27.

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Mi chiusi in bagno.
Oramai quello era diventato luogo in cui mi sfogavo, e in cui mi riaffioravano tutti i ricordi in mente, sia belli che brutti.
Luogo in cui sono celati i miei segreti, come il bacio che mi stampò Louis sulle labbra giorni prima.
E luogo in cui Harold Edward Styles piangeva, in cui Harold Edward Styles ammetteva di essere sensibile.
Mi sedetti a terra, portando le gambe al petto e tenendo la testa china sulle braccia, che erano appoggiate alle ginocchia.
Ero rannicchiato nella mia tristezza, mentre le lacrime scendevano veloci dai miei occhi e percorrevano le vie che andavano dagli zigomi alla mandibola, mentre alcune di esse caddero.
Ripensavo ai miei amici che mi avevano detto tutte quelle cose brutte.
Già, i MIEI amici.
Poi qualcuno bussò alla porta e sentii una voce delicata subito dopo: "Harry..." disse questa, un po' preoccupata.
Capii subito chi fosse e per questo non risposi nulla.
"Apri, per favore" continuò la vocina
"Va' via!" esclamai, incazzato con tutti, anche con chi non centrava nulla
"No, non me ne vado! Anzi, rimarrò qui finché non avrai aperto la porta" insistette.
Alzai gli occhi al cielo, nervoso. Ritornai in posizione eretta ed aprii la porta: "Che c'è?" chiesi, scorbuticamente, ancora in lacrime.
"Harry..." iniziò a parlare Louis, ma il nervoso e la rabbia presero il sopravvento, diventando più forti di me: "Senti, se sei venuto qui per dirmi cazzate del tipo 'andrà tutto bene', puoi anche andartene!"
"Harry, sta' calmo..." disse lui, nella speranza che mi avrebbe tranquillizzato, ma fu tutto meno che quello: "Non dirmi cosa devo o non devo fare! Non parlarmi più, Louis. Non voglio mai più vederti" dissi, senza pensare a ciò che stavo dicendo
"Ma, Harry..." continuò lui, e potei notare dal suo sguardo che l'avevo sicuramente ferito. Ma in quel momento non mi importò nulla.
"Avrei voluto non averti mai incontrato!" esclamai, preso ormai dall'ira, con voce piangente. Poi uscii dal bagno, asciugandomi velocemente le lacrime e lasciando Louis lì, senza aver aggiunto più nulla.
La campanella suonò, ma io non avevo alcuna intenzione di andare in classe.
Avrei saltato sicuramente la prima ora.
Corsi in una direzione a me stesso sconosciuta.
Ero come smarrito, non volevo farmi vedere da nessuno, e guai a chi avrebbe osato rivolgermi la parola o infastidito.
In situazioni come quelle, non rispondevo mai alle mie azioni.
Perché è sempre stato così: in tutti quei calci tirati a tutta quella gente innocente, in tutti quei pugni e quegli schiaffi: mi sfogavo sugli altri, cacciavo la rabbia accumulata, in quel modo, fregandomene altamente se la persona che avevo davanti centrasse o meno.

Ma poi è arrivata quella piccola creatura tanto bella, che mi ha aiutatoa vedere le cose in maniera differente, eche mi ha fatto provare cosa che mai nessun altro è riuscito a farmi provare,in tutta la mia vita







SPAZIO AUTRICE
MENO QUATTRO E LA STORIA FINISCEEE :'((
Ma niente paura, ne pubblicherò subito un'altra.
Magari, il primo capitolo di quest'altra storia che ho quasi finito di scrivere,
potrei pubblicarlo stasera! u.u 

AL PROSSIMO CAPITOLO PICCOLI BABIEES <3

I'm so insane. And I love you - ||Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora