11/11
era un freddo giorno di novembre ed io, svogliata come sempre, andai a scuola. nel liceo che frequentavo, la mia professoressa di inglese decise di prendere una madrelingua e cercò un ragazzo o una ragazza giovane, in modo che potesse interagire meglio con noi.
quel giorno avremmo fatto tre ore di inglese, proprio per questo motivo.
l'anno precedente era venuta una ragazza sui trenta anni, Inglese.
quest'anno, era ancora un mistero.
devo ammettere che speravo vivamente fosse un bel ragazzo americano o inglese, di quelli che si vedono nei film, ma avevo come l'impressione che non sarebbe successo. ma poi incontrai quegli occhi.
<<ciao a tutti, io sono Nash Grier, ho diciotto anni e vengo dagli Stati Uniti, dal North Carolina.>>
aveva una voce estremamente sexy.
metà classe era rimasta a bocca aperta dopo averlo visto: la prof aveva fatto colpo quest'anno.
mentre la professoressa faceva l'appello, ognuno di noi doveva presentarsi al ragazzo, il quale ascoltava e cercava di capire nell'inglese un po' inventato dei miei compagni.
arrivò il mio turno.
iniziai a parlare, cercando di mettere in pratica tutte le regole grammaticali apprese fino a quel momento, ma, cavolo, con quei due occhi azzurri puntati addosso non era per niente facile.
alla fine del mio piccolo discorso, quando lo guardai con la coda degli occhi, egli accennò un sorriso.
poi lo guardai per bene. a quel punto mi sorrise del tutto. feci l'indifferente, anche se qualcosa avevo provato.
ma forse tutto questo era sbagliato.12/11
all'ora di pranzo, mentre stavo camminando verso la mensa, lo incontrai. Dio, quant'era bello!
<<ciao!>> mi salutò.
ma io ero veramente indecisa su cosa dire: dovevo stare nel formale e dire "salve" o andare sul confidenziale dicendo "ciao"? dilemma.
così mi limitai a sorridere e scuotere la mano con un cenno di saluto.15/11
eravamo fermi, io a destra, lui a sinistra del corridoio.
lui stava parlando con la professoressa di inglese, io chiacchieravo con delle mie compagne di classe. queste ultime iniziarono a lanciare gridolini ad ogni sguardo che Nash lanciava verso di noi.
non ne potevo più di stare con queste oche. anche se Grier mi piaceva, non pensavo di dover urlare appena il ragazzo mi rivolgeva anche solo uno sguardo.17/11
ero appena uscita dall'aula all'intervallo, quando mi imbattei in Nash.
<<oh, scusa! cioè.. scusi.. ehm..>> balbettai imbarazzata, provocando una dolce risatina del ragazzo.
<<sei così tenera>> mi disse.
stavo per sciogliermi, sentivo le guance andarmi a fuoco.
<<grazie..>>
<<volevo chiederti una cosa..>> iniziò la frase, ma venne interrotto dalla professoressa di inglese che me lo portò via, lanciandomi un'occhiata strana, abbastanza inquietante.20/11
non ero più riuscita a parlare con Nash, dopo quel giorno.
ero veramente curiosa su cosa volesse chiedermi.
immaginavo fosse qualcosa di scuola, ma non potei non sperare che volesse, per esempio, uscire con me.30/11
<<tsss>> sentii chiamarmi da Marina, la mia compagna di banco.
mi girai verso di lei lentamente, cercando di non farmi notare dalla prof.
<<penso che Grier sia cotto>> mi annuncia.
<<e di chi?>>
<<di te.>> touchè!
<<e perché mai?>>
<<ti fissa>>
Marina ridacchiò, vedendomi paonazza, per poi tornare a prestare attenzione alla lezione.
se solo fosse vero...2/12
i litigi sono cose che non fanno piacere, anzi, tutt'altro. soprattutto quelli con le tue migliori amiche.
quel giorno litigai con le mie migliori amiche, tutto perché loro erano invidiose di qualcosa che nemmeno era vero, almeno per me.
le loro parole mi segnarono da morire.
<<sì, gli piaci davvero per me..>> inizialmente, mi segnarono positivamente.
<<ma tanto che ti ci metti a fare, tra nemmeno dieci giorni tornerà nel suo paese e ciao ciao!>> poi negativamente.
loro non volevano che provassi sentimenti per Nash solo perché volevano provarci loro.
non era la prima volta che litigavamo per un ragazzo, ma stavolta nei loro occhi potei leggere limpidamente l'invidia.
che poi, che senso aveva tutta questa cosa per un ragazzo che non avremmo più rivisto?
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MAGCON ||immagina - storie brevi
Фанфикsmile. and if you can't find a reason to, do it for me.