CAPITOLO XXXVII

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"La morte deve essere così bella. Significa riposare sotto la soffice terra bruna, con l'erba che ti ondeggia sopra la testa, e ascoltare il silenzio. Non avere passato, né futuro. Dimenticare il tempo, perdonare alla vita e raggiungere finalmente la pace. Tu puoi aiutarmi, puoi aprire per me i portali della Casa Della Morte, poiché l'amore ti accompagna sempre e l'amore è più forte della morte."
(Il fantasma di Canterville)

La battaglia, l'ultima battaglia, era iniziata. C'era ovunque odore di magia, magia oscura; mentre alto nel cielo il marchio nero dominava quello scenario di terrore. La paura si leggeva negli occhi di tutti gli studenti, mista a quello strano sentimento d'orgoglio e coraggio che anima i cuori dei soldati in guerra. Mi piacerebbe dire che erano tutti pronti, invincibili ed intoccabili, che nessuno di loro aveva paura o provava l'impulso di fuggire lontano; ma le cose non andarono così. Il terrore persisteva, ma veniva sopraffatto da tutte quelle buone ragioni che tenevano studenti ed insegnanti con i piedi per terra, pronti a fronteggiare l'esercito dei mangiamorte. Perchè alla fine, sull'orlo del precepizio, con il terrore di cadere nel vuoto, ci rendiamo conto che il coraggio non è l'assenza di paura, ma la capacità di resistervi.

In un luogo più riservato, appartato nella Foresta Proibita, vi era un ristretto gruppo di mangiamorte.
Lucius, a capo dei presenti, si malediceva per come l'effetto sorpresa fosse andato a farsi benedire.
-Erano preparati.- aveva sussurrato a se stesso: qualcuno aveva fatto la spia, era logico.
E, dentro di sé, era certo sapere chi. Un figlio che avrebbe, secondo lui, meritato di essere diseredato o, addirittura, ucciso. Un figlio che gli aveva disubbidito, infrangendo tutte le sue regole e dando prova di aver dimenticato ogni suo singolo insegnamento.
Eppure, si era impegnato così tanto; quando ogni giorno lo chiamava nel suo studio e gli diceva come comportarsi. Era certo, assolutamente sicuro, di avergli insegnato bene come comportarsi, chi essere. Ma forse non aveva calcolato che non si può insegnare a qualcuno chi essere. Il nostro essere rappresenta per tutti noi, fin dalla nascita, una condanna. Il tempo, le persone, i dolori proveranno a cambiarci. Ma non ci cambieranno. Forse ci renderanno più forti, più sicuri, magari più saggi. Tuttavia, dentro di noi, dietro le numerose barriere che le sfide della vita ci hanno spinto ad ergere, resterà sempre la nostra fragile anima, un'anima immune ai cambiamenti, un'anima che non ci è permesso distruggere o sostituire. Ma, nella mente di Lucius Malfoy, suo figlio lo aveva tradito. Nel peggiore dei modi possibili e senza scrupolo alcuno.
-Erano preparati!- ripeté, questa volta urlando -Vero, Draco?- aggiunse poi, a voce più bassa, voltandosi verso il figlio.
Draco, fino ad allora rimasto nascosto fra quei tre mangiamorte che insieme a lui, almeno per quel momento, erano esonerati dalla battaglia, al richiamo del padre si fece avanti tremante.
Gli occhi dei tre, Greyblack, Rufus e Nortab, erano ora puntati su padre e figlio.
Il ragazzo era visibilmente spaventato ed aveva lo sguardo basso, quasi temendo che nei suoi occhi si potesse leggere la verità, quasi temendo che suo padre avrebbe potuto ucciderlo. E, forse, non erano timori tanto infondati.
-Allora?- chiese Lucius, prima pazientemente -Allora?!- ripeté poi, questa volta agitato.
-Non.. non sono stato io.- riuscì a bisbigliare Draco.
Aveva paura. Non di morire, era certo che quella notte sarebbe morto comunque, aveva paura di non rivedere più lei.
Era così strano, soprannaturale. Lui, eterno egoista e vigliacco, aveva fatto tutto quello per una ragazza; e non una ragazza comune, ma Hermione Jean Granger, la mezzosangue, la migliore amica di Harry Potter. A volte la forza dell'amore ci sorprende davvero, una forza affermata senza prepotenza, semplicemente naturale. L'amore è più forte della guerra, della morte, della paura, dei pregiudizi; esso è in grado di aggiustarci o distruggerci, salvarci o ucciderci. La guerra è sempre nata, e sempre nascerà, a causa della macanza di amore di qualcuno o nei confornti di qualcuno.
Ed era stato questo, splendido ma pericoloso sentimento, a cambiare Draco. Un ragazzo che l'amore neanche lo conosceva, ma Hermione glielo aveva insegnato. Sì, lei gli aveva insegnato ad amare, ma mai, nemmeno una volta, gli aveva detto cosa fare per essere amato. Perchè quando si è amati, amare ci viene un po' naturale.

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