|| CARTER ||

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Carter era un semplice ragazzo, non aveva molto di speciale, ma quello che aveva gli bastava per essere unico.
io e lui frequentavamo la stessa scuola e avevamo un paio di corsi in comune, matematica e chimica. e queste erano diventate casualmente le mie materie preferite.
stavo andando al mio armadietto per prendere il libro di chimica e gli appunti.
<<Emma!>> sentii Jazmine chiamarmi.
ricambiai il saluto della mia migliore amica e iniziai a parlare con lei.
<<come mai questo gran sorriso?>> chiese, guardandomi e alzando un sopracciglio.
io le mostrai il libro di chimica e lei alzò gli occhi al cielo.
<<ancora con questo Carter?>> disse poi, ironica, visto che è quasi un anno che mi piaceva.
<<shh! non urlarlo! potrebbero sentirti!>> dissi preoccupata io.
Jazmine scosse la testa, lasciandosi sfuggire una risata.
mi incamminai verso l'aula di chimica e lo vidi. era davanti alla porta, intento a parlare con i suoi amici.
ai miei occhi pareva perfetto, e penso che Noelle era d'accordo con me visto che lo fissava sempre. illusa, lui è mio.
gli amici di Carter se ne andarono e lui si voltò per entrare nell'aula.
controllò, prima di varcare la soglia, gli oggetti che teneva in mano.
<<cazzo, gli appunti!>> gridò a denti stretti, per poi prendermi per mano e portarmi con lui. non potei evitare di arrossire.
<<cosa fai Carter?>> gli chiesi, sorpresa.
<<tu mi accompagni>> affermò convinto, sorridendo.
arrivammo al suo armadietto e prese gli appunti di fretta, per poi riprendermi la mano e ricominciare a correre.
intanto era suonata la campanella e il professore era entrato in classe.
<<scusi il ritardo, professore.>> ci scusammo.
<<per oggi chiudo un occhio, ma che non ricapiti più.>>
annuimmo, per poi sederci negli ultimi posti rimasti, quelli in fondo all'aula.
<<meno male che non si è arrabbiato..>> osservò Carter.
<<vero..>> lo appoggiai.
ci guardammo negli occhi per qualche secondo, poi iniziammo a ridere.
mi sentivo bene con lui. non era mai capitato un episodio del genere, per questo ero un po' emozionata. inoltre, eravamo in coppia per il lavoro di chimica. questo significava che ci saremmo dovuti trovare il pomeriggio per finire di studiare insieme.
ero troppo felice in quel momento.
a me è sempre bastato poco per essere soddisfatta, sono sempre state le piccole cose a farmi stare bene.
cominciò la lezione e noi iniziammo a creare le sostanze, mischiandole e versandole nelle provette.
<<ci starebbe bene una piccola esplosione..>> osservò il ragazzo, alternando il suo sguardo beffardo tra me e le provette.
<<non ci provare!>> cercai di fermarlo, inizialmente con le parole, ma poi siccome non bastarono, gli feci il solletico per allontanarlo dalle provette.
il professore ci lanciò un'occhiataccia, così io e Carter diventammo subito seri e continuammo il nostro lavoro.
poco dopo mi voltai verso Noelle, quella ragazza alta, mora, con gli occhi azzurri e il fisico perfetto. lei mi stava guardando con fare maligno e con gli occhi socchiusi. io scossi la testa e iniziai a ridere silenziosamente. Noelle sbuffò e incominciò a parlare all'orecchio dell'amica.
<<ti posso fare una domanda?>> chiesi a Carter.
<<dimmela>> mi invitò a continuare.
<<cosa ne pensi di Noelle?>>
ero davvero curiosa di sapere cosa ne pensava di quella ragazza, volevo scoprire se era minimamente interessato a lei o meno.
<<ha un bel culo!>> commentò,
convinto della sua affermazione.
roteai gli occhi al cielo, aggiungendo un "seriamente" che sussurrai piano.
<<sei bellissima quando fai così>> disse sorridendo.
io lo guardai confusa. cosa avevo appena sentito?
<<eh?>> chiesi sbalordita.
<<l'ho detto? cazzo l'ho detto!>>
io abbassai lo sguardo per nascondere il rossore delle mie guance. non riuscii a trattenere un sorriso.
<<parlavo di Noelle...>> ammise poi, dopo qualche istante.
<<ah.. si fa piccante la cosa>> cercai di evitare la sofferenza di quelle parole, scherzandoci su.
<<ehm.. si..>> disse lui incerto.
durante la lezione non ci rivolgemmo parola, se non per qualche indicazione sui compiti.
<<ci... ci vediamo oggi a casa mia per.. finire il lavoro?>> mi chiese Carter.
<<okay.>> non lo guardai nemmeno, mi voltai e mi diressi verso la mensa.
stava andando tutto alla perfezione. ma se qualcosa era perfetto, non faceva parte della mia vita.
al termine delle lezioni pomeridiane, uscii da scuola e mi incamminai verso casa. vidi in lontananza Carter e Noelle che ridevano e scherzavano, respirai profondamente e sveltii il passo.
arrivata a casa, lanciai lo zaino in un angolo della mia stanza e mi sdraiai sul letto a pensare.
sentii il telefono vibrare nella tasca dei miei jeans, così lo presi ed aprii il messaggio che avevo ricevuto.
Da: Carter :)
"ti aspetto per le 5."
mi ero completamente dimenticata che dovevo andare da lui. provai qualcosa di strano nel pensare che per una volta non ricordavo qualcosa che riguardasse Carter. ma, d'altronde, lui ricordava tutte le cose che ricordavo io? si sarebbe mai ricordato il modo in cui ci guardavamo? il mio sorriso sempre pieno d'amore e sincero? no. lui si ricordava gli sguardi e i sorrisi di Noelle. inoltre, la freddezza di quel messaggio mi lasciò riflettere troppo.
feci i compiti delle altre materie, finché arrivarono le quattro e mezza.
mi guardai allo specchio.
"sei perfetta" mi dissi interiormente.
non per accrescere il mio ego, ma per accrescere la mia autostima e la sicurezza in me stessa.
decisi di non aggiungere nessun trucco né di cambiare i vestiti. spruzzai solo un po' di profumo ed uscii di casa.
avvertii mamma che sarei tornata a casa più tardi per cena, perché ero a studiare da un amico, con un messaggio e andai dritta dritta da Carter.
suonai il campanello e sua madre mi aprì la porta cordialmente.
<<ciao! tu devi essere Emma! Carter mi aveva detto che saresti venuta..>> disse mentre varcavo la soglia di casa.
<<salve signora Reynolds!>> dissi contenta. mi piaceva il fatto che Carter parlava di me, anche se ne parlava con sua madre e le diceva ben poco. ma almeno il mio nome era uscito da quelle sue fottute labbra che avrei baciato in ogni istante.
mentre salivo le scale, sua madre espresse i suoi pensieri a voce alta.
<<ah, sono contenta che Carter possa studiare con due ragazze così in gamba...>> disse, mentre si allontanava verso il salotto.
due ragazze? ma sapeva contare? in quel momento, quella piccola ansia che provavo era diventata enorme.
a passo lento, raggiunsi il piano superiore e bussai alla porta della camera di Carter.
<<aaaaavanti!>> disse lui, con una voce che avrei riconosciuto anche sott'acqua. era ubriaco.
aprii cautamente la porta, per poi trovarmi davanti una scena abbastanza scabrosa.
Carter senza maglietta sdraiato sul letto, Noelle sopra di lui senza i suoi stretti pantaloni che le strizzavano quel poco di sedere che aveva e che Carter riteneva "bello".
<<vieni qui, aggiungiti>> disse poi, Carter.
<<ascolta, sono venuta qui per studiare, non per...>> interruppi la frase, per indicare ciò che stavano facendo i due ragazzi. <<questo.>> aggiunsi in seguito.
<<determinata la ragazza>> osservò Carter, alzando le sopracciglia e annuendo.
<<cosa gli hai dato?>> chiesi a Noelle.
<<è il nostro piccolo segreto..>> disse poi la putta-... ragazza.
<<brutta idiota, dimmi cosa gli hai dato!>> le urlai poi contro.
<<stai calma!>> cercò di placarmi, ma invano.
<<dimmi cosa gli hai dato o ti faccio passare la voglia di vivere.>> mi sembrai esagerata nel dire questo, ma poi mi resi conto della gravità della situazione.
<<ti ho detto di calmarti.>> affermò, avvicinandosi a me lentamente.
<<ed io ti ho detto di dirmi cosa gli hai dato.>>
la ragazza si fermò a pochi centimetri da me e notai i suoi pugni stretti, quasi volesse picchiarmi.
ma io sarei arrivata alle mani per Carter. ma non solo per lui, anche per tutte le persone che non meritano tutto ciò.
<<Gocce Imperiali.>> affermò poi, con un ghigno stampato sulla bocca.
sbiancai al solo pensiero di quella bevanda. Gocce Imperiali. Gocce Imperiali. no non poteva averlo fatto davvero.
<<puttana! lo sai vero che è uno dei liquori più forti?! e che può creare lesioni alle corde vocali?! sei un'idiota!>> appena le feci notare i danni che quel liquore può provocare, ella perse tutta la sicurezza nel suo corpo, iniziò ad allontanarsi da me, tremando.
<<non è vero.>> cercò di farmi passare per una bugiarda.
<<adesso rivestiti, esci da qui e non farti vedere più!>> le ordinai.
Noelle, ancora in preda al panico, fece ciò che le avevo detto e, finalmente rimasi da sola con Carter. più o meno..
<<Carter...>> lo chiamai, sedendomi al suo fianco.
<<Emma>> disse lui. la voce era la classica voce di un ubriaco, ma non sembrava aver subito danni.
lo abbracciai forte e lui ricambiò.
<<ti... ti posso dire una cosa?>> mi chiese, mentre si staccava dall'abbraccio, guardandomi negli occhi.
<<certo>> sorrisi, accarezzandogli la guancia.
<<a me Noelle non piace.. quando ho detto che eri bellissima intendevo te, non lei... io ti amo.>>
rimasi stupita da quelle parole, ma non completamente sorpresa. mi erano sorti infatti dei dubbi in precedenza. Carter non stava né guardava mai Noelle, quindi come poteva piacerle da un momento all'altro?
sorrisi comunque a quelle parole.
lui si avvicinò per baciarmi, ma io lo respinsi.
<<ne parliamo quando sarai sobrio.>>
lui si limitò ad annuire, poi però si precipitò in bagno, cercando di non vomitare in camera. mi venne la nausea al solo pensiero, quindi andai in terrazza e presi aria, aspettando che si riprendesse.
iniziai a fare i compiti di chimica, da sola. qualcuno doveva pur farli.
Carter si addormentò ed io rimasi lì a guardarlo, ad ascoltare i suoi respiri e il suo cuore.
erano le sette ed io me ne andai, lasciando un biglietto a Carter. dissi alla mamma di Carter che si era addormentato e di non svegliarlo perché era molto stanco. lei mi ringraziò e me ne andai. ripensai molto riguardo a quello strano e insolito  pomeriggio appena passato ma mi resi conto che fortunatamente non ne aveva bevuto molto di quel liquore, giusto due cucchiai. quel liquore che era tanto forte da mandare in tilt chiunque.
<<buon pomeriggio>> gli dissi, sorridendo, all'uscita di scuola.
<<Emma! cosa è successo ieri?>>
<<è una situazione difficile da spiegare..>> esitai, ma poi gli dissi tutto per filo e per segno, senza tralasciare le parole dette in assenza di Noelle.
<<sono uno stupido!>> si prese la testa tra le mani e faceva dei respiri profondi.
<<tranquillo, Carter. non è colpa tua.>> lo rassicurai.
<<lo so, ma se ti avessi detto prima che ti amo, non sarebbe successo tutto questo.>>
<<ma se è successo, doveva succedere.>> gli feci notare.
lui si leccò le labbra, fissando le mie.
<<hai fatto chimica da sola?>> mi chiese.
<<sì>> confermai.
<<scusa se... ti ho fatto venire a casa mia.. a fare i compiti da sola.. come posso rimediare?>> si scusò, ma lui non aveva colpa.
<<tranquillo, non è colpa tua, non c'è bisogno che rimedi>> gli dissi, ma lui insisteva.
<<no, no. io ti porto da qualche parte sabato. promesso.>> mi diede la sua parola che mi avrebbe portata fuori ed io non potei essere più felice.
<<allora... a domani, Carter>> lo salutai.
<<a domani, bellissima>> mi abbracciò  e mi baciò sulla fronte.
dovetti aspettare soltanto ventiquattr'ore prima dell'atteso sabato.
decisi di inviare un messaggio a Carter.
a: Carter :)
"dove mi porti? devo decidere cosa mettere.. ;)"
la risposta arrivò dopo pochi istanti.
da: Carter :)
"dove ti porto è una sorpresa, ma ti consiglio di mettere qualcosa di leggero e comodo :)"
optai, allora, per un paio di jeans neri ed un crop top grigio.
Carter arrivò e mi portò a fare un picnic in una campagna qui vicina.
dopo pranzo, andammo a fare una passeggiata. il prato in cui camminavamo sembrava non finire mai, così come l'amore che provavo per Carter. quest'ultimo mi avvolse con un braccio, posando la sua mano in un mio fianco. mi avvicinai a lui e mi strinse ancora più forte. tra le chiacchiere e le risate eravamo giunti ad un ruscello. ci sedemmo in una panchina attigua ad esso.
<<abbiamo una questione irrisolta, o sbaglio?>> chiesi.
dovevamo assolutamente chiarirci.
il cuore mi batteva più forte di quanto avesse mai fatto e tremavo come una foglia.
<<hai ragione... Emma..>> mi prese il viso tra le mani e ci guardammo negli occhi per pochi attimi che sembravano infiniti.
<<non ci sono abbastanza parole per descrivere quello che provo per te, quindi...>>
i nostri visi si avvicinarono velocemente, così le nostre labbra si sfiorarono.
sentii le farfalle allo stomaco, era un'emozione che mi metteva adrenalina in corpo.
Carter permette le sue labbra sulle mie, per poi approfondire il bacio.
mi spostai, mi sedetti sulle sue gambe, senza interrompere troppo questo attesissimo bacio.
era così strano il modo in cui le nostre labbra combaciavano perfettamente, il modo in cui mi sentivo quando ero con lui.
perché lui è l'unico che mi abbia mai fatto sentire... viva.

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