23.

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Il piccolo ragazzo era ancora fra le mie braccia, mentre io gli accarezzavo il viso e continuavo ad osservarlo attentamente, attendendo il suo risveglio.
E decisi che non sarei andato via da lì, fin quando non avrebbe riaperto gli occhi.

Passarono circa due minuti, ed il fatto che ancora non si fosse svegliato stava iniziando a farmi preoccupare, e la visione del sangue sul suo viso non fece che peggiorare le cose.
Ma poco dopo che la mia agitazione aumentò, vidi come il ragazzo aprì leggermente gli occhi, in due minuscole fessure. Io mi bloccai nell'osservare attentamente i suoi movimenti. Mi sentii risollevato e felice. Decisi di non dire nulla, di farlo semplicemente riprendere.
Pianissimo, apriva sempre di più gli occhi. Sembrava un neonato che si stava risvegliando dal suo riposino.
Quando furono aperti abbastanza da essere sicuro di potergli parlare, dissi in un bisbiglio: "Louis...", ma lui non rispose nulla. Così insistetti, sempre con voce bassissima: "Louis, ehi...sono Harry", ma ancora nulla. Aveva semplicemente gli occhi aperti, e non emetteva alcun suono: "Louis, guardami, sono qui..." continuai, riprendendo ad accarezzargli dolcemente la guancia.
Lui sollevò appena gli occhi, ancora un po' frastornato.
Finalmente, mi aveva visto.
"Harry..." disse poco dopo, con voce ancora più bassa della mia. Io gli sorrisi, con le lacrime che mi rigavano le guance. Lacrime di tristezza miste a quelle di gioia, per il risveglio del piccolo angelo.
Lui poi prese a tossire, lamentandosi per il dolore alla pancia provocatogli dalla contrazione, e certamente anche dai calci. Fu una visione orribile.
"Sta' tranquillo Louis" gli dissi, cercando di rassicurarlo, cercando di fargli capire che non era solo, perché c'ero io con lui.
"Vuoi farmi del male, Harry?" mi chiese. E bastò quella parola per liberare dentro di me un'emozione orribile, facendomi ritornare in mente quel giorno in cui era fuori scuola, seduto, mentre stava leggendo il suo libro.

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Vuoi farmi del male, Harry?" chiese poi, staccando finalmente gli occhi dal libro e voltandosi verso di me, con espressione impaurita.

Io lo guardai, riflettendo sulla risposta.

Ma non dissi nulla.

Sorrisi appena, lasciandogli una leggerissima e veloce carezza sulla guancia.

"A domani, dolcezza"

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Quel giorno, non gli avrei mai fatto del male.
E anche in quel momento, nel vederlo accasciato a me, con il volto dolente, gli occhi semi aperti ed alcune zone del viso, oltre che delle mani e delle braccia, sporche di sangue, non mi venne neanche in mente per un momento di torcergli un capello.
"Non lo farei mai, Louis" gli dissi semplicemente, tenendo la mia mano ferma sulla sua guancia. 

I'm so insane. And I love you - ||Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora