25.

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Quando arrivammo davanti l'entrata della scuola, una delle segretarie disse, allarmata: "E voi che ci fate ancora qui?"
"Sta' tranquilla Mary, stavamo andando via" risposi, in tono confidenziale.
"Sareste dovuti andar via un quarto d'ora fa!" rispose lei
"Sì, lo so, è che abbiamo avuto un piccolo problema, ma ora è tutto okay" continuai, cercando di calmarla
"Come mai lo stai tenendo in quel modo?" chiese poi, spostando lo sguardo su Louis.
Ecco. E ora?
Dissi la prima cosa che mi venne in mente
"E' inciampato e si è...sbucciato un ginocchio. Lo sto aiutando" risposi, cercando di apparire il più convincente possibile.
Mary annuì, e dopo quello uscimmo fuori dall'istituto, e successivamente dai cancelli della scuola.

"Come farai a tornare a casa?" domandai a Louis
"Fra non molto passa il bus" mi rispose, con tono abbattuto. "Credo che tu debba andar via, non voglio farti perdere dell'altro tempo" mi disse, iniziando a camminare, diretto alla fermata del bus, un po' zoppicante. Ma fu un attimo che gli afferrai il braccio. Lui si voltò: "Non mi dispiacerebbe accompagnarti" gli dissi.
Così ripresi ad aiutarlo, per dirigerci insieme alla fermata.

Quando arrivammo, lo feci sedere sulla panchina della fermata.
Io mi sedetti poi accanto a lui, ricevendo subito dopo una chiamata da mia madre.
"HAROLD EDWART STYLES, DOVE CAZZO SEI FINITO?" mi domandò preoccupata e alzando la voce, facendomi allontanare di scatto il cellulare dal mio orecchio. Louis rise a quella vista.
Che bello, averlo visto ridere dopo tutto ciò che aveva passato fu una visione fantastica.
"Felice di sentirti, mamma" risposi sarcastico, facendo di nuovo sorridere Louis
"Non fare scherzi Harold! Dove cazzo sei?"
"Sto per arrivare a casa, tranquilla" risposi pacatamente, mentre quella fu sempre nervosa
"Quando torni a casa mi spiegherai cosa è successo" disse, chiudendo la telefonata subito dopo.
Scossi la testa e misi il cellulare nella mia tasta.
"Visto che mamma amorevole?" chiesi sarcastico a Louis, facendolo ridere di nuovo. Tutto quello che volli in quel momento fu vederlo felice.
"Puoi anche andare se vuoi" disse, sempre con una scia di sorriso in volto
"Sei sicuro? Sappi che per me non è un disturbo aspettare il bus insieme a te" risposi.
'Insieme a te', fu la frase che mi provocò formicolii nella pancia.
"Sì, ma se tua madre dovesse ucciderti a causa del ritardo, poi ti avrei sulla coscienza" scherzò lui,

facendomi sorridere.
"E allora va bene" dissi, intento a salutarlo subito dopo, ma il suo proferir parola mi interruppe: "Harry, cosa succederà domani? Verrò picchiato di nuovo? Tu continuerai a parlarmi?" mi domandò, preoccupato.
Io pensai per qualche secondo alla risposta.
Feci solo un sorriso: "Ciao, dolcezza" dissi subito dopo.
Non sapevo cosa sarebbe accaduto il giorno dopo, non ne avevo la minima idea.
Ma solo di una cosa ero certo: non avrei mai e poi mai permesso che Louis sarebbe stato picchiato ancora una volta.
Non avrei mai permesso più anessuno che li facesse dell'altro male. 

I'm so insane. And I love you - ||Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora