Capitolo 12.

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Mi alzo dal divano per andare ad aprire la porta. Chi sarà adesso?mamma aveva detto che era da mia zia e ci sarebbe restata per una settimana, quindi mi sembra un po' impossibile che sia lei. Quando apro la porta mi trovo davanti la persona che non mi sarei mai aspettata in questo momento
-James, che ci fai qui?- dico un po' sorpresa
-Dobbiamo parlare- mi dice
-Ehm...sì, entra- rispondo, l'idea che entri in casa James e che non ci sia nessuno non mi piace, non ho paura di lui ma ho paura che si arrabbi e i suoi occhi ignettati di sangue mi intimoriscono. Lui entra e io chiudo la porta
-Senti se è per il fatto del bacio io...cioè Connor...- non riesco a trovare le parole e James mi ferma appoggiando le sue labbra sulle mie ed io sono come un pezzo di legno, non riesco a muovermi.
Non provo nulla quando lo bacio, non provo quelle farfalle nello stomaco, non provo attrazione, non provo davvero nulla quando lo bacio. Ma non riesco a staccarmi, non so perché ma non ci riesco. Sono ferma, immobile con gli occhi aperti come se mi avesse bloccato. Quando si stacca io continuo a fissarlo
-Skyler lui non fa per te, non dico che io sia la persona giusta...ma lui è proprio la persona che non fa per te, lui non ama nessuno, lui non ha mai amato nessuno. A. lui. interessa. solo. se. stesso.-
E quelle sue parole mi restarono nella mente
-Io...non provo nulla per lui, io non amo nessuno, io non amerò mai nessuno, perché io sono diversa- gli dico
-Skyler tu mi piaci, tanto e non poco, tu meriti di essere amata, io non sarò mai in grado di insegnarti ad amare ma io ti amo...- mi dice con dolcezza
-No...James...tu non mi ami- gli rispondo con freddezza
-Invece si, appena ti ho vista, appena ti ho sfiorata, appena ti ho parlato, io ti ho sempre amato...- mi risponde, i suoi occhi non mi trasmettono nulla, le sue labbra non mi trasmettono amore, le sue braccia non mi trasmettono conforto
-James io non ti amo...e non posso imparare ad amarti perché non ci riuscirei...- i suoi pugni si chiudono, la sua mascella si contrae, i suoi occhi diventano ignettati di sangue...
-NO TU MI AMI! TU DICI COSÌ SOLO PERCHÉ PENSI DI AMARE LUI! MA TU AMI ME! E QUANDO TE NE RENDERAI CONTO SARÀ TROPPO TARDI!- urlò
-Non sarà mai troppo tardi perché io non ti amerò mai.- gli dissi freddamente, io non lo amo perché se così fosse il mio cervello andrebbe in pappa, le mie gambe tremerebbero, i miei occhi si illuminerebbero e il mio cuore uscirebbe del petto...ma tutto ciò non accade, perché io non lo amo.
Ed io non amerò nessuno.
A questo punto James si gira ed esce di casa sbattendo la porta ed io rimango immobile ad osservare il vuoto.
"A. Lui. Interessa. Solo. Se. Stesso."
Continuo a pensare a queste fottute parole...
Devo prendere un po' d'aria. Prendo le cuffiette, il telefono e le chiavi di casa ed esco.
Inizio a camminare senza una meta precisa.
Inizio a camminare per le vie della città ascoltando "parole in circolo" di Marco Mengoni, quando vedo una panchina decido di sedermi e di guardare la strada...
Osservo tutto con attenzione, respiro l'aria fresca, osservo le foglie che cadono, osservo il signore al telefono con il figlio affianco che urla e sbraita, la signora che tiene in braccio il bambino...guardo la gente che va di fretta senza capire cosa stanno facendo, i vecchietti che danno da mangiare ai piccioni e i dei bambini che giocano...
Sembra tutto così tranquillo ma solo perché guardiamo con gli occhi e non con il cuore
Quel signore sta così tanto al telefono che non si rende conto che il figlio fa tanto il vizziato perché sa che non avrà mai una cosa...l'amore di suo padre, la madre osserva il suo bellissimo bambino perché domani lo darà in adozione perché non lo può mantenere, i vecchietti che danno da mangiare né hanno passate tante...
-Quello a destra gli è morta la moglie di cancro e non sorride da anni, quella signora a sinistra ha perso il figlio perché si è suicidato per bullismo e l'ultimo ha un problema al cuore e a breve morirà perché i figli non possono pagargli le cure mediche...- una voce maschile a fianco a me mi risveglia dai pensieri
-Come fai a sapere che stavo pensando a questo?- gli chiedo
-Me ne hai appena dato la conferma...- mi risponde
-Connor...perché il mondo è così cattivo?- gli chiedo
-Perché vuole metterci alla prova...- mi risponde
-Come fai a sapere cosa sia successo a loro?- gli chiedo
-Non c'è bisogno di saperlo, basta solo osservarlo...- a questa risposta capisco Connor cosa sia...cosa pensi...io sono come lui, osservo e sto zitta. Come vorrei dirgli che sono uguale a lui, ma non ce n'è bisogno basta solo osservare...
-Connor tu non hai mai sofferto per amore..vero?-
-Già...non potrò mai capire cosa si provi, perché io sono come un mostro...mi piace vedere la sofferenza negli altri, ecco perché li osservo, perché mi piace scoprire le loro angoscie...- dice, ma io leggo nei suoi occhi color mare che non è così.
-Non è vero Connor, il tuo cervello dice così ma i tuoi occhi dicono tutt'altro.- gli rispondo
-Ah sì? E cosa dicono i miei occhi?- mi chiede con fare di superiorità, mi sta sfidando ed io amo le sfide. Inizio a leggergli gli occhi e da lì traggo varie informazioni
-Connor Samuel Jon Ball, nato il 15 marzo , tuo padre non ha mai fatto parte della tua infanzia, tua madre invece si, ma quando è rimasta incinta di tuo fratello ha iniziato a trascurarti e tu sei restato solo, quando tuo fratello è nato hai provato più volte a rimandarlo indietro (hahaha che scemo che eri) tua madre ti metteva in punizione per qualsiasi cosa...e tu ci stavi molto male, l'unica cosa che è rimasta costante nella tua vite è stata la musica...e poi basta non leggo più nulla di interessante...Ah! A scuola soffrivi di bullismo così adesso fai tu il bullo, ecco perché stai con quella ochetta per essere accettato dalle persone...- dico quasi tutto d'un fiato e gli occhi di Connor si scompongono in mille pezzi.
Dopo un paio di minuti passati a fissarmi mi risponde
-Skyler Annie Brown, nata il 25 novembre, hai sempre avuto dei genitori fantastici ma la tua bellissima infanzia è stata rovinata dal tuo cancro al cervello e dal tumore di tuo padre. Prima che lui morisse ti ha detto di essere forte per lui...e infatti tu ti stai tenendo tutte queste emozioni dentro perché non vuoi deludere tuo padre (lui è fiero di te ne sono sicuro). Sei stata sempre in un ospedale ed osservavi i medici, infermieri e i bambini che stavano peggio o meglio di te, hai iniziato a leggere negli occhi perché amavi esplorare le emozioni degli altri e per aiutarli nei loro problemi. Hai sofferto di bullismo per la mancanza dei capelli e infatti adesso hai paura a relazionarti con le persone perché ti ritieni diversa. Stai aspettando che venga qualcuno a salvarti perché stai morendo dentro,ma nessuno se ne rende conto...Ah! Sei innamorata di qualcuno ma non vuoi ammetterlo a te stessa...- dice velocemente, vorrei rispondere ma le parole non escono.
Connor si avvicina a me, mi accarezza la guancia ed al suo tocco le mani mi tremano, le gambe si fanno in pappa, una marcia di persone mi attraversa lo stomaco e la testa non ragiona più...
"A. Lui. Importa. Solo. Di. Se. Stesso."
Questa frase è formata de parole di carta perché nessuno è mai riuscito a leggergli negli occhi...perché se lo avessero fatto questa frase si sarebbe strappata in mille pezzi...ed io sono riuscita a farlo.

Parole di carta .Connor Ball. (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora