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Alex in quel momento non poteva essere più confuso.
Come biasimarlo, insomma il suo migliore amico, il suo compagno 'in tutto e per tutto' l'aveva appena baciato.

Era ubriaco, non intendeva farlo, giusto?
E se non era più così ubriaco?
Cosa dovrei fare ora?

Erano queste le domande che si affollavano nella mente di Alex, accompagnate dalla costante immagine del soffitto della camera del biondino, diventato improvvisamente molto interessante.
Magari per Genn quello non aveva contato niente. Magari per quest'ultimo questo era solo uno dei tanti gesti non ragionati fatti dopo una sbronza, anche abbastanza pesante.
Magari è inutile parlarne- questo pensò il moro. Davvero Alex. DAVVERO?
La mattina dopo Alessio si alzò dal letto, anche abbastanza presto considerato che non aveva dormito per niente.
Si vestì in fretta prendendo dei vestiti a caso dalla sua camera e uscì di casa.
Aveva bisogno di pensare. La camera di Gennaro, come il loro appartamento, era diventata tutta un tratto troppo piccola per farlo. Troppo confusionaria in quel silenzio assordante.

Arrivò fino al parco dove ad aspettarlo c'era la sua amata panchina, vuota. Era lì che andava ogni qual volta doveva riflettere anche su cose particolarmente stupide.
Restò lì per molte ore, o forse pochi minuti... Non lo sapeva neanche lui.
Di certo al centro della sua attenzione non c'era la preoccupazione di tornare presto a casa. Forse non ci voleva nemmeno tornare.
Al centro della sua attenzione c'era solo lui. Genn.

Genn's POV
Mi alzai dal letto con un fortissimo mal di testa. Non mi ricordavo quasi niente di ieri sera...
O forse sì?
Oh ma chi voglio prendere in giro. Sapevo quello che avevo fatto. Sapevo quanto fossi stato un coglione in quel momento. Ma era la cosa giusta da fare. No?
Lo ammetto. Amo Alex e non sono bravo a fingermi indifferente per qualsiasi cosa. Lo avrebbe capito prima o poi e credo sia stata la scelta giusta da fare. Credo.
Forse non se ne è accorto.
Sarò anche contraddittorio ma in un certo senso speravo non se ne accorgesse. Gliene avrei parlato oggi, faccia a faccia, se l'avessi trovato in casa. Ma non fu così.
Le mie speranze si frantumarono in mille pezzi quando entrai in cucina.

Sono uscito. Sono andato al parco. Non so a che ora tornerò, quindi non aspettarmi.
Alex.

Diceva questo il post-it lasciato attaccato al frigorifero. Lo conosco troppo bene e quindi capii subito che in realtà se ne era accorto eccome. Non andava spesso al parco. Soprattutto così presto la mattina. Ci andava solo per suonare qualche volta ma soprattutto per pensare. La sua chitarra era a casa, sistemata perfettamente nella sua custodia. Non fu poi così difficile arrivare ad una conclusione.
Alex era sveglio quando lo baciai.
Alex sapeva tutto.
Alex aveva capito tutto.

In quel momento non sapevo cosa fare. Non potevo andarlo a cercare al parco. Sapevo che quando doveva pensare aveva il bisogno di restare da solo. Solo con la sua mente contorta e sovraffollata da mille cose, mille idee ma soprattutto mille paure ed altre emozioni odiate per la maggior parte da se stesso.

Alex era davvero un ragazzo insicuro, non riusciva mai a prendere una decisione, appena gli si presentava un rischio davanti agli occhi lui girava lo sguardo per proseguire nel senso opposto. Non mi piace definirlo un codardo perché non lo era. Era solo insicuro. Sì, insicuro.
Devo dire che questa cosa non mi dispiaceva neanche così tanto. Molte volte ero io a prendere decisioni per lui e questo mi faceva sentire davvero importante. Mi faceva sentire come se fossi io il suo punto di riferimento, lo stesso che era lui per me.
Ma da oggi in poi sarebbe stato così? Sarei tornato ad essere il suo punto di riferimento? Sarebbe venuto nuovamente da me quando e se avesse avuto un problema?
Non credo, ma lo spero.
Decisi di non pensarci, per quanto difficile potesse essere. Ne avremmo parlato quando lui sarebbe tornato a casa. Perché era d'obbligo parlarne. Questa volta non si sarebbe tirato indietro e non avrebbe potuto nascondersi dietro la scusa "stavo dormendo e non me ne sono reso conto quindi non parliamone più" come io non mi sarei nascosto dietro la scusa "ero ubriaco".
Questa volta non poteva andare in questo modo.
Lo aspettai per tutta la mattinata. Per tutto il pomeriggio fino a che intorno alle 20:00 non sentii la porta aprirsi per poi chiudersi accompagnata dal tintinnio delle chiavi appoggiate sul tavolino.
"Si può sapere dove eri finito Alè?"- chiesi non lasciandogli nemmeno il tempo di togliersi la giacca e facendogli segno di sedersi accanto a me sul divano.
"Ero al parco. Te l'ho scritto."- rispose in modo ovvio prima di rifiutare il mio gesto restando in piedi davanti a me incatenando i suoi occhi neri ai miei azzurri.
Ok era arrivato il momento.
"Alex dobbiamo parlare..."- dissi senza troppi giri di parole.
"Direi di sì"- disse lui di rimando sedendosi sul tavolino di fronte al divano su cui ero seduto continuando a tenere il suo sguardo fisso nel mio.
"Senti scusami per ieri sera. Non so cosa mi sia preso ma..."- non mi lasciò finire di parlare...
"Mi sa che è meglio se non ci vediamo per un po'..."
In quel momento tutto il mio mondo crollò in mille pezzi davanti a me.

~~~

Heiiiiiiii salve a tutte.
Questo è il terzo capitolo della mia storia. Fatemi sapere se vi sta piacendo e soprattutto fatemi sapere se vi piace l'inserimento di qualche POV ogni tanto, come in questo caso.
Eh niente. Questo è tutto.

All the love. xx

I (don't) need you... || GennexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora