Capitolo 27.

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Torno al mio appartamento. Non appena le porte dell'ascensore si aprono mi slaccio la cravatta e la butto sul divano. Credo che Ana sia in camera nostra, così vado da lei. C'è la porta socchiusa, quando la apro, Ana è sul letto, la schiena contro lo schienale e le lunghe gambe distese davanti a lei.. Gli occhi bassi.

« Ehi. » dico, appoggiandomi alla porta con le braccia incrociate.

« Ehi. » mormora, sempre con gli occhi bassi. Alza per un secondo gli occhi e così mi accorgo che sta piangendo. Oh, Ana.. Amore mio.

« Ana..» mi avvicino e mi siedo accanto a lei. Le prendo il viso tra le mani. « Che c'è? » Lei scuote la testa.

« Leila? » cambia discorso, ha la voce strozzata e gli occhi gonfi e rossi.

« È in un ospedale psichiatrico.. » le spiego velocemente « Mi dici perché stai così? La mia immaginazione sta già galoppando e questa cosa non mi piace per niente. Parlami. » la prego.

« Niente. » si stringe nelle a spalle.

« Anastasia, ti prego.. » le prendo il viso tra le mani « Parlami. » la prego di nuovo.

« Non vado bene per te, adesso mi è chiaro più che mai. » continua a piangere. Tutto d'un colpo, ecco che mi cade il mondo addosso.

« No.. » mormoro. No. Oddio, no. Non di nuovo. Ana.. « Non è vero. Non è così.. Quante volte devo spiegatelo? »

« Io ti ho visto. Ti ho visto, Christian. Ho visto com'eri, come dovresti essere.. » Mi alzo, camminando nervosamente per la stanza, tirandomi praticamente i capelli. « È meglio che io mi levi di mezzo, sono solo un peso.. E tu così potrai essere quello che vuoi essere. » continua.

« No. Non farmi questo. No. » mi accorgo solo ora che sto piangendo anche io.

« Christian.. Per favore. È già difficile così com'è.. »

« Non posso perderti. Non di nuovo. » La paura mi assale.

« È la cosa migliore. »

« Non è vero! » sbotto « Lo sai che non è così! Ti ho già spiegato tutto, lo sai che quella merda non conta più niente per me, che conti solo tu! Lo sai! » Urlo.

« Ma io ho visto! Ho visto ciò che condividevate! » piange.

« Perché, Ana? Perché? » La fisso, aspettando una risposta. « Vuoi andare via? » chiedo, con la paura che si impossessa di me.

« È meglio così.. » dice a testa bassa.

« No, cazzo, no! » cado in ginocchio « Cosa ho fatto di male, eh? »

« Christian.. »

« Dimmelo! Cosa ho fatto di male, se non darti tutto me stesso?! » Lei apre la bocca e poi la richiude. Mi siedo sul letto, accanto a lei e le prendo la mano, lentamente, con i suoi occhi che mi fissano, me la metto sul petto, lasciando che mi accarezzi. Allontano le tenebre che riaffiorano in mente, concentrandomi solo su di lei. Muove lentamente le dita tra i miei peli, incerta, scrutandomi con attenzione.

« Ancora. » sussurro, lei si alza di schiena e mi apre la camicia, rivelando il torace, si china su di me e mi bacia le cicatrici, butto la testa all'indietro, godendomi il calore del suo tocco. Sento le sue lacrime sul mio petto.

« Tutto me stesso. » ripeto. Le accarezzo la testa, incoraggiandola a baciarmi ancora.

« Oh, Christian.. » sussurra e preme le labbra sulle mie, prendendomi il viso tra le mani.

« Non lasciarmi, Ana.. » Mormoro. « Non andartene. Io ti amo, più della mia vita. Ti prego. »

« Io non voglio... Ma non può funzionare. »

« Sta già funzionando! Questi mesi con te sono stati i più belli della mia vita, nonostante il dramma. » dico e lei accenna un sorriso. « Ascoltami bene. » le prendo il viso tra le mani « Per tutta la mia vita, non ho mai sentito il bisogno di legarmi a qualcuno per tutta la vita, non ci pensavo nemmeno.. Non pensavo che sarebbe stato possibile amare qualcuno, desiderare qualcuno così. Non pensavo che avrei mai tornato un singolo individuo che potesse cambiarmi la vita, insegnarmi ad amare.. Ana, tu mi hai cambiato la vita. » faccio una pausa.

« Oh, Christian.. » Mi bacia.

« Non andare via. » la prego. Lei sospira. « Posso renderti felice. »

« Tu mi rendi davvero felice. »

« Allora perché vuoi andare via? »

« Perché.. » sospira « Certe volte penso che sarebbe meglio che ti lasciassi perdere, così che tu possa essere te stesso. Ma poi penso.. Penso a come siamo stati male quando ci siamo lasciati.. A come sto quando tu non ci sei, e non potrei sopportare di sentirmi così ancora. » confessa.

« Nemmeno io potrei sopportarlo, Ana. »

« Oh, scusami.. » sospira buttandomi le braccia al collo. « Scusami. Sono una cretina. Io davvero non ti merito. » sorrido contro la sua spalla.

« No, sono io che non ti merito.. » mormoro.

« Sei arrabbiato con me? » mi chiede dopo qualche secondo.

« Mmh. » le sposto i capelli dal viso. « Ne parliamo domani. Adesso andiamo a dormire. »

Ana & Christian • Once in a lifetime.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora