8.

349 25 5
                                    

L'ultima cosa che Alex avrebbe voluto fare quella mattina era alzarsi dal letto.
Genn si era accoccolato tra le sue braccia con la testa sul suo petto e un ciuffo di capelli che gli solleticava il mento.
Nessun risveglio poteva essere migliore.
Il moro si maledisse per non aver chiuso le tende la sera prima perché il sole di prima mattina- anche se erano le 10 passate- lo accecò facendo svegliare anche il biondo.

"Buongiorno"- disse quest'ultimo lasciando un leggero bacio su quelle labbra sottili che aveva imparato ad amare sin da subito.

"Buongiorno anche a te. Dormito bene?"
"Mai dormito meglio"- ed era vero. Non avevano fatto niente quella notte, non tanto perché erano 'inesperti' o chissà cosa ma semplicemente non ce n'era davvero il bisogno.

"Scendiamo giù a fare colazione?"- Quella mattina Alessio si era alzato con l'intenzione di preparare una bella colazione al biondo e di pensare solo a lui per tutto il giorno- sempre perché viziarlo non era sua intenzione, proprio no.

"No, ci stanno aspettando al bar i ragazzi. Mi hanno detto che non li hai più visti dal tuo ritorno".
Ok forse i piani del moro non sarebbe rimasti gli stessi ma era comunque contento di rivedere tutti i loro amici. Gli mancavano.

---

"Dai non ci credo... GENN BUTCH CON LA PATENTE. MAMME FATE ATTENZIONE AI VOSTRI FIGLI QUANDO ATTRAVERSATE LA STRADA"- disse urlando e agitando le braccia Alex per quella notizia- conoscendo il biondo- a dir poco 'sconvolgente'.

"Ah ah ah. Davvero divertente, ora aspetta qui che vado a prendere la macchina"

Alessio si aspettava che il biondo uscisse dal garage con una piccola panda o al massimo una 500 usata e malandata, quindi vederlo al volante di una Range Rover nera e nuova di zecca gli fece un po' strano.
Aveva passato quasi tre anni a conservare i soldi e comprare la sua vecchia mini e Genn non è mai stato un ragazzo dal portafogli sempre pieno. Da dove avesse cacciato i soldi per prendere una macchina del genere rimase un mistero per il moro.

"Dovremmo dire agli altri di... Beh insomma... Noi due."- dovevano pur dire ai loro compagni che erano non-più-migliori-amici e il moro sembrava l'unico tra i due a voler tirare subito fuori la questione.
"Perché?"
"Come perché. Dovranno pur sapere che noi due siamo..."
"Cosa?"
"Cioè che stiamo insieme"
"Ah davvero? Qui nessuno mi ha chiesto di essere il suo ragazzo"
"Non lo stai dicendo sul serio vero?"
"Tu che dici caro Alex"
"Ok e va bene. Genn vuoi essere il mio ragazzo?"- il moro ci mise tutta l'ironia possibile. Non perché voleva offenderlo o prenderlo in giro, gli sembrava una domanda scontata da fare. Insomma era scontato che ormai stessero insieme, no?
Come risposta il moro ricevette un bacio sulle labbra da parte del biondo che per sporgersi verso di lui rischiò anche di investire una povera anziana.
"Vuo' guarda a strad Gennà, ma s'impazzut?"- come hanno fatto a dare la patente a quel pazzo squilibrato dai capelli biondi, il moro, non l'avrebbe mai capito.
Non avevano finito con il discorso precedente ma non avrebbero continuato. Si erano appena fidanzati, potevano evitare di sbandierarlo ai quattro venti. E poi non sapevano nemmeno come i loro amici l'avrebbero presa. Come avrebbero reagito nei loro confronti: a GennEAlex, ma soprattutto a Genn e Alex gay.
Alessio decise di cacciare fuori un nuovo discorso.

"Gennà ma sta macn, comm te accatat?"- non voleva sembrare troppo invadente, Alex, ma era troppo curioso. Non è da tutti possedere una Range Rover e sopratutto, non era da uno come Genn.

"Beh sì, ho trovato un lavoro qualche mese fa."- rispose semplicemente Gennaro alquanto a disagio- per un motivo ignoto ad Alex- accendendo la radio.
C'erano tanti segni, tanti comportamenti del biondo che l'altro conosceva perfettamente e riusciva a decifrare. E quello di diffondere la musica in quell'auto era decisamente un tentativo di interrompere quella conversazione. Alex decise di non fare più domande.
Lavoro. Non si aspettava di sentire quella parola uscire dalle labbra del biondo. Gennaro non è mai stato un ragazzo che si voleva impegnare più di due ore con qualcosa che non fosse la musica. E di certo non è il ragazzo più responsabile di questo modo ma non per cattiveria, era solo un tipo che si distraeva facilmente.
Magari in pochi mesi era diventato una persona più responsabile, più matura. Forse in quei mesi era cambiato, anche se strano da pensare per una persona fermamente convinta che le persone non possano in realtà cambiare.
E poi, che lavoro poteva mai fare per permettersi una macchina del genere in così poco tempo?
Perso nei suoi innumerevoli pensieri, Alessio non si accorse nemmeno di essere arrivato davanti al B&W e che tutta la comitiva li stesse aspettando davanti l'entrata del bar.
"We Alè, ti si ricurdat e nuj eh... So tropp cuntent e vrert"- fu Mcfly il primo a salutarlo e saltargli addosso seguito subito dopo da Cesare, Giò e Davide.
C'erano alcune facce nuove in quel gruppo ma solo un ragazzo attirò l'attenzione di Alessio. Stava parlando con Genn vicino al bancone, ed erano un po' troppi vicini per i gusti del moro.
Dopo pochi secondi vide il biondo fare cenno a quel ragazzo di avvicinarsi a lui per presentarglielo.
"Alè lui è Leo. Leo lui è Alex"
Inutile dire che questo Leo inizialmente non fu molto simpatico ad Alessio ma durante il tempo passato con tutti gli altri imparò quanto meno a sopportarlo. Ci avrebbe messo meno tempo a farselo andare a genio se avesse tenuto più distanze dal SUO ragazzo. Non disse nulla solo perché lui non era un tipo geloso, o almeno non voleva darlo a vedere.
L'unica cosa che riuscì a sapere su Leo fu che era un collega di Genn. Si erano conosciuti a lavoro cinque mesi prima e avevano legato subito.

Con quella banda di puri pazzi il tempo sembrava volare.
Avevano pranzato a casa di Giò- perché è vero che stiamo a Napoli ma Giò Sada fa delle pizze surgelate che sono la fine del mondo.
La sera andarono in una discoteca appena aperta a Napoli per festeggiare il ritorno del caro amico Iodice.
Neanche due ore in quel locale e tutti erano già schiavi dell'alcol, tanto da non notare il biondo che si strusciava in modo indecente contro il fidanzato- nonostante lui non avesse bevuto quasi per niente perché doveva guidare ma decise di far finta di essere anch'egli ubriaco.
Quando finirono di ballare Gennaro fu trascinato fuori dal locale da Leo, il quale pensò di non essere stato visto da nessuno, ma Alessio riuscì in tempo a notarli ed era troppo sobrio per non seguirli fuori e non sentire cosa avessero da dirsi i due.

"Gennà, nun t'aggiu itt nient ogg pchè nun t volev allarmà ma ora bast. Ha chiamato Alfieri è ha detto che vuole tutto entro lunedì."
"Gli avevo detto che prima di una settimana non sarebbe arrivato nulla. Come cazzo faccio a trovare 500g di cocaina in due giorni?"
"Senti Gennà tu lo sai com'è quel bastardo. Domani chiama Francesco e vedi come uscire da questo casino."
"Ma perché mo vuole tutta sta roba così presto. Lo sa che gli ho già venduto tutto quello che avevo fino a un mese fa? Adda semp scassà o cazz chillu strunz"
"Gennà senti lo sapevi che sarebbe successa una cosa del genere. Quando hai iniziato a spacciare ti abbiamo avvertito. Ma tu volevi dei soldi quindi ora vedi come accontentare chi te li procura tutti sti euro."
Gennaro non fece in tempo a replicare che vide il ragazzo di fronte a lui bloccarsi all'improvviso con lo sguardo rivolto oltre le sue spalle.
Alex era dietro di lui ed aveva capito che era lì da abbastanza tempo per sentire tutta la conversazione, per capire tutto quello da cui il fidanzato avrebbe voluto tenerlo lontano.
"Alex aspetta... N-non è come sembra"
Alessio non lo lasciò nemmeno avvicinare che iniziò a correre. Non sapeva dove stesse andando, non sapeva cosa avrebbe fatto.
'Non è come sembra.'
Come poteva fraintendere una cosa del genere.




~~~~

Scusate il ritardo...

I (don't) need you... || GennexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora