Daisy si perse nel ricordo del suo uomo, del suo amore e di quella giornata al Luna Park, la quale non fu un totale fiasco. Se non fosse che non riuscì a dormire per un bel po' di notti ancora terrorizzata dal ricordo.
Seduta su quella sedia, non troppo comoda, si fermò a osservare Amanda, ma quella era intenta a parlare con i bambini. Dopo aver udito qualche scambio di battute comprese che la conversazione non era di suo interesse e cominciò a guardarsi intorno, scrutando la folla.
Se non fosse stato per le persone che la circondavano, tutto le sarebbe parso uguale a qualche anno fa. Provò a chiudere gli occhi, nel vano tentativo di trasportarsi all'epoca e immaginarsi accanto al suo Jeremiah mentre beveva qualcosa e si perdeva in lunghi discorsi sull'arte.
Quella città, quel posto, quegli eventi, il loro continuo ripresentarsi pressoché immutati le consentiva di conservare la memoria. Sapeva che con l'avanzare dell'età poteva esserci il rischio che quelle cominciassero a farsi sempre più sfocate, meno vivide e modificate, ma determinati oggetti, o eventi, la aiutavano.
Era grazie a essi che manteneva vivi i ricordi e aver ritrovato i quadri era per lei una gioia indescrivibile.
Non appena riaprì gli occhi, volse lo sguardo in un punto imprecisato verso l'orizzonte e poi alzò il volto. Le lacrime minacciavano di spuntarle fuori, ma si impose di essere forte, doveva farlo per il suo amato e il sorriso che gli avrebbe portato la mattinata successiva ne sarebbe stato la conferma.
Osservava le persone, senza soffermarsi su qualcuno in particolare, accoglieva i suoni, ma non li comprendeva. Le piacevano in occasioni come quella: il chiasso, il frastuono e le urla. Rendevano viva quella città che per lungo tempo rimaneva a riposo, quasi come se andasse in letargo in assenza di eventi mondani o periodi di festa.
La caratteristica del centro della Contea di Madison era la presenza di un grande parco circolare nel mezzo, dal quale si dipanavano le strade di tutta la città. Era come una sorta di sole, la cui palla rappresentava il parco e le strade i suoi raggi.
Persino il Luna Park gli ruotava attorno e notò come anche in quella occasione un numero abbastanza grande di persone, soprattutto coppie, prediligessero posizionarsi con una coperta sul tappeto d'erba, mentre ammiravano il resto degli abitanti o i turisti camminare e sperimentare le attrazioni. Fu quel pensiero a farle ricadere lo sguardo proprio su due di essi, ignari di essere spiati, dediti a scambiarsi effusioni.
Le risalì un gruppo in gola, ma cercò di mandarlo giù il più presto possibile cercando di evocare un ricordo felice.
«Coraggio, Daisy. Muoviti!» gridò Jeremiah tendendomi la mano. «Afferrala e corri con me.»
«Dove mi stai portando?» domandai. «È così cupo là in mezzo, Jeremiah», aggiunsi non appena mi accorsi che il suo intento era quello di condurmi verso il centro esatto nel parco, nonché il punto nervralgico dell'intera Contea.
Lui mi ignorò, sollevando gli occhi al cielo e afferrandomi la mano mi costrinse a seguirlo. Camminavo a passo svelto, ma non riuscivo a tenergli il passo, talmente veloce era la sua corsa e lunghe le sue gambe.
Mi sforzai, cercando di tenere sotto controllo il respiro, il quale si rivelò alquanto affannoso. Non appena Jeremiah se ne accorse, rallentò, mormorando uno «scusa» pressoché impercettibile.
Quando ormai nessuno sarebbe più stato in grado di vederci, immersi nel mezzo del verde, lui cominciò a camminare. Mi afferrò per il fianco e cingendomi, mi diede un leggero bacio sulla testa.
STAI LEGGENDO
Eternity - Un amore senza fine |COMPLETA|
أدب تاريخي[DA REVISIONARE] «Dietro a ogni colore si nasconde un'emozione.» 1975 Contea di Madison, USA. In un pomeriggio di giugno, Daisy, con la figlia e i nipotini, ritrova un oggetto del suo passato a cui era molto affezionata. I suoi familiari...