante, lo sguardo fisso sul muffin squartato.*°*°*°*°*°*°
CIA-OHHH
E niente, grazie mille perché siamo alle 4700 letture e oltre le 440 stelle e io tipo vi amo. Cosa pensate che sia successo? E cosa pensate che accadrà? Continuo la storia a 60 letture, 6 stelle e 3 commenti.
Vi adoro❤❤❤-hoechlinshus
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what a big bad wolf could want. -sterek
Fanfiction~ Non sapeva esattamente cosa provasse, quando guardava quel pallido, debole ragazzo pelle ed ossa, le farfalle cominciavano a svolazzare liberamente nel suo stomaco, come le api invadono i fiori in primavera. ~ * California, Beacon Hills. Stiles St...