|| SAM ||

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la sua morbida pelle a contatto con la mia, le sue carezze, i suoi abbracci. i baci, quelli sulle labbra, quelli sul collo. mi mancavano tutti, dal primo all'ultimo. era tutto così perfetto quando ero con lui.
il ricordo di quando passavamo le giornate nel divano a guardare film, di tutte le nostre uscite e di tutti i bei momenti passati insieme non se ne andrà mai.
sono "solo" 8774 km. ottomilasettecentosettantaquattro chilometri. la distanza tra me e lui è enorme e vorrei annientarla con un solo passo, se solo potessi.
non ci scriviamo più costantemente come ai primi tempi, ma le nostre parole sono rimaste. sono rimaste in ogni piccola cosa, in ogni piccolo gesto, in ogni piccolo dettaglio. l'ultima volta che è venuto a Londra è stato sei mesi fa. ma ci siamo conosciuti a Los Angeles, undici mesi fa.
ma, nonostante sia passato così tanto tempo, non mi dimenticherò mai di lui.
Sam Wilkinson, colui che mi rubò il cuore e non me lo ha mai restituito.
mi ricordo ancora quando me lo presentarono.
<<Maya, lui è Sam. Sam lei è Maya.>>
disse Scarlet, una degli amici che avevamo in comune.
ci guardammo a lungo negli occhi.
mi persi in quelle iridi profonde.
e lui sorrideva. aveva quel sorriso che mi faceva perdere la testa.
per non parlare di tutti gli scherzi che ci hanno fatto e tutti i piani che i nostri amici hanno messo in atto per farci innamorare. ma non sono stati quelli a farmi provare questo fuoco dentro.
è stato semplicemente Sam. sono state le sue parole dolci, le sue risate, a farmi impazzire. ci hanno messi in situazioni imbarazzanti, ci hanno fatto perdere la testa, il controllo.
e le mie amiche nemmeno si stupiscono più di me che rifiuto qualsiasi ragazzo mi capiti davanti. ormai anche i muri hanno capito che finché non dimenticherò Sam, nessun altro potrà prendere il suo posto. perché è difficile trovare qualcuno che ti faccia trovare te stessa, proprio come ha fatto lui con me.
vorrei poter far tornare indietro il tempo e fermarlo, proprio nel momento in cui ci stringevamo in un abbraccio forte e lui mi baciava la testa.
mi vengono i brividi al solo pensiero.
mi chiedo come sia possibile provare tutte queste emozioni e tutti questi sentimenti per qualcuno.
il mio telefono inizia a vibrare.
è Sammy.
<<pronto?>> rispondo, con voce ferma e sicura, ma con un velo di preoccupazione.
<<Maya.>> dice lui. quanto è strano il modo in cui pronuncia il mio nome. lo rende ancora più bello.
<<Sammy.>> sorrido mentre dico il suo nome.
finalmente posso sentire la sua voce.
<<pensavo non mi rispondessi.>> ammette Sam.
<<perché non avrei dovuto?>>
<<non so... è passato così tanto tempo..>>
<<non sarà sicuramente il tempo a dividerci, lo sai.>>
<<e la distanza?>>
<<nemmeno quella.>>
è così colmante il fatto che stiamo parlando al telefono. riesce, anche se dietro ad uno schermo, a riempire il vuoto che egli stesso mi ha lasciato e che mi porto dentro da tempo.
<<come sei vestita?>>
<<perché questa domanda?>>
<<tu dimmelo e basta>>
<<okay, sono in pigiama, adesso mi dici perché?>>
<<in pigiama?>> Sam scoppia in una risata ed io scossi la testa.
<<cosa c'è? tanto oggi non devo fare nulla!>> mi lascio trascinare e mi faccio sfuggire una risatina.
<<sei la solita, non sei cambiata minimamente.>>
<<nemmeno i miei sentimenti sono cambiati.>> l'ho detto? con quale coraggio?
<<neanche i miei, principessa.>>
<<è passato così tanto tempo dall'ultima volta che mi hai chiamata così.>>
<<ti piace se ti chiamo così, vero?>>
<<sì, molto.>>
<<allora continuerò a chiamarti così.>>
sorrido come un'ebete. riesce a farmi stare bene anche soltanto con una telefonata, figuriamoci come mi sentirei se l'abbracciassi di nuovo.
<<comunque, adesso non posso più aspettare.>> dice. rimango confusa, cosa sta facendo che non può aspettare?
<<visto che sei in pigiama...>> non finisce la frase e chiude la telefonata senza nemmeno salutarmi.
lentamente poso il telefono sul divano, accanto a me. fisso il televisore, acceso su uno di quei programmi di politica noiosi e tutti uguali e che deve essere iniziato dopo il film che stavo guardando.
ancora con la mente confusa, mi reco in cucina per bere un bicchier d'acqua.
poi suona il campanello.
svogliata, vado ad aprire.
non mi importa del mio aspetto trasandato, chiunque è dall'altro lato della porta pensi quello che vuole.
inizialmente guardo dallo spioncino e vedo una chioma scompigliata che aspetta che io apra la porta.
non l'ho riconosciuto subito.
ma poi, mi rendo conto che qualcosa di familiare l'aveva.
apro di scatto la porta e trovo Sammy. il mio Sammy.
lui apre le braccia ed io corro ad abbracciarlo. ma appena lo sfioro, egli scompare.
<<dove sei, Sammy?>> dico, accasciandomi a terra.
chiudo gli occhi, li stringo forte per non piangere. li apro.
un sogno.
un fottutissimo sogno.
Sammy non è mai venuto a casa mia. Sammy non mi ha mai chiamata.
era solo la mia immaginazione.
però mi svegliai contenta.
ormai ho capito che devo solo accontentarmi. anche se sono convinta che Sam tornerà. lo so, perché se il destino ci ha fatti incontrare e perdere, allora perché non dovrebbe farci ritrovare?
i giorni passano ed io rimango.
la gente pensa che io sia pazza, o malata. ma sono solo innamorata.
si fa sera e decido di ordinare una pizza. chiamo Cindy, la mia migliore amica, e le chiedo di venire qui a mangiare la pizza e guardare un film con me. lei, non sapendo rifiutare ad un invito in cui c'è la parola "pizza", accetta.
dopo mezz'ora Cindy arriva e ci sediamo in cucina in attesa della nostra cena.
il campanello suona dopo poco.
mentre vado ad aprire immagino tra me e me la faccia che farei se a portarmi la pizza fosse Sam. poi torno alla realtà, trovando davanti il solito ragazzo bassino con gli occhiali. non che abbia qualcosa contro le persone basse o che portano gli occhiali, ma il mio cuore ormai appartiene a qualcun altro. prendo le pizze e pago, per poi dirigermi in cucina.
mentre mangiamo, Cindy prende parola.
<<mi sto sentendo con un ragazzo>> mi informa. "beata te", penso.
<<come si chiama?>> le chiedo, ormai curiosa.
<<Pablo, è spagnolo.>>
<<ahh, quindi lo vuoi straniero?>> la prendo in giro.
<<parla lei..>> sorride maliziosa.
roteo gli occhi al cielo e lei ride. in effetti anche Sam è straniero, ma almeno parliamo la stessa lingua.
<<lui parla inglese immagino>>
<<certo, però io lo amo quando parla lo spagnolo!>>
<<cosa ti dice?>>
<<che sono una "puta">>
io scoppio in una risata incontenibile.
<<sai cosa vuol dire?>> le chiedo, non riuscendo a smettere di ridere.
<<no... ma dal modo in cui lo dice sembra qualcosa di stupendo!>> esclama entusiasta. se solo sapesse cosa significa in realtà...
<<Cindy, ti ricordi quella ragazza spagnola che ha fatto il secondo anno di liceo con noi?>> le chiedo.
<<certo, e mi ricordo anche tutti i ragazzi che si è fatta...>> ammette, con un velo di disprezzo nella voce.
<<e ti ricordi anche come la chiamavano in tutta la scuola?>> eccoci. sono curiosa di vedere la sua faccia quando capirà che il suo ragazzo la chiama "puttana".
Cindy mi guarda strabuzzando gli occhi.
<<non me lo ricordavo questo. porca troia!>> dice. non capisco se impreca seriamente o per scherzo.
<<ora mi sente quello>> aggiunge, prendendo il telefono dal tavolo e alzandosi arrabbiata.
<<Pablo!>> la ascolto.
<<ti devo dire una cosina..>> dice dolce.
<<puta ci chiamerai tua sorella!>> e riattacca.
<<e se scherzava?>> le chiedo.
<<me lo avrebbe dovuto dire che cosa significa!>>
<<e tu te la prendi per così poco?>> le faccio notare.
Cindy alza le spalle.
<<d'altronde, non sarei Cindy se non fossi esageratamente esagerata.>> ragionamento contorto, ma vero.
come quando iniziò a urlare per strada che io e Sammy dovevamo stare insieme e che eravamo perfetti l'uno per l'altra. il problema era che Sam si trovava esattamente dietro di noi...
camminavamo per le vie di Los Angeles, io, Cindy, Sammy ed altri amici.
<<ti posso dire una cosa?>> mi chiese, con quel suo tono malizioso. già avevo capito che non si trattava di qualcosa di semplice da gestire, ma non pensavo raggiungesse certi livelli.
<<l'hai capito che vi piacete? no perché ogni volta che vi guardate sorridere sempre, arrossite e lui ci prova con te un sacco. inoltre sei sempre l'ultima persona a cui scrive prima di andare a dormire. siete perfetti per stare insieme, dovreste fidanzarvi.>> la presi per un braccio e le sussurrai arrabbiata: <<sei impazzita per caso?>>
lei scoppiò in una risata, scuotendo la testa. facemmo finta di niente per tutta la serata, chiarimmo soltanto dopo giorni.
Cindy mi riscuote dai miei pensieri.
<<domani usciamo.>> mi dice. non è  una domanda, ma un'affermazione.
<<e se non potessi?>> la stuzzico.
<<ti faresti del male...>> fa un altro dei suoi sorrisi maliziosi, ma questo non riesco ad interpretarlo completamente.
<<cioè?>> chiedo spiegazioni.
<<cioè tu appena ti chiamo scendi.>>
non ne ho molta voglia, sinceramente, ma penso che uscire mi faccia bene.
<<okay...>> mi rassegno.
la serata passa velocemente, tra risate e pettegolezzi, così Cindy torna a casa sua.
mi sdraio nel mio letto, fissando il soffitto. decido di mettere un po' di musica, schiaccio la riproduzione casuale del mio telefono e parte 'Yesterday' dei Beatles.
yesterday, all my troubles seemed so far away.
now it looks as though they are here to stay.
oh, I believe in yesterday.
ed io ieri, non temevo affatto i problemi. sembravano così lontani, li vedevo come una luce sfuocata in fondo al tunnel.
yesterday, love was such an easy game to play.
now I need a place to hide away.
oh, I believe in yesterday.
sì. io credo in ieri. perché ciò che avevo ieri, sono convinta che tornerà.
una lacrima mi scende nella guancia, non faccio nulla per fermarla.
<<perché continuo a piangere? un giorno starò bene. lo so e non c'è bisogno che me lo ripeta.>> e invece il bisogno c'è e anche tanto. ma più che altro che me lo dica qualcun altro, qualcuno di speciale che mi faccia tornare il sorriso. ma non lo ammetterò mai.
mi preparo per andare a letto e, controllando l'orario, 00:30, mi distendo nel letto, sotto alle coperte.
faccio per spegnere il telefono ma quest'ultimo inizia a vibrare: un messaggio.
sconosciuto:
"preparati amore mio"
non capendo di cosa si tratta, spengo il telefono, facendo finta di nulla.
sarà qualcuno che ha sbagliato, sicuramente.
la mattina mi alzo e faccio colazione.
passo ore sui libri a studiare per un test dei giorni successivi. non è il modo migliore di passare il sabato, ma non avevo scelta.
arrivate le cinque del pomeriggio, mando un messaggio a Cindy, per chiederle l'orario della nostra uscita.
lei risponde subito:
Cindy:
"penso di essere lì per le sei. inizia a prepararti ;)"
le risposi semplicemente "Okay".
entro in bagno e mi faccio una doccia veloce senza capelli, dato che li ho lavati ieri.
indosso degli skinny jeans neri con degli strappi alle ginocchia, una camicia aperta con sotto una maglia grigia sotto. ai piedi le mie fedeli vans nere.
mi trucco leggermente con un velo di eye-liner, il mascara e un po' di rossetto rosa chiaro.
mentre aspetto che Cindy arrivi, guardo la televisione.
dopo neanche dieci minuti, mi chiama.
<<Cindy!>>
<<Maya, sono qui sotto, scendi?!>>
<<arrivo subito!>>
acchiappo la borsa dalla poltrona, chiudo a chiave la porta e mi precipito all'entrata del palazzo.
saluto Mark e Sophia, i miei vicini di casa che stanno entrando proprio in questo momento.
poi esco.
mi guardo intorno, ma di Cindy nemmeno l'ombra.
vedo, poi una figura maschile venire nella mia direzione.
il cuore comincia a battermi così forte che penso mi stia per uscire dal petto.
adesso capisco il senso e il mittente del messaggio di ieri sera.
lui si avvicina lentamente, aprendo le braccia. io inizio a correre nella sua direzione, facendo cadere a terra la mia borsa, appena prima di saltargli in braccio.
lo stringo forte. questa volta non era affatto un sogno: era la semplice realtà.
non dico nulla, lo abbraccio soltanto.
mi stacco leggermente, per poi prendere il suo viso tra le mani e iniziare a baciarlo.
un bacio voglioso, un bacio di nostalgia colmata. uno che aspettavo da troppo tempo.
una lacrima scende nel mio viso. stavolta però è per una buona causa: sono felice.
appena ci stacchiamo dal nostro bacio, non possiamo smettere di sorridere.
<<sapevo che saresti tornato, Sammy.>>
<<ti amo.>>

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