Capitolo 6

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Non mi sembra vero di averla tra le mie braccia, di poterla baciare, di toccarla. Mi faccio strada, premendo le mani sui suoi fianchi, e senza accorgermene le accarezzo la schiena, mentre lei geme nella mia bocca. Mi ritraggo istintivamente.

« Oh cazzo! » mi passo una mano tra i capelli.

« Cosa? » chiede Ana confusa, riprendendo fiato.

« Non volevo.. Io.. Mi sono lasciato andare. Scusa. » ammetto. Non volevo.

« Dunque.. È così. » piange « Non posso essere ciò che vuoi, Christian.. Lo abbiamo capito per l'ennesima volta. » si asciuga le lacrime. Mi butto ai suoi piedi e le bacio il viso, asciugandole le lacrime con i miei baci.

« No. Non dirlo, non è così.. » le prendo il mento « Non mi importa. Io voglio te e basta, Ana. » Le dico. È la verità. Quando penso che stia per controbattere, si limita solo ad annuire e mi sorride.

« Dai.. Ti do una mano. » mi dice, sfregandosi le mani.

« No. » mi alzo « Ci penso io, tu stai tranquilla. » dico e comincio a sparecchiare. Lei si sposta con la carrozzella verso il salone, ordinando un po' le cose.

« Quando inizi la fisioterapia? » chiedo, quando ho finito di lavare i piatti.

« Mi hanno detto di cominciare il prima possibile. Josè non poteva aiutarmi, perciò pensavo di chiederlo a mia madre.. »

« Ti ci porto io. » la interrompo. Lei si gira e apre la bocca.

« Christian, non devi disturbarti.. Posso.. »

« No, ti ci porto io. » affermo deciso.

« Okay. Allora domani chiamo il dottore per fissare la prima seduta.. » dice, e si sposta verso il tavolino, dove sta il telefono. « Oh, e devo anche dirlo a mia madre e a Ray. » mormora.

« Non lo sanno? » chiedo mentre mi sistemo le maniche arrotolate della camicia. Cammino verso di lei.

« No, io.. Ehm.. Non lo sa nessuno. » abbassa la testa.

« Glielo dirai quando ti sentirai pronta.. » le dico. Mi metto le mani in tasca. « cosa vuoi fare? » chiedo.

« Vorrei stendermi un po'.. » risponde. Annuisco.

« Posso stendermi con te? » chiedo con un filo di voce. Lei alza i suoi grandi occhi luminosi e apre la bocca, annuisce di seguito. Mi chino su di lei, prendendola saldamente tra le mie braccia, e mi siedo, la posiziono sopra di me sul divano. Le sue gambe stese sulle mie. Poggia la testa sul cuscino e si rilassa visibilmente.

« Mmh. » mormora quando le accarezzo i capelli e chiude gli occhi.

« Sembri così stanca. » noto.

« Non dormo da un po'. » confessa.

« Già. Nemmeno io. »

« Hai ancora quegli incubi? » mi chiede con voce dolce. Annuisco.

« Sono tornati quando sei andata via. » confesso.

« Mi dispiace. » abbassa gli occhi.

« Ti ho anche sognata, ogni notte. » le dico.

« Anche io. » dice e sorrido. Mi ha sognato. Chiude gli nuovo gli occhi.

« Puoi accendere la TV, se ti va.. » mi dice.

« Okay.. » prendo il telecomando accanto a me e accendo la TV. In pochi secondi, si è addormentata sul mio petto, rannicchiata, le gambe ancora distese sulle mie ginocchia. Sento che sto per piangere, nel Vedere quest'angelo che dorme così innocente su di me. Mi allungo e la riprendo saldamente tra le mie braccia, e la porto a letto. La metto a letto delicatamente, alzandole le coperte fino al mento. È Cosi bella. Prima di andarmene osservo il suo profilo perfetto, segnato dal grosso livido sul viso. Sento un fitta di dolore nel guardarlo. È colpa mia. Torno in salone e prendo la carrozzella, mettendogliela vicino al letto. Poi torno in cucina e le preparo sul tavolo ciò che le serve per la colazione di domani. Ritorno in camera da letto, e le do un bacio sulla fronte, prima di uscire di casa. Vorrei tanto restare, ma non so come la prenderebbe mai. Scendendo le scale mi tornano in mente le sue parole di qualche settimana fa. "Perché non resti mai con me."

Ana & Christian • Once in a lifetime.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora