Capitolo 11.

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È già passata una settimana che non parlo con Connor, ci scambiamo solo qualche sguardo ma poi non ci parliamo. Se mi manca?
No.
*certo continua a ripeterlo magari ci crederai*
Io non permetto a nessuno di spezzarmi il cuore.

La voce del cameriere mi risveglia dai pensieri
-Ecco a lei il frullato- dice porgendomelo
-Grazie- lui sorride e si allontana. Inizio a berlo e cerco di non dare importanza alla scena che mi si propone davanti: Connor e la sua ochetta che si baciano anzi, che si mangiano le bocche a vicenda. Mi alzo disgusta e mi appoggio al tavolo a causa di un giramento di testa, scuoto la testa ed inizio a camminare verso l'uscita ma qualcuno mi prende il polso.
-Che cazzo vuoi- quasi urlo
-Ma che caratteraccio che abbiamo oggi, ti sei svegliata dalla parte sbagliata del letto principessina?- di nuovo James...
-Ti ho fatto una domanda, CHE CAZZO VUOI?- dico scandendo bene l'ultima frase. James si arrabbia e mi stringe più forte il polso, cerco di divincolarmi ma lui stringe di più.
-Vieni facciamo una bella passeggiata- mi dice con un sorriso malizioso per poi portarmi fuori dal bar
-Lasciami- gli dico
-HO DETTO LASCIAMI - gli urlo
-Urla un'altra volta e ti do un pugno- mi minaccia, fisso i suoi occhi azzurro ghiaccio che adesso sono come ignettati di sangue.
-Cosa fai?- mi chiede
-Ti leggo gli occhi, non si può fare?- gli rispondo tranquillamente.
-Non hai paura di me?- mi chiede
-No, puoi anche uccidermi, non mi importa più nulla- dico, sono sincera non mi importa più se vivo o no, sono sola e nessuno può dirmi cosa fare quindi se io decidessi di morire nessuno mi fermerebbe...
I miei occhi si riempiono di lacrime e non so come e perché ma mi ritrovo abbracciata a James, le lacrime mi rigano il volto, i singhiozzi si fanno sempre più frequenti. Il profumo di James mi riempie le narici e le sue braccia mi cingono tutto il mio corpicino piccolo e smilzo.
-James...ti prego...uccidimi...- dico tra un singhiozzo e l'altro
-Non ci riuscirei mai- mi dice stringendomi più forte.
-Allora perché mi hai portato fuori e mi stringevi il polso?- gli chiedo, James mi prende il mento con l'indice e il pollice e mi fa guardare i suo occhi
-Volevo fare questo...- si avvicina a me e le sue labbra toccano le mie con delicatezza, le nostre lingue di incontrano, i miei occhi da chiudi si aprono e ci stacchiamo lentamente.
-Ti amo Connor...-dico
-Cosa?- mi risponde James
O merda...cosa ho detto?
Cos'è successo? Cosa ho fatto? Cosa ho detto? Perché ?
*Skyler cara ti sei innamorata di Connor*
Impossibile.
*invece si*
-NO!- urlo e le mie gambe fanno tutto da sole, inizio a correre con le lacrime che scendono sul mio volto senza fermarsi. Mi accascio a terra ed inizio a piangere, perché? Cosa sta succedendo?
Mi porto le gambe al petto ed inizio a canticchiare una canzoncina che mi cantava mio padre, so che non l'ha scritta lui ma mi tranquillizzava sempre
-You are my sunshine my only sunshine, You make me happy when skies are grey, you never know...how much i love you...please don't take my sunshine away...- resto ancora a fissare il pavimento finché non vedo che le lacrime hanno smesso di cadere.
Mi alzo mi asciugo le ultime lacrime che si trovano sul mio viso e tiro su il naso, rimetto lo zaino in spalla e vado verso scuola. Quando arrivo vedo sempre le solite persone di carta, con le loro solite parole di carta che si possono strappano in un minuto. I miei piedi continuano a muoversi insieme alle mie gambe, la voglia di andare a scuola diminuisce sempre di più ma ormai sono qui.
Trovo l'armadietto e poso i libri, mi giro a trovo Juliette con un sorriso smagliante
-Hey!- mi saluta
-Ciao.- dico con voce roca
-Ma hai pianto?- mi dice guardandomi meglio
-No sono dei medicinali che prendo, mi fanno lacrimare gli occhi- mento spudoratamente
-Sicura?- mi chiede poco convinta
-Tanto cosa può importante a te? Nulla quindi..- dico guardandola negli occhi per farle capire che sto morendo dentro, ma evidentemente sono una bugiarda nata perché lei non se ne rende conto. Si gira e se ne va
-...fanculo...- dico a bassissima voce, infatti non mi sente. Una lacrima mi riga il volto ma io l'asciugo velocemente, chiudo l'armadietto e mi avvio in classe.
Le cinque ore passano con una lentezza mia vista, al suono dell'ultima campanella esulto nella mia testa,raccolgo la mia roba ed esco dalla classe, ma ovviamente qualcuno non può chiamarmi deve per forza prendermi il polso
-Skyler...senti dobbiamo parlare...-
-Connor non puoi baciarmi abbracciarmi e poi sparire, se ci tieni resta...- non riesco a finire che mi trascina fuori da scuola
-Io ci tengo a te, devi capire però che ho una vita sociale...amici...-
-una fidanzata...- aggiungo io
-Lei non è...cioè lei...si...la mia fidanzata...- i miei occhi si riempiono di lacrime
-Perché!? Posso capire il perché mi dovete farmi piangere? Cazzo Connor lasciami stare! Anzi lasciatemi stare! Non voglio nessuno! Stavo meglio da sola...io devo restare sola- dico tutto d'un fiato
-Skyler perché dici così?-
-Vattene via- dico
-Tanto poi ti mancherei- si avvicina a me facendo aderire le nostre labbra, combaciano perfettamente...come un puzzle...da bacio dolce si trasforma in una danza. Quando ci stacchiamo non capisco più niente tanto da iniziare a correre finché non arrivo a casa. Apro la porta e vado in camera mia ed appena mi chiudo a chiave mi lascio cadere a terra scoppiando in un pianto silenzioso.
Le lacrime non smettono di fermarsi e i miei singhiozzi strozzati sono l'unica cosa che riesco a sentire in quel silenzio pesante che si può toccare con un dito.
Quando smetto di piangere deciso di ascoltare un po' di musica. Mi alzo e inizio a vagare per la stanza alla ricerca delle cuffiette, apro il cassetto e trovo un lettera.
"Caro Gesù.
Ciao Gesù, so che è da tanto che non ti scrivo ma ho bisogno di un po' del tuo aiuto. Come ogni giorno, oggi, è venuta l'infermiera per accettarsi che io stia bene ed io, come sempre, le ho chiesto se guarirò. Lei mi guardò e mi sorrise allontanandosi.
Ora la mia domanda è...
Perché?
Perché se ne vanno tutti?
Perché nessuno mi risponde?
Perché non muoio e basta?
Ora caro Gesù io non ti chiedo di farmi guarire ma se io non ce la facessi ti prego di prenderti cura di mia madre.
Ho promesso a papà prima che lui morisse che mi sarei presa cura di lei ed io non voglio abbandonarla, ma se tu hai già scritto "Fine" nel libro della mia vita io non pretendo che tu lo cancelli ma io ti prego...prenditi cura di mia madre...
Sai ieri sera lei entrò, mi salutò e mi sorrise. Le dissi che non l'avrei abbandonata ma lei ha iniziò a piangere e io mi chiedo e continuerò a chiedermelo finché non avrò una risposta...
Perché?
Perché non mi dite chiaro e tondo che morirò?
Gesù...ti prego, almeno tu, dimmi se guarirò o no...

Un abbraccio vero...
La tua Skyler "

Dopo aver letto questa lettera mi rendo conto di quanto io sia stata forte, di quanta strada io abbia fatto nonostante tutto, di quante lacrime mi sia bevuta e che ho trasformato in un sorriso, eppure continuo a credere che un giorno sarò davvero felice...nonostante tutte queste parole di carta...nonostante tutte queste persone di carta...noi continuiamo a credere di essere speciali, nonostante tutti gli incubi continuiamo a dormire perché non tutto è detto...
•Anche se nel grande libro di Dio ci sia scritta la parola "Fine" non vuol dire che non sia soltanto l'inizio...•

Parole di carta .Connor Ball. (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora