Otto mesi dopo...
Ormai erano mesi che Genn e Alex non si parlavano più. Inizialmente avevano provato, nonostante i vari problemi, a mandare avanti il progetto degli Urban Strangers solo e unicamente per scopi 'lavorativi' ma si capì subito che questo non avrebbe per niente funzionato.
Era straordinaria la capacità che aveva il duo di creare melodie e suoni meravigliosi con semplicemente due voci ed una chitarra, complice ovviamente la loro grande intesa, cosa che purtroppo dopo quella sera di Febbraio era andata a svanirsi con il tempo.Prima di separarsi i due avevano in mente l'idea di trasferirsi a Londra, per continuare a suonare e trovare successo nella grande metropoli inglese. Aspettavano da mesi quel viaggio, insieme, e questo fece ancora più male a Genn quando seppe che il moro decise ugualmente di andare a Londra. Senza di lui.
Stava ancora scappando dalla realtà, o almeno ci stava provando.
A Londra Alex stette per sei mesi, per poi tornare a Somma Vesuviana a mani vuote. Aveva capito benissimo a cosa era dovuto il fatto di essere tornato a casa senza un contratto discografico tra le mani. Non sarebbe andato da nessuna parte senza il suo migliore amico. Non sarebbe andato da nessuna parte senza Genn.
In quei mesi non ci fu un giorno in cui il moro non pensò al suo Stranger. Si odiava perché non riusciva a capire come tutto questo fosse potuto accadere, considerato che tornato dal parco quella sera aveva intenzione di dire tutt'altre cose al biondo. E non riusciva a capacitarsi di come dei semplici occhi azzurri gli abbiamo completamente offuscato i pensieri intimorendolo e portandolo a prendere, come sempre, la scelta sbagliata.Otto mesi prima...
Alex arrivò al parco dopo pochi minuti. Non era mai stato un tipo atletico ma tutta quella tensione lo aveva portato ad allontanarsi velocemente da quella casa.
In quel momento non poteva far altro che essere felice. FELICE SÌ. Perché finalmente era arrivato il momento che aspettava da esattamente un anno e sette mesi. Genn non fu il primo ad innamorarsi del suo migliore amico. Ebbene sì, Alex lo amava da ben un anno e sette mesi. Ma questo di certo non poteva dirglielo. Aveva paura (pt. 243362625).
Si era limitato, in tutto quel tempo, a dei 'segnali' come i soliti sguardi che si scambiavano durante le esibizioni. Sguardi che era, appunto, Alex a indirizzare a Genn e no viceversa. E non era un caso che ad ogni festa Genn trovasse il moro insieme ad una ragazza e ci stette per tutto il tempo in cui anche lui era presente. Prima o poi l'avrebbe capito, Genn dopotutto non era stupido. Ma in realtà Alex non aveva per niente pensato a questa possibilità e quando questa gli si scaraventò letteralmente in faccia fu attraversato da migliaia di sentimenti contrastanti.
Gioia, perché era da tempo che aspettava quel momento. Era da tempo che aspettava che qualcuno si accorgesse finalmente di lui.
Non fu con l'amore per Gennaro che Alex si rese conto della sua omosessualità, ma con un ragazzo conosciuto un anno prima di incontrare Genn. Si chiamava Luca, ed era il ragazzo più bello della scuola, il rappresentante d'istituto. Era davvero troppo bello per Alex tanto che nemmeno quest'ultimo riuscì a capacitarsi del fatto che Luca avesse notato proprio lui. Che gli avesse detto di amarlo e che sarebbe stato sempre con lui, fino alla fine. Tutte stronzate.
Tutte quelle parole dolci con il tempo si rivelarono solo stronzate.
Alex soffrì molto per quel ragazzo. E aveva come il presentimento che lo stesso sarebbe successo a Genn stando con lui. Avrebbe fatto soffrire il ragazzo dagli occhi azzurri, ne era sicuro. E l'ultima cosa che voleva era che il suo (non più) migliore amico stesse male per lui.
E così alla gioia si aggiunsero anche la malinconia e la profonda tristezza che spinsero Alex a dubitare della possibilità di dire tutta la verità al suo amico. Sarebbe stato tutto più difficile. Genn non avrebbe capito il vero motivo che portò Alex a prendere quella scelta. E infatti così non fu.
"... SEI UN CODARDO, UN FOTTUTO CODARDO ECCO COSA SEI..." - quelle parole trafissero il moro come migliaia di lame nel suo petto.
"MA PERCHÉ NON VUOI CAPIRE CHE TI AMO ANCH'IO E CHE STO FACENDO TUTTO QUESTO SOLO PER PROTEGGERTI"- era questo che voleva dire il moro al ragazzo davanti a lui, ma così non fu. Si limitò ad alternare lo sguardo dagli occhi del biondo al pavimento cercando di non far uscire le lacrime.
Uscì mezz'ora dopo da quella casa con delle valigie in mano. Pronto (o quasi) a cominciare una nuova vita senza Genn.Era tutto finito...
***
Da quando Alex era tornato da Londra non l'aveva ancora rivisto. Non ne aveva nemmeno tanta voglia a dir la verità. Era andato a Londra per dimenticarlo ma si rese conto che questo non servì a niente. Come già detto, non ci fu un giorno in cui non pensò a come sarebbe stato guardare di nuovo quegli occhi, quei capelli, quelle labbra... Ma rivederlo avrebbe solo peggiorato le cose, questo pensò Alex.
Come è vero che al destino non si comanda...Quella mattina Alex si alzò abbastanza presto. Che rarità. Decise di andare a fare colazione al B&W, il bar sotto casa sua, anche per andare a salutare Giò, Antonio, Leo, Cesare e Davide che dal ritorno da Londra non aveva ancora rivisto.
Arrivò al bar con mezz'ora di anticipo. E fu proprio in quel momento, mentre oltrepassava la soglia del locale che lo vide. Era seduto ad un tavolo, tutto solo mentre giocava con il suo telefono. Indossava sempre la solita tuta di tre taglie più grande ed il cappellino nero che lasciava intravedere i piccoli ciuffi biondo cenere. Dopo pochi interminabili secondi i loro sguardi si incontrarono.
"È così bello..."-pensò Alex.
"È davvero bellissimo"- pensò Genn.
Stranamente a fare il primo passo fu proprio il moro. Si avvicinò al suo tavolo sedendosi di fronte a lui.
"Hey, Genn"
"Hey"
"È da tempo che non ci vediamo. Allora... C-come va?"- il moro cercò di 'rompere il ghiaccio' ma diciamocelo, fallì miseramente.
Genn alzò un sopracciglio guardandolo con uno sguardo che doveva sembrare intimidatorio.
"Bene..."-rispose semplicemente, perché rispondere "Male, anzi, proprio di merda perché il ragazzo che amo ha deciso di voltarmi le spalle andando a Londra senza di me" era un po' troppo, no?
"Io vado, ci vediamo."- continuò il biondo.
Passarono due secondi e Genn era già alla porta per uscire.
"No aspetta, non andare. Che ne dici di parlare un po'?"- quasi urlò il moro cercando di farsi sentire dall'altro.
Déjà-vu. Ma stavolta non sarebbe finita come la prima volta. Non poteva finire in quel modo.~~~
Partiamo dal presupposto che questo capitolo non mi fa impazzire ma lo considero in parte un capitolo di passaggio.
Cercherò quindi di pubblicare prima il prossimo capitolo.
E... stranamente è tutto.All the love. Xx

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I (don't) need you... || Gennex
Fiksi Penggemar"Come here help me to live I hear no voice around me And they don't hear me I'm the gost And what we've done now is lost" -Last Part, Urban Strangers