"Quando il battito del cuore supera le ombre del passato
L'amore potrà trionfare sul destino."
(Nicholas Sparks)Quella per Hermione fu una giornata abbastanza pesante, non tanto per lo studio quanto per l'ansia che l'aveva assalita nella tarda serata. Dopo averci riflettuto a lungo, aveva deciso di lasciare Ronald. Sì, ci aveva pensato molto e decisamente doveva rischiare. Lui ed Harry erano ciò che di più prezioso aveva al mondo insieme a Ginny e li amava più della sua stessa vita, ma non in quel senso, erano dei fratelli per lei. Si era accorta di non amare Ron quando stando con lui e baciandolo non provava alcun tipo di attrazione, si era accorta di non essersi mai innamorata. Prima credeva che l'amore fosse semplicemente tenere tanto a qualcuno, non si provava nulla in particolare se non molta stima ed affetto nei confronti della persona amata. La cosa l'aveva anche un po delusa; con tutti i bei romanzi che aveva letto sperava di trovare anche lei un giorno l'amore vero della sua vita, quello che ti fa venire i brividi al solo tocco, che ti fa sorridere e piangere con una sola parola o un solo gesto. Si era ormai convinta che tutte quelle cose esistessero solo nei libri e che l'amore fosse quello che lei provava per Ron, quel senso di tenerezza e voglia di stringerlo forte a sé. Aveva avuto così paura di perderlo durante la guerra, che ora voleva sentirlo vicino per sempre. Ma no, non si era mai innamorata di Ronald Bilius Weasley. Aveva sì, avuto una cotta per lui al quinto e sesto anno, ma non l'amava. L'aveva scoperto esattamente una settimana prima, quando un certo biondino le aveva preso le mani ed aveva tentato di dirle qualcosa. Al suo tocco Hermione aveva sentito quei famigerati brividi, al suo tocco aveva percepito il cuore batterle ferocemente e lo stomaco capovolgersi. Al suo tocco, aveva percepito quel qualcosa che dava per scontato non esistesse davvero. Inutile dire che si era cruciata l'anima e ci aveva riflettuto su mille e mille volte. Insomma, lui era Draco Malfoy, non è che così su due piedi poteva essersene innamorata. Tutta la popolazione femminile di Hogwarts concordava unanimemente sul suo essere affascinante e misterioso questo sì, ma una mente sveglia e razionale come quella della grifona non poteva lasciarsi ingannare in tal modo. C'era stato qualcosa, qualcosa in lui a sconvolgerla. Non era ancora convinta di essere innamorata, ma le era chiaro che provava qualcosa per la serpe, qualcosa che non aveva mai provato per nessuno. Era stato propio questo a convincerla a lasciare Ronald, ora doveva solo trovare le parole giuste. In ogni caso lei era una grifondoro e l'avrebbe affrontato a testa alta, sarebbe stata sincera con lui spiegandogli la situazione e cosa realmente provava, tralasciando ovviamente il fattore Malfoy. L'indomani mattina l'avrebbe fermato prima di entrare in Sala Grande pronta ad affrontarlo. Ora però, aveva bisogno di riflettere e rilassarsi un po'. Essendo un prefetto aveva il coprifuoco alle 23.00, così decise di scegliere un bel libro e uscire a fare una passeggiata. Erano le 9.30 quando s'incappucciò per bene e si diresse a passo svelto fuori del castello, verso il lago ghiacciato. Aveva scelto propio una bella serata, si, faceva freddo, ma il cielo era luminoso e sgombro dalle nuvole. Si avviò subito alla solita roccia.
Il libro, come di solito del resto, riuscì a rapirla particolarmente trasportandola via da quello che era il suo mondo. "Dal big bang ai buchi neri" è un bellissimo saggio babbano di astrofisica regalatole dalla madre due Natali addietro, l'ultimo regalo che aveva ricevuto da Jean prima di obliviarla assieme a suo padre. Si era ripromessa di leggerlo con calma solo quando tutto sarebbe finito, di dedicarvisi con tutto il cuore. E così fu. Stephen Hawking, l'autore nonché rispettatissimo e brillante fisico contemporaneo al suo tempo, l'affasinò così tanto che non staccò un attimo gl'occhi dalla lettura. Lei aveva sempre amato il cosmo e si era a lungo documentata, non le fu quindi difficile decifrare la scrittura tecnica dell'autore. Entrò affascianta nel libro, cogliendo tutto quello che vi era minuziosamente scritto, apprese le propietà più assurde dei buchi neri, conobbe a fondo le idee pazze di Stephen, arrivando a considerarle meravigliose. Sorrise ricordando quella famosa frase di Aristotele, un celebre filosofo greco, che molti dicono fosse un mago. "Non esiste genio, senza una buona dose di follia." disse il vecchio, e lei era perfettamente d'accordo. Lesse quelle 221 pagine, per lei anche troppo brevi, sprofondando praticamente nella lettura. Non si accorse neanche se si erano ormai fatte le 23.30 e che stava quindi spudoratamente infrangendo le sue adoratissime regole. Se ne accorse solo quando ebbe terminato il libro, si apprestò a guardare il suo solito orologio rosso da polso con gl'occhi offuscati dalle lacrime, che non era riuscita a trattenere date le forti emozioni che il fascino di quel libro aveva risvegliato in lei. Ma queste si tramutarono subito in ghiaccio, dato lo stupore della ragazza. Le 23.30! Si disperò e si diede mentalmente della stupida per essersi lasciata prendere così tanto da un libro, non che non succedesse sempre, ma aveva violato il coprifuoco! E questa volta non per ragioni nobili, non aveva giustificazioni. Sospirò, pensando che ormai era fatta e decise di approfittarne. Colse un ramoscello di lavanda selvatica che cresceva sbarazzina sulle sponde del lago, il preferito di sua madre, e s'incamminò furtivamente verso la guferia.
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She.
Fanfiction"Ci saremo detti 'basta' altre mille volte, ma al primo sguardo saremo tornati sui nostri passi. Io con la mia rabbia, tu con i tuoi modi arroganti. Ci saremo ritrovati, riabbracciati, ribaciati, e avremo fatto l'amore di nuovo. Come sempre. Come se...