Dopo qualche minuto di respiri profondi busso il campanello.
« Chi è? » chiede Ana dall'interno. Cosa devo fare?! Se rispondo e capisce che sono io.. Oh, al diavolo! Uso le chiavi che mi ha dato Josè e apro la porta, facendo sobbalzare Anastasia. È ancora stesa sul divano, con le gambe distese davanti a se e una coperta, cerca inutilmente di tirarsi su. « Christian! » urla spaventata. I miei occhi sono fissi su questa creatura meravigliosa, e in questo momento così fragile e distrutta.
« Christian, non puoi fare così! » Incosciente delle mie azioni, cado in ginocchio davanti a lei, ai piedi del divano. Lei mi guarda a bocca aperta, cercando di capire. Mi sento come se fossi in un altro mondo.
« Anastasia.. » sussurro, per rendermi conto che è davvero di fronte a me, non ho avuto un attimo per rendermene conto. Lei si circonda con le braccia, come per proteggersi. « Ana.. » Oh, i suoi occhi.. Quanto mi sono mancati, li ho sognati ogni notte.
« Christian.. » inizia e chiude gli occhi.
« Ascoltami, so tutto.. Josè mi ha detto tutto. » la fermo, prima che possa cominciare, non voglio farle rivivere tutto. Apre la bocca e poi la richiude.
« Come stai? » le chiedo con voce dolce.
« Beh.. Visto che già sai tutto. » mi stringe nelle spalle. « Che ci fai qui? » mi chiede guardandomi negli occhi.
« Volevo vederti. » ammetto, senza distogliere lo sguardo dal suo.
« Oh, beh.. Non ti saresti perso questa grande visione.. » scuote la testa.
« E perché volevo parlarti. » concludo.
« Christian, noi abbiamo rotto.. » abbassa di nuovo la testa.
« Proprio per questo.. Ero venuto qui per spiegarti tutto, Ana.. » le prendo le mani « Devi solo ascoltarmi due minuti, per favore. »
« Non ho nulla da ascoltare, Christian.. » mormora.
« Va bene, parlerò solo io, allora.. » rispondo « Ma intanto hai bisogno di mangiare, sei ancora più magra di prima, Ana. » dico con tono acido.
« Christian, davvero.. Non sono affari tuoi. » risponde, e lascia le mie mani. Sospiro.
« Okay.. » mi alzo in piedi « Deduco, quindi, che tu non abbia voglia di uscire, e nemmeno io.. Perciò penso che arrangerò qualcosa qui. » mi tolgo la giacca.
« Christian.. » inizia.
« Quando è stato il tuo ultimo vero pasto? » chiedo. Lei sbuffa, innervosita e incrocia le braccia. Non risponde. « Si, già.. Fai bene a non rispondermi. » mormoro. Noto che Ana fa dei tentativi di sollevarsi sulle braccia, guardandosi intorno.
« Ma dov'è? » sussurra.
« Che c'è? »
« Ehm.. » si gira verso di me « Credo che la sedia a rotelle sia di la, pensavo che Josè l'avesse spostata. » dice.
« Ci penso io. » dico e vado in cerca della sedia e rotelle, che è in camera di Anastasia. Dio, ma quel coglione non ha pensato a come avrebbe potuto fare da sola?! Vederla mi scatena dentro una rabbia infinita, la prenderei quasi a calci.. Non è giusto. La prendo e la porto in salone, vicino ad Ana. « Ecco. »
« Uhm.. » si alza piano con la schiena « Okay. » mormora tentando di tirarsi su con le braccia.
« Aspetta, non sforzarti.. » dico, e mi chino su di lei. Con la massima calma, le metto un braccio sotto la schiena e uno sotto le gambe, lei avvolge un braccio attorno al mio collo, mentre la sposto lentamente sulla sedia. Lei si sistema e abbassa la testa. « Vuoi anche la coperta? » le chiedo e scuote la testa, senza alzare lo sguardo. Oh, Ana. Mi chino e mi inginocchio davanti a lei.
« Ehi.. » le accarezzo una guancia, ma lei non alza lo sguardo. « Che c'è? »
« Io.. Io non.. » comincia a piangere.
« Ana.. Ehi, non piangere. » le asciugo le lacrime. « Ti Prego. » dico non voce roca. Non devo piangere. Non devo piangere davanti a lei.
« Che ci fai qui? » mi chiede di nuovo.
« Te l'ho detto, ho bisogno di parlarti.. Parlarti di noi. » dico. « Ma adesso, mangiamo prima.. Non puoi permetterti di non mangiare, Ana. » mi tiro sù e vado verso la cucina. Apro il frigo e studio ciò che ha, pensando a cosa potrei preparare. Quando mi giro, senza una soluzione in mente, Ana è dietro di me.
« Anche una pizza andrebbe bene.. » si stringe nelle spalle. Adesso, così.. Sembra così piccola e indifesa.
« Bene, si.. » prendo il mio telefono « E dopo dobbiamo parlare. » la avverto.
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Ana & Christian • Once in a lifetime.
Fanfic▸ Questa storia è un'opera di fantasia. Niente di ciò che é scritto qui è dentro fa riferimento a fatti realmente accaduti. La storia inizia dalla fine di 'Cinquanta sfumature di grigio', dalla rottura di Anastasia e Christian, ma cosa succederebb...