I'm so insane. And I love you - ||Stylinson||

07.

Il giorno dopo fummo convinti a ritornare da Jonathan.
Ci avrebbe sicuramente portato i soldi che ci doveva. Per forza, se non avesse voluto che per lui sarebbe finita davvero molto male.
Arrivato a scuola, chiamai subito Zayn, che mi disse dove fu insieme agli altri e lo raggiunsi con passi veloci.
"Ragazzi, dobbiamo correre da Jonathan. Deve darci i soli, oggi. Assolutamente" dissi appena arrivai alla meta. Gli altri si guardarono a vicenda e subito dopo scattarono verso la porta d'ingresso della scuola, seguito da me.
"Dove può trovarsi quello stronzo?" fece Luke, mentre si guardò intorno attentamente, appena varcammo la soglia dell'entrata.
Decidemmo di girare per tutto il piano inferiore, dato che l'aula in cui avrebbe dovuto svolgere la sua prima ora si trovava lì.
Ci dividemmo. Eravamo davvero determinati a trovarlo. E non sarebbe riuscito a nascondersi da noi.
"Niall e Liam, venite con me" dissi rivolto ai miei amici, mentre gli altri si diressero dalla parte opposta alla nostra.
Camminammo per un bel po'. Passarono parecchi minuti, e mancavano ormai meno di dieci minuti al suono della campana.
C'era un grandissimo via vai di persone, ed ogni tanto c'era chi ci fissava da capo a piedi.
Ecco che mancavano ormai solo cinque minuti al suono della campanella. Continuammo a camminare per un po', finché non vidi un ragazzo con il ciuffo alto e nero, affiancato da altri ragazzi, uno dei quali aveva capelli rossi.
Erano i miei amici, e stavano accerchiando un ragazzo, mentre ci fu gente che si fermò a quella vista.
Io, Niall e Liam capimmo tutto: "Cazzo, lo hanno preso!" disse Niall e subito corremmo da loro.
Quando ci avvicinammo, mentre le persone non smettevamo di fermarsi ad osservare la scena, chi incuriositi e spalancando successivamente la bocca e chi direttamente pietrificati dalla paura, ci unimmo anche noi. Così vedemmo il ragazzo fra le mani di Luke. Io mi avvicinai, con le braccia incrociate e minacciosamente: "Allora, i soldi?" chiesi, mentre lui tremava letteralmente dalla paura
"I-i soldi n-non li ho potuti avere, n-non ho p-potuto rubarli, p-perchè mio p-padre non..." balbettò, ma a me non importava nulla della sua condizione famigliare e così lo fermai subito: "Non me ne frega un cazzo di tuo padre o chiunque sia" dissi, facendo un veloce scatto e prendendolo per il colletto, sollevandolo appena "Noi vogliamo questi fottuti soldi che ci spettano. Ieri ti avevamo avvisato, cazzo. Ora ti spetta ciò che ti meriti" ed al finire di quella frase, lo gettai a terra, facendolo cadere di schiena.
Iniziammo ad avvicinarsi e a malmenarlo. Ci stavamo dando dentro. La gente si fermò, senza sapere cosa fare: "Che cazzo avete da guardare? Andate via!" urlai a squarcia gola e la gente non esitò a scappare lontana da lì, mentre noi continuavamo a dare calci e pungi al ragazzo.
Al finire di ciò, quel che li procurammo furono: sangue dal naso, lividi, cicatrici e dolori sul corpo.
Quando decidemmo di smettere, sentimmo una voce dietro di noi: "Ma che cosa state facendo?!" esclamò. Tutti ci girammo. E appena capii di chi fu quella voce, mi sentii come...un colpo nello stomaco.
Gli occhi blu spalancati ed il ragazzo bassino, Louis, che si precipitò sul corpo dolorante di Jonathan.
"Ma che cazzo vuoi?" chiese Zayn, minaccioso
"Vi rendete conto di quel che avete fatto? A breve l'avreste ammazzato!" continuò Louis
"E tu chi cazzo sei per dirci questo?" disse poi Liam, in procinto di avvicinarsi a Louis. Istintivamente lo bloccai, mettendo una mano davanti a lui.
Prima mi guardò curioso. Ma loro si sono sempre fidati di me e delle mie mosse.
"Louis" dissi, attirando la sua attenzione "E' meglio se vai via" ripresi. Sì, sarebbe stato meglio, se non avesse voluto che i miei amici lo avrebbero davvero distrutto.
Mi guardò prima con faccia arrabbiata, e poi prese Jonathan per in braccio, mettendolo attorno al suo collo. Con tanta fatica, e senza dire nulla, il ragazzo si alzò, sempre con l'aiuto di Louis.
Io non gli tolsi gli occhi di dosso.
E prima che andò via, Louis continuò a fissarmi, facendomi sentire, perla prima volta in tutta la mia vita, unaschifezza.