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Quando i piccoli tornarono con in mano quella massa di zucchero filato, più grande della loro testa, le due si scambiarono un'occhiata come per mettersi d'accordo sulla strada da prendere. Proseguirono con un passo lento, continuando a guardarsi intorno senza fretta, tutti vicini tra loro.

Jason tentò, invano, di fermarsi a ogni stand, ma Amanda continuò a ripetere che finché non avessero terminato di mangiare non avrebbero fatto niente.

«Jason, non vale ingurgitare tutto. Questa sera non la voglio sicuramente passare accanto a te in bagno», affermò con tono serio, emettendo un istante dopo una risata che non era stata in grado di contenere.

Ogni tanto strappava dei piccoli batuffoli dallo zucchero filato di Claire e li mangiava, pensando che per un giorno avrebbe potuto non seguire la ferrea dieta che si era imposta. Appena trovarono una panchina libera, tutti e quattro vi si sedettero. Da quel punto, immerso nel verde del parco lì presente, si scorgeva in tutta la sua maestosità la ruota panoramica. I bracci disposti a raggiera erano metallici, proprio come le seggiole che si trovavano alle loro estremità; la particolarità era insita nel fatto che una luce rossa riusciva a illuminare quella che giungeva in cima, quasi come se il colore dell'amore richiamasse il fatto che quello era il momento e il posto esatto nel quale i due innamorati, lì seduti, avrebbero potuto scambiarsi un bacio.

Daisy sorrise al ricordo della prima volta in cui Jeremiah la portò lì e intavolò una discussione proprio parlando di quello. «Sapete che da anni qui in città montano le giostre? Anche quando io ero giovane, era usanza fare un giro al Luna Park per inaugurare l'inizio dell'estate e per salutarla quando stava per sopraggiungere l'autunno.»

«Ma la ruota panoramica non è un po' troppo moderna per i tuoi tempi, nonna?» domandò Jason, mentre con la lingua andava a pulire gli ultimi residui di zucchero filato rimasti sul bastoncino di legno.

Daisy rise, anziché sentirsi offesa e rispose: «No, credo che la prima fosse stata costruita addirittura prima dell'inizio del secolo». Fece una pausa e sollevò il dito prima che Jason potesse ribattere: «No, non sono così vecchia».

Tutti e tre, in risposta, scoppiarono in una fragorosa risata.

«Ci sei mai venuta con il nonno?» domandò la piccola Claire, con le manine sotto le cosce, mentre dondolava in avanti e indietro le gambe.

«Moltissime volte e la parte più bella era quando mi portava sulla ruota panoramica» rispose Daisy, sorridendole. Aggiunse poco dopo: «Il primo anno che venimmo qui insieme, come prima giostra andammo proprio lì. Ricordo che c'era una fila interminabile e io non sapevo pazientare; continuavo a insistere sul fatto che saremmo potuti tornare più tardi, o che tanto ci sarebbe sicuramente stata l'anno successivo». Si massaggiò la fronte e cercò di nascondere una risata.

«Dai, Jeremiah» iniziai tirandolo per un braccio. «Andiamo da un'altra parte, la coda è troppo lunga e io devo tornare a casa presto.»

Lui sbuffando, mi afferrò e mi riportò accanto a lui. «Stai ferma» ordinò.

In tutta risposta incrociai le braccia al petto e cominciai a battere il piede, sospirando rumorosamente. Desideravo che comprendesse la mia irritazione, e per infastidirlo ancora di più cominciai a guardarmi in giro e a osservare tutte le altre giostre, o sorridere a quei volti familiari che incrociavo con lo sguardo.

Dopo un'interminabile attesa finalmente toccò a noi, salimmo e ci posizionammo sulle seggiole. Io mi misi nel lato più lontano, con il braccio poggiato sul bordo, mentre reggevo la testa.

Guardavo in lontananza la città, meravigliandomi di come pian piano diventasse sempre più buia. Si spegneva come se il centro della vita fosse dove eravamo noi e tutto il resto stesse dormendo, in attesa del nuovo giorno che tra un po' di ore sarebbe cominciato.

Eternity - Un amore senza fine |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora