Capitolo 12

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Dopo aver calmato i cavalli, io e Leo li portammo nelle scuderie: finalmente avremmo potuto montarli.
Non vedevo l'ora, era da così tanto che sognavo di montare il cavallo dei miei sogni, e finalmente potevo farlo.
Li portammo dentro e li mettemmo nei box, giusto per andare a prendere i finimenti per la monta inglese.
Andammo i selleria: Leo prese le cose di Andrea e mi aspettò; io presi il mio nuovi beauty, il sottosella azzurro, la sella, la testiera e l'agnellino nero e mi avviai dietro Leo.

Legai Poseidone fuori dal suo box e iniziai a pulirlo, passando prima la striglia e la brusca, poi una spazzola con le setole morbide e gli pulii la criniera.
Leo invece stava preparando il cavallo pezzato: si vedeva che i due si piacevano, lo stalliere era molto delicato con lui, metre il cavallo ricambiava con delle leggere spinte col muso.
Finimmo di pulirli e iniziammo a sellarli: il mio cavallo si comportó benissimo, ed era meraviglioso con quel completo: lo faceva sembrare davvero il Dio del Mare.
Spirit, il cavallo pezzato, non fu altrettanto contento ma non si ribellò granché a Leo.
Mettemmo la testiera a entrambi, ci preparammo e uscimmo dalle scuderie.
Prima di iniziare la lezione però, gli feci una foto.
Arrivammo in campo tutti tutti e due con un sorriso stampato in faccia, tanto che Andrea si mise a ridere quando vide la faccia molto intelligente di Leo, che si divertiva a fare il castoro.

"Forza ragazzi, cominciate a trottare"
Mi preparai mentalmente e stavo quasi per premere per farlo partire, poi mi venne in mente un'idea folle: gli sussurri all'orecchio
"Forza piccolo, trottiamo" e lui partì con un trotto regolare.
Anche quando dovetti cambiare di mano, mi bastò un leggero tocco alla redine e lui girò: cavolo, che cavallo.
Leo se la cavó bene, ma lui non sussurrava niente alle orecchie del suo cavallo.
Dopo un giro di passo, partimmo insieme al galoppo.

Galoppare con Poseidone era una sensazione fantastica: mi sembrava veramente di volare.
Dopo due giri, cambiammo mano al trotto e dopo un giro ripartimmo al galoppo.
Dopo essermi accertata che Leo fosse abbastanza lontano, mollai le redini per un secondo e allargai le braccia: ecco cosa intendo io per libertà.
Il mio cavallo aveva un galoppo veloce e regolare, così che, ignorando lo sguardo stupìdo e leggermente arrabbiato del maestro, chiusi gli occhi e provai a guidare Poseidone con la voce.

"Ehi Bella, dovresti fargli riprendere fiato, ora"
Riaprii gli occhi e rallentai il cavallo fino al passo.
"Tu non hai idea di quanto mi sentivo libera, Andre" dissi mentre facevo lunghi giri al passo, con il maestro che camminava di fianco a me.
"Oh, si che lo so, ma per oggi almeno, facciamo le cose con calma, magari domani proviamo un po di Join Up e Free riding, che ne dici?"
"SIII!!" urlai, e Leo si voltó di scatto spaventato. Fece una carezza al suo cavallo e si avvicinò a noi.
"Bella non mi stordire il cavallo, grazie" disse ironico.
"Scusa" risposi con una linguaccia.
"Leoo, mi hai vista?!" gli chiesi.
"Certo, sarebbe stato difficile non vedere una freccia grigia e blu montata da un ammasso di capelli biondi" disse ridendo.
"Ahahahaha" era il maestro.
"Ahahahahaha ma quanto siamo simpi, eh??" stavo ridendo anche io.

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