19.

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Passò la prima ora. Quella professoressa di grammatica mi aveva davvero fatto venire il latte alle ginocchia.
Uscii dall'aula, pensieroso su ciò che ebbero detto i miei amici e su quello che avremmo dovuto fare. Ma non riuscii neanche per un istante ad immaginare che avrei dovuto picchiare quell'angelo dagli occhi blu.
Non potevo! Ma dovevo.
Non volevo! Ma ero costretto.
Non era giusto! Ma per loro lo era.
Non lo meritava! Ma non avevo via di scampo.

Posai i libri nell'armadietto e presi quelli necessari per l'ora successiva.
"Harry!" fece Niall, seguito dagli altri miei amici.
"Ehi" dissi, cercando di sembrare felice. Ma con queste cose non sono poi così bravo.
"Che ti prende?"
"Nulla, nulla. Allora? Cosa c'è?"
"Abbiamo pensato a cosa fargli..." continuò lui
"...Cosa?" dissi. 'Non ditelo, per favore...' pensai.
"Dobbiamo prenderlo alla sprovvista: lo afferriamo da dietro" 'basta' "poi lo gettiamo a terra" 'fermo' "poi iniziamo a picchiarlo forte" 'sta' zitto, ti prego' "e per finire, lo lasciamo lì, per terra, e corriamo via" 'se continui a parlare penso che inizierò a piangere' fu questo ciò che pensai mentre il mio amico mi raccontava del piano.

Ma non avrei dovuto piangere. Assolutamente!
"Va bene, per me è okay" dissi, facendo finta di mettere un libro nell'armadietto, giusto per non guardare dritto in faccia il mio amico e fargli capire che non ero affatto d'accordo'.
"Fantastico" disse lui "Allora a dopo!" continuò, e tutti gli altri mi salutarono, mentre io ricambiai con una sventolata di mano, un "Ciao" ed un sorriso poco convincente. Mentre fui ancora all'armadietto, continuavo a rimuginare sulla conversazione, finché non sentii una voce provenire accanto a me: "Harry..." sembrò abbastanza preoccupata. Mi girai, incrociando quello che fu lo sguardo impaurito del piccolo angelo. Spalancai appena gli occhi. In un attimo il mio cuore iniziò a battere velocemente ed iniziai a sudare
"Di chi stavate parlando?" domandò, con tono spaventato
"Cosa? Ehm, di nessuno Louis, di nessuno. Faccende personali" dissi, cercando di essere il più convincente possibile, ponendo un libro dentro l'armadietto e chiudendolo
"C'è qualcosa che devi dirmi?"

"Ma da quando in qua origli le conversazioni degli altri?" domandai
"Io non...non stavo origliando! E' solo che stavo per svoltare il corridoio e...ho sentito uno dei tuoi amici che ti diceva qualcosa sul prendere alla sprovvista qualcuno e..." e senza volere che Louis me lo ricordasse, lo fermai subito
"Sì Louis, so bene quello che mi ha detto, ma non sono cose che ti riguardano. Ora, scusami, ma devo andare..." dissi, allontanandomi velocemente. Avrei tanto voluto nascondermi, ma non fu possibile. Mi sentii di nuovo uno schifo, non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi, dentro quei due bellissimi pallini blu che mi incantavano ogni volta, che mi piacquero dal primo momento in cui li vidi.
E ora? Ora avrei dovuto picchiare quella persona così buona, gentile edolce. Avrei dovuto alzare le mani sulla persona a cui non avrei mai voluto farlo.






SPAZIO AUTRICE
BEENE BENE BENE
Harry sta per fare qualcosa di molto brutto: picchiare
il ragazzo che gli fa provare emozioni tanto forti.
Ma si sente come costretto.
Non potrebbe MAI dire ai suoi amici di essere omosessuale.
Se provasse a farlo, andrebbe a finire male. 
Così pensa lui. 
E quindi? Cosa accadrà?

Spero che questo racconto vi stia piacendo <3

PER FAVORE, SE TROVATE ERRORI DI QUALSIASI TIPO,
FATEMELI NOTARE NEI COMMENTI.

Alla prossima babieees <3

I'm so insane. And I love you - ||Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora