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Giugno 1975

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Giugno 1975

La storia sembrava stesse appassionando ogni ascoltatore. Nessuno fiatava o si azzardava a interrompere Daisy, talmente coinvolti erano dal racconto.

«Eri davvero impacciata, mamma», disse Amanda, coprendosi con la mano la bocca per evitare di far vedere a Daisy che stava ridendo.

«Erano altri tempi, Amanda», rispose la madre con tono serio, cercando di non ridere pensando a quanto la figlia avesse ragione. Era stata un disastro al loro primo incontro, ma lei era così: un concentrato di imbarazzo e dolcezza. Farfugliamenti, timori, balbettii e palpitazioni erano parte del suo essere, talmente ben radicati che rimasero anche nonostante lo scorrere degli anni.

Osservò il quadro successivo e una serie di fotogrammi le invasero la mente, facendole battere forte il cuore. Prima di proporre la continuazione del racconto, però, Daisy guardò l'ora e si accorse che era quasi giunto il momento di pranzare.

«Cosa volete mangiare?» chiese, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la cucina. La sua famiglia la seguì e si posizionò sulle sedie del tavolo, mentre osservavano la nonna preparare qualcosa da poter mettere sotto i denti.

«Spaghetti!» esclamò Jason. La pasta era ormai diventata una sua passione e Daisy pensò a come si sarebbe potuto trovare bene, in Italia, dallo zio Jonathan.

Mentre la nonna si mise all'opera, il piccolo le chiese di poter continuare il racconto.

«Non è il caso, tesoro. La storia che si cela dietro il primo appuntamento è davvero molto lunga e complessa. Non vorrei rischiare di dovermi interrompere sul più bello.»

Jason annuì e chinò la testa. Daisy lo vide concentrarsi sulle striature del legno del tavolo, che percorreva con il dito, mentre rimaneva lì, al suo posto, in attesa del cibo come gli altri.

«È andato bene comunque, vero?» domandò incuriosita la piccola Claire, incrociando le gambe sulla sedia, quasi come se stesse tentando di trovare un modo per riuscire a rimanere paziente.

«Diciamo che ce ne sono stati di migliori, tesoro», rivelò Daisy, ripensando a ciò che era accaduto quel giorno e scuotendo la testa al solo pensiero.

«Come si chiama il terzo quadro?» chiese Jason mentre dondolava i piedi sotto al tavolo.

«La prima uscita.» Daisy lo disse senza dover andare a controllare. Purtroppo, non aveva molta fantasia con i titoli quindi le ritornò alla mente all'istante.

Mangiarono la pastasciutta che Daisy aveva preparato, forse troppo in fretta, perché curiosi di sapere come le vicende sarebbero proseguite, soprattutto dopo l'indizio che la nonna aveva dato loro.

Una volta terminato, sparecchiarono e i bambini corsero sul tappeto di fronte al divano distendendosi a pancia in giù con i gomiti poggiati a terra in modo che le mani tenessero la testa sollevata. Daisy e Amanda li seguirono con più calma e si sedettero, sprofondando in quel pezzo di mobilio talmente comodo che se qualcuno si fosse addormentato lì, avrebbe sicuramente fatto sonni tranquilli e profondi.

«Siete pronti?» chiese dopo aver riguardato il quadro che raffigurava un signore che suonava il sassofono, in primo piano, e sull'estremità destra i due, impegnati ad ascoltare e a godersi lo spettacolo.

«Sì!» gridarono i due piccoli, trascinando l'ultima lettera. Daisy non poté far altro che accontentarli e rivivere la sua prima uscita con Jeremiah.

Eternity - Un amore senza fine |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora