7.

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La notte Alex non riuscì a dormire. Ultimamente dormire era diventato un optional per lui. Quei fossi sotto i suoi occhi (anche chiamati occhiaie) stavano diventando sempre più scuri e profondi, potevano quasi competere con quelle del biondo.
Ma Alex aveva di meglio da fare, e soprattutto da pensare, per dormire. Almeno questo era quello che credeva lui.

In quel momento era felice. Finalmente dopo mesi risentì quella voce roca, rivide quegli occhi color del mare che lo facevano letteralmente impazzire.
Ma ovviamente per Alex sarebbe stato troppo strano pensare e concentrarsi su una sola cosa, troppo strano essere pieno di una sola singola emozione. Ovviamente alla felicità si sovrappose la rabbia, la delusione per se stesso.
Quello era il momento giusto per dirgli tutta la verità. Per dire alla persona a cui non avrebbe mai nascosto niente, una cosa così importante per lui.
Eppure non lo fece.
Pensò che avesse fatto bene a non dirglielo, ma se lo ripeteva solo per non sentirsi più così in colpa. È inutile dire che non funzionò.
Genn aveva il diritto di sapere che il ragazzo, che ormai era inutile definire migliore amico, fosse gay.  Non necessariamente che Alex era innamorato di lui, quello era davvero troppo presto per saperlo, forse. Ma che almeno fosse omosessuale, quello sì che doveva saperlo.

*3 del mattino*
Ormai Alex aveva rinunciato a chiudere occhio e si rassegnò al fatto che avrebbe passato un'altra notte insonne. Prese il telefono dal comodino di fianco al letto e girò un po' per i social finché non vide che Genn era online.

A: Genn

Neanche tu dormi, eh?

La risposta non tardò ad arrivare.

Da: Genn

Già...

A: Genn

Tutto bene? Dove sono finiti i tuoi messaggi chilometrici? Non mi dire che sei cambiato così tanto in questi mesi...

Da: Genn

Le persone non cambiano. È solo che non avevo tanta voglia di parlare ma visto che so che continuerai a mandarmi messaggi ti concederò parte del mio tempo.

A: Genn

Ma quale onore caro signor. Raia. Comunque, a parte gli scherzi, sono contento di aver chiarito. Mi sei mancato Genny ;)

Da: Genn

Primo. Non mi chiamare più con quel nomignolo che vengo lì e butto prima il telefono e poi te dalla finestra.
Secondo. Anche tu mi sei mancato ma non credere che ti abbia già perdonato. Te l'ho detto, quello sarà difficile.

Genn voleva 'stuzzicare' Alex, ma allo stesso tempo non voleva fargli credere che per lui le cose andassero tutte rose e fiori. Chiaro no?
In realtà l'idea iniziale era questa ma Genn sapeva che non avrebbe resistito a lungo e sarebbe corso immediatamente tra le sue braccia. Ma provare non costava nulla, no?

A: Genn

Okay okay. Lo so. Ma ci riuscirò a farmi perdonare ne sono sicuro. :)

Il sorriso a trentadue denti che spuntò sul viso del moro era indescrivibile. Sapeva che sarebbe riuscito a farsi perdonare.

Da: Genn

Basta che sei convinto te... :/

A: Genn

Sì caro.
Senti che dici se domani ci vediamo a casa tua per provare? Mi mancano i vecchi tempi.

I (don't) need you... || GennexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora