Giugno 1975
"Non posso crederci!" esclamò Amanda, coprendosi la bocca con la mano. In quell'attimo a Daisy venne istintivo chiudere gli occhi e deglutire con forza tentando di eliminare quel groppo che sentiva in gola. Si passò il palmo sul volto, quasi come se con quel gesto potesse scacciare via il ricordo, ma al tempo stesso garantirsi quel sollievo di cui necessitava per riuscire a continuare il racconto.
Era stata costretta a fare una pausa, interrompendo la narrazione, perché la tristezza di quegli attimi aveva preso il sopravvento, ricordandole quanta sofferenza racchiudesse il quadro Le crisi. Daisy ripensò al dolore che quel susseguirsi di eventi, che si erano verificati dopo l'episodio della scoperta dei dipinti, le avevano recato. Nonostante fossero trascorsi molti anni, lo strazio persisteva e non era mai stata in grado di concepire come tanta cattiveria fosse stata possibile.
Nella mente le scorsero le immagini di quelle interminabili giornate, passate solamente con i suoi pensieri. Era da anni che non pensava a quegli attimi che l'avevano terribilmente segnata, ma anche in quel frangente, seduta su quel divano, tentò di trovare una scusa per giustificare il padre. La sua testa lavorava e i pensieri ronzavano alla ricerca di qualcosa da dire, ma niente le usciva dalla bocca.
Pensò al fatto che lui le aveva davvero fatto del male, non tanto a livello fisico, quanto emotivo.
Venir privata di ciò che amava, l'aveva resa vuota come quelle quattro mura nelle quali era rimasta imprigionata.
Un brivido la percorse e si strinse forte le spalle, facendo scorrere le mani su e giù. Aveva provato freddo al ricordo di ciò che faceva parte di lei e le era stato brutalmente strappato, portandola a percepire una carenza incolmabile.
"Mamma, mi dispiace tantissimo" aggiunse Amanda, afferrandole la mano e stringendogliela. La proteggeva e la carezzava, dandole quel conforto che una madre non avrebbe mai dovuto necessitare da una figlia, ma di cui, in quell'istante, Daisy aveva tremendamente bisogno.
"Anche a me, veramente tanto". Sospirò e si ricompose, raccogliendo quella forza che gli ostacoli della vita le avevano consentito di maturare.
Per non guardare negli occhi i nipoti, timorosa che potessero vederle ulteriori lacrime sul volto, si dedicò al suo vestito. Lo stirò con cura, evitando così che quella posizione potesse far sì che si formassero delle pieghe.
Né Claire, né Jason commentarono e Daisy desiderava ardentemente poter loro insegnare quanto l'atteggiamento di suo padre fosse stato sbagliato, ma l'educazione che aveva dato ad Amanda la fece giungere alla conclusione che loro lo sapessero già.
Mentre era alla ricerca di un modo per continuare a parlare e interrompere quel silenzio, sentì un pallone rimbalzare ripetutamente sulle travi del portico. Nel giro di brevi istanti, sentirono qualcuno bussare alla porta.
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Eternity - Un amore senza fine |COMPLETA|
Ficción histórica[DA REVISIONARE] «Dietro a ogni colore si nasconde un'emozione.» 1975 Contea di Madison, USA. In un pomeriggio di giugno, Daisy, con la figlia e i nipotini, ritrova un oggetto del suo passato a cui era molto affezionata. I suoi familiari...