|| MATTHEW ||

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<<tornerò da lui.>> affermai.
<<Julie, tu sei pazza!>> gridò la ragazza dai capelli rosa, Leah.
Leah è la mia migliore amica, colei che mi ama così come sono, colei con cui posso fare le mie pazzie senza essere giudicata.
cercai di mantenere la calma, mordendomi il piercing al labbro inferiore e giocherellando con le punte dei miei capelli verdi.
<<cazzo, Julie, non avete fatto altro che litigare! non poteva funzionare!>> continuò.
<<no, Leah! io l'amavo, io lo amo!>> dissi, ripensando a tutti i momenti passati con Matthew.
io e lui eravamo così diversi, ma era così che ci completavamo.
lui era il solito ragazzo perfetto, quello che va sempre bene a scuola e che non ha problemi con nessuno.
flashback
era così strano trasferirsi. una nuova casa, una nuova camera, dei nuovi vicini.
presi le mie cose e le sistemai nella mia stanza, con ordine.
mi affacciai alla finestra, entrando in terrazza. era così bello il tramonto, potevo vedere il parco, con alberi alti che si abbinavano con i colori del cielo e le sue sfumature. però, una cosa in particolare, attirò la mia attenzione: Matthew Espinosa. era a torso nudo, potevo vederlo da camera sua. non mi resi conto che lo stavo fissando finché lui mi salutò con la mano. scossi la testa e  ricambiai il gesto. Matthew era il mio nuovo vicino di casa.
da quando mi trasferii in quella casa, tutte le mattine andavo a scuola con lui.
da quando mi trasferii, tutto era cambiato.
fine flashback
io ero solo "quella strana" o "quella coi capelli verdi". ho sempre avuto bisogno di qualcuno come Matthew, che mi completasse. però nessuno era mai riuscito a completarmi nel modo in cui lo faceva lui.
<<Julie, tutte le cose belle finiscono! l'estate finisce, lasciando spazio all'inverno..>> parlò Leah, risvegliandomi dai miei pensieri.
<<ma, Leah, chi dice che non si può stare bene anche al freddo? chi dice che delle coccole sotto ad una coperta, bevendo cioccolata calda non possano rendere felici?>> dissi.
<<non puoi tornare da Matthew. lo sai.>>
<<io ci tengo a lui. è per questo che litigavamo.>>
con lui è stato tutto un litigio, ma, quando bisticciavamo, finiva tutto con un bacio ed un abbraccio, come a dire "io ti amo".
<<Leah, io vado, mia madre mi starà cercando.>> dissi, controllando l'orologio.
la salutai e mi diressi verso casa.
mentre ero nel viale, passai davanti alla casa di Matthew. il ragazzo era seduto sul marciapiede davanti al cancello, leggendo il suo libro preferito.
<<Matthew>> lo chiamai sorridendo.
avevo gli occhi rossi, iniettati di sangue: avevo appena pianto, come tutti i giorni.
lui mi manca.
<<Julie..>> rispose, mantenendo la testa bassa.
<<è da tanto che non litighiamo.>> gli feci notare, sedendomi accanto a lui.
non potevo negarlo, mi mancava tutto di noi.
<<eh, si. mi mancano i nostri litigi.>> ridacchiò lui.
a quelle parole, il mio cuore perse un battito. ero sempre stata una tosta, ma, con Matthew, era tutto diverso: bastava che mi sfiorasse che andavo in tilt.
<<anche a me..>> sospirai.
<<andiamo a fare una passeggiata?>> chiesi, interrompendo il silenzio che c'era tra di noi. era uno strano silenzio, quel tipo di silenzio che ti culla, ti conforta. quel tipo di silenzio che parla quando le parole non bastano.
<<andiamo.>> disse alzandosi e porgendomi la mano, aiutandomi ad alzarmi. posò il libro in casa e ci incamminammo, con la luce dei lampioni che ci illuminavano la strada. mandai un messaggio a mia mamma, per rassicurarla che ero viva e vegeta insieme a Matthew.
<<Julie, Julie, Julie...>> disse una voce fin troppo familiare, per me, alle mie spalle, mentre entravamo nel parco.
<<Logan, Logan, Logan...>> gli feci il verso io, voltandomi insieme a Matt.
lui mi ha offesa, umiliata, lui ha cercato di portarmi via da Matthew.
<<vedo che non ti stanchi mai di stare con quello sfigato di Espinosa..>> continuò, con un ghigno stampato in faccia.
<<lo sfigato sarai te!>> gli urlai contro.
<<uh, ora entri nella difensiva del tuo amore... ma fammi il piacere>>
<<guarda che ho capito.>> dissi, calma, avvicinandomi a lui.
<<cosa avresti capito? sentiamo..>> sorrise malizioso.
<<tu sei solo un cazzo di invidioso. un geloso del..>> non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai le sue labbra premute sulle mie.
Matthew corse via. lo capisco, l'avrei fatto anche io.
mi staccai dalle grinfie di quella sottospecie di orco e lo schiaffeggiai.
<<come cazzo ti permetti?!>> gridai. il parco era silenzioso, la mia voce rimbombava tra gli alberi.
<<non hai mai fallito nel farmi restare sola.>>
<<con me sola non saresti>> disse. sapevo cosa intendeva, sapevo che, se fossi stata la sua ragazza, mi avrebbe portata solo a letto. mi avrebbe soltanto usata.
<<so che stai parlando con le mie parti intime e, beh, loro non hanno bisogno di roba piccola>>. era un colpo basso per me, ma era l'unico modo per umiliarlo, per metterlo in ridicolo.
iniziai a correre nella stessa direzione in cui era andato Matt. le lacrime mi rigarono il viso, senza di lui ero solo il cielo senza le sue stelle.
mi sedetti in una panchina, aspettando che le lacrime si fermassero.
<<non piangere.>> mi consolò Matthew. mi voltai di scatto verso di lui. potei notare i suoi occhi arrossati, aveva pianto.
<<scusa. lo sai che è stato lui.>> dissi. i singhiozzi sembravano non voler finire, ma, al contrario, sembravano aumentare.
ma era ovvio, non riuscivo a vedere il mio Espinosa soffrire.
mi portai le mani alla testa, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
<<lo so. non c'è bisogno di scusarsi.>> mi cinse le spalle con un braccio ed io appoggiai la testa sul suo petto.
<<hai pianto, Matt...>>
<<si. non sopporto vederti così, con un altro. mi fa troppo male. scusa, ma io non riesco a dimenticarti.>> disse.
<<pensavo che mi avresti dimenticata subito, dopo tutte le litigate... dopo aver scoperto il mio carattere.>>
<<perché pensi questo? lo sai che quando t'innamori vedi perfetti pure i difetti della persona da te amata?>>
arrossii, girandomi verso di lui.
gli passai la mano tra i capelli, facendolo sorridere.
<<e se la persona da me amata non ha difetti?>> dissi, riferendomi a lui e alla sua perfezione.
i nostri sguardi erano incastrati l'uno con l'altro, né io né lui eravamo in grado di voltarci e guardare in un altra direzione.
i suoi occhi erano la cosa più dolce che ci poteva essere, avevano quel colore castano che era una calamita per le mie iridi nere.
il ragazzo sorrise, mostrando felicità.
in quel momento non mentivo. in quel momento ero felice. davvero. ero felice con lui, solo e soltanto con lui.
guardai le sue labbra, così morbide e carnose.
<<Matthew, dovresti essere illegale..>>
<<cazzo, Julie, vieni qui, mi sei mancata troppo>> disse avvicinandomi e facendomi mettere a cavalcioni su di lui.
<<oh, bello, il primo della classe non dice le parolacce..>> ammiccai.
lui rise ed iniziò a parlare.
<<sai che non me ne frega niente se ci vedono insieme, vero? perché io non mi vergogno di stare con la mia felicità>>
<<io c'ero, ci sono e ci sarò sempre. qualsiasi cosa accada, è una promessa>> risposi, sorridendo.
<<cosa dice Leah di noi?>> chiede, poi, incuriosito.
<<diceva che mi avresti dimenticata...>>
<<e tu sei la solita testarda che fa di testa sua..>> continuò lui.
<<io penso, però, di aver fatto la scelta giusta...>>
<<è per questo che ti amo così come sei..>>
mi avvicinai ulteriormente, minimizzando le distanze tra di noi.
le nostre labbra si incontrarono, provocando scosse elettriche nel mio corpo, facendomi girare la testa.
mi erano mancate le sue labbra.
mi erano mancati i giramenti di testa che solo lui mi provocava ma che solo lui era capace di curare.
la sua lingua si fece spazio nella mia bocca, però era diverso, non c'era soltanto amore, c'era desiderio, il desiderio di qualcosa che pensavi di aver perso.
gli passai un dito nel fianco destro, pur sapendo che odiava quel gesto, poiché gli faceva solletico.
lui sussultò, staccandosi dal bacio.
<<okay, quante volte ti ho detto che mi da fastidio?!>> chiese acido.
io sorrisi, divertita, trattenendo una risata.
<<non c'è niente da ridere! ora non farmi arrab->> non lo feci finire e lo baciai.
<<sei una bastarda, ma ti amo lo stesso>> sussurrò, tra un bacio e l'altro.
piano piano si spostò, fino ad arrivare al collo, dove lasciò morbidi baci bagnati. lasciò qualche succhiotto e tornò a baciarmi sulle labbra.
non eravamo egoisti perché nessuno dei due lasciava andare via l'altro, ma entrambe cercavamo la felicità, quella cosa che solo lui poteva donarmi.
io e Matthew andavamo oltre ogni cosa, la nostra, era la forma più estrema di amore.

MAGCON ||immagina - storie breviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora