Capitolo 28.

2.9K 109 11
                                    

« Ehi.. » do un bacio sulla fronte ad Anastasia, quando torno dal lavoro. « Tutto bene? » la scruto.

« Ehi. » mi bacia. « Si, tutto bene. » risponde, rimettendo gli occhi sul computer. Vado in cucina a prendere il vino e ne porto due bicchieri sul tavolo, dove sta guardando le mail.

« Che fai, Miss Steele? » le chiedo sedendomi.

« Mi hanno chiamata per un colloquio. » dice.

« Ah. » butto giù un sorso di vino. Lei si acciglia.

« Ah? Che vuol dire? » mi chiede contrariata.

« Niente.. Solo che non sapevo che volessi già lavorare. » dico.

« Ho già fatto il colloquio, ricordi? Prima che ci lasciassimo.. Mi avevano assunta, ma poi dopo l'incidente ho dovuto lasciare, e adesso vogliono incontrarmi di nuovo. » mi spiega, indicando lo schermo del PC.

« Non pensi che sarebbe meglio aspettare ancora un po'? » le chiedo.

« No, mi sento pronta. » ribatte.

« Preferirei che tu aspettassi ancora un po', Ana.. Non sei ancora.. Stabile! » le dico.

« Christian.. » sospira « Ero contentissima di questa possibilità, che poi mi è stata portata via.. Voglio davvero lavorare lì. » mi prende le mani.

« Mi dispiace, no.. » dico. Non è davvero in grado di farlo, non ancora. « Penso che dovresti aspettare ancora, magari dovresti aspettare di tornare a camminare completamente. » suggerisco.

« Christian.. Per favore, cerca di.. »

« No, Ana.. Non si discute. » dico con voce dura. Mi alzo e vado verso la camera da letto.

« Sei ancora arrabbiato? » mi chiede alle spalle, dopo qualche minuto, mentre mi togli giacca e cravatta.

« Per ieri? Si. » rispondo secco.

« Possiamo parlarne? » chiede esasperata, sedendosi sul letto.

« Lasciamo perdere.. Non mi va di litigare. » dico.

« Non dobbiamo litigare per forza. » dice. Quando mi giro verso di lei, vengo colpito dai suoi occhi, pieni di desiderio.. È bellissima.

« Merda. » prima che possa accorgermene mi lancio su di lei e la bacio, infilandole la lingua in bocca, la mia erezione che preme sulla sua pancia, le mie mani che vagano sul suo corpo e le sue che mi tirano i capelli. Gemo contro di lei, che mi sfila la camicia.

« Christian.. » mormora quando le succhio il collo. « Dovevamo parlare.. »

« Dopo. » le stringo i seni, torturando i capezzoli. « Abbiamo tempo per parlare, piccola.. Per adesso voglio solo stare con te. »

Ana & Christian • Once in a lifetime.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora