la sveglia suona ed io, pur svogliatamente, la spengo. prima di alzarmi dal letto, aspetto qualche minuto, per poi scendere a fare colazione.
<<buongiorno papà, mamma.>> saluto i miei, sedendomi a tavola e addentando un biscotto.
dopo aver mangiato torno in camera, mi preparo e mi incammino verso la scuola. a metà strada incontro Erika, una mia cara amica, insieme a dei ragazzi che avevo già visto ma con cui non avevo mai parlato.
la ragazza mi saluta e mi invita a passare del tempo con il suo gruppo e, non avendo voglia di passare da sola il tempo che avrei impiegato ad andare a scuola, accettai l'invito.
<<infine, lui è Jack Gilinsky>> mi presenta tutti i suoi amici, uno ad uno.
<<ciao bellezza>> mi saluta, facendomi l'occhiolino e sorridendo maliziosamente. io alzo un sopracciglio, chiedendomi da dove venisse tanta confidenza.
però è davvero un bel ragazzo, Jack. ha un sorriso che mi fa andare in un altro mondo, tanto è bello. avrei voglia di abbracciarlo, passare le mani tra i suoi capelli, che sembrano essere estremamente morbidi, e baciare quelle labbra carnose.
<<potresti anche smettere di fissarmi>> la sua voce interrompe i miei pensieri.
<<non vorrei deluderti, ma a dire la verità stavo guardando il capitano della squadra di football dietro di te>> sorrido, compiaciuta delle mie parole, se pur false, e me ne vado, sorpassandolo ed entrando a scuola, dirigendomi verso il mio armadietto.
alla fine della terza ora, quella di storia, cammino verso l'aula di inglese, ma vengo fermata da una figura maschile abbastanza robusta.
<<tu oggi pranzi al mio tavolo>> mi ordina Gilinsky.
<<non penso proprio>> okay, forse potrei pensarci, ma sicuramente tu non lo verrai a sapere.
<<ho detto: tu oggi pranzi al mio tavolo.>> ripetè, scandendo ogni singola parola della sua frase.
<<ed io ho detto di no>> dissi ancora, camminando oltre e raggiungendo la classe dell'ora successiva.
le ore passarono in fretta, anche se avrei preferito evitare il momento in cui avrei visto Jack.
Mi diressi insieme ad Erika alla mensa, dove già aveva preso posto Gilinsky.
Si trovava ad un tavolo in un angolo, il più lontano dalla porta.
Gli passai accanto, senza però sedermi nel posto che egli aveva tenuto per me, vicino a lui.
Non lo degnai di uno sguardo e sapevo che l'avrei fatto arrabbiare, facendo così.
Infatti mi prese per un polso, stringendolo, ma non troppo, e mi attaccò al muro. Ci trovavamo a pochi centimetri di distanza, il mio cuore batteva forte, ma non lo diedi a vedere.<<perché non vuoi pranzare con me, bellezza?>> chiese, posando una mano su un mio fianco.
Io rimasi in silenzio a fissarlo.
Non che ero incantata da tanta bellezza, dai suoi gesti o, semplicemente, da lui.
Solo non sapevo cosa dire.
Il mio sguardo ricadde sulle sue labbra, che mordicchiava con i canini.
Lui lo notò e fece per avvicinarsi e posare le sue labbra sulle mie, ma io glie lo impedii.
Scoppiai in una risata, mentre lui mi guardava confuso.
<<pensavi davvero che ti avrei baciato?>>
continuai a ridere, per poi vederlo tornare seduto, arrabbiato.Tornai a casa, insieme ad Erika, visto che decidemmo di studiare insieme, quel giorno.
<<allora... con Jack... che mi dici di lui?>>
<<è talmente prepotente, arrogante e stronzo che... potrei innamorarmi di lui>>Quel giorno, però, non fu l'unico in cui Jack cercò di baciarmi.
Mi trascinò negli spogliatoi della palestra, ma non accadde nulla.
Mi accompagnò a casa un paio di volte e per salutarlo pretese un bel bacio, ma tutto ciò che feci fu stampargli un bacio sulla guancia, nulla di più.Ero a casa, quando suonarono il campanello. Immaginavo fosse mamma oppure papà, o Erika, ma ciò che vidi fu tutt'altro che loro.
C'era Jack, con un mazzo di rose in mano e un biglietto.
<<Io, non so più come fare. Prima era solo una sfida, una scommessa. Adesso è diventato molto di più. Vorrei averti, ma non per lasciarti andare subito dopo. Non ne varrebbe la pena. Tu sei da tenere stretta, perché sei difficile da avere e altrettanto difficile sarà trovare una come te. Io.... Non so come dirlo... insomma... Io... penso di essermi innamorato di te>>
Quelle parole mi pietrificarono.
Ero riuscita a scavare e trovare il vero Jack Gilinsky. Quello che amo più del Jack che ho conosciuto all'inizio.
Presi le rose in mano, odorai il loro profumo e sorrisi al ragazzo.
Poggiai il mazzo in un tavolino vicino a me per poi avvolgere le mie braccia attorno al collo di Jack.
Non parlai, in quel momento le parole non erano abbastanza.
Poggiai le mie labbra sulle sue, ma le ritrassi subito dopo.
<<Chi mi dice che non è una messa in scena? Che tu stia facendo questo solo per ottenere un bacio e poi lasciarmi andare?>>
<<Te lo dico io. E puoi fidarti. Sei l'unica che io abbia mai amato. E non voglio per nulla al mondo rinunciare a te. Sei ciò che mi rende felice, ciò che mi fa stare bene. Ho capito che senza di te il mio mondo sarebbe... buio. Perché tu sei la mia unica luce, l'unica->>
Non lo feci continuare e lo baciai. Mandai tutto a quel paese, davanti ad un ragazzo che dice queste cose sarebbe da scemi non baciarlo, anche se ancora non ero completamente sicura.
Inizialmente fu sorpreso dal mio gesto, ma poi ricambiò il bacio in modo passionale.
Finalmente passai le mani sui suoi morbidi capelli, potei sentire le sue carnose labbra sulle mie.
Jack teneva le sue mani sui miei fianchi e piano piano le faceva scendere sempre di più.<<Ho interrotto qualcosa?>> chiese divertita Erika.
Io e Jack ci staccammo immediatamente ed io arrossii fortemente, mentre il ragazzo ridacchiò.
<<Mi chiedevo quanto ci avreste messo a baciarvi... Più di quanto pensavo sinceramente>>
Non sapevo cosa dire, ero ancora nel mio mondo a limonare con Jack davanti alla porta di casa mia.
<<Penso che abbiate di meglio da fare, quindi tolgo il disturbo.>> disse la ragazza, facendo un cenno di saluto con la mano.
<<Ma tu non disturbi mai>> la rassicurai.
<<In questo caso sì>> ammise lei stessa, facendomi l'occhiolino.Così, io e Jack riprendemmo ciò che avevamo interrotto, in camera mia.
Era tutto così bello. Sembrava tutto così surreale. Non mi importava più se sarebbe stata l'unica volta che sarebbe successo, o se Jack mi aveva mentito e non mi amava veramente. Io in quel momento stavo bene ed è questo che conta.(sei mesi dopo)
<<Non pensavo che andasse a finire così... Insomma, guardaci..>> Dissi, ammirando il nostro riflesso allo specchio.
Jack mi abbracciava da dietro e mi lasciava dei leggeri baci sul collo.
<<Io invece ero sicuro che sarebbe andata così.>> Mi disse il ragazzo.
<<E perché l'hai fatto? Perché non te ne sei andato?>>
<<Perché ti amo>>
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MAGCON ||immagina - storie brevi
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