"Just gonna stand there and watch me burn, but that's alright because I love the way it hurts.
Just gonna stand there and hear me cry, but that's alright because I love the way you lie." -Eminem. Ft Rihanna/I love the way you lieALEX:
-"Genn, pronto? Sono le 05.00 del mattino, tutti okay??"
-"Io sí, ma sono in ospedale con Marco ed Elide..."
Il cuore comincia a battermi.
-"Che succede?! Elide sta bene?!"
Cerco di mantenere la voce calma.
-"Si sí, stanno bene, la madre ha avuto un altro infarto, però..."
-"Sto arrivando"
Mi preparo di corsa, in macchina vado cosí veloce che rischio di fare in incidente, Elide... Cazzo.. Elide. E Marco, che di certo ha sofferto tanto, basta.GENNARO:
Elide appoggia la testa sulla spalla, io le accarezzo la mano.
Un'infermiera esce dalla sala operatoria, subito io e i ragazzi accanto a me ci alziamo di scatto e quella dice solamente "Ci vorrá un po'." Per poi rientrare dentro. Elide scoppia in lacrime, e io la stringo tra le mie braccia. "Elo, piccola, andrà tutto bene, te lo prometto." Le sussurro. Anche se non ne ero cosí sicuro... Lei alza gli occhioni, rossi e gonfi di pianto. E dice:"Genn, ti amo." Poi abbassa lo sguardo. "Anche io Elide... Anche io." Tremava, le metto addosso la mia giacca a modi coperta. Marco fissa il vuoto. Ci guarda. Vedendoci cosí sorride.
Stiamo tutti in silenzio, e l'attesa è snervante. Passano minuti come secoli. Ad in certo punto il mio sguardo è catturato da Alex, che ci viene in contro correndo, io faccio di tutto per non svegliare Elide che si era addormentata su di me, e mi alzo, raggiungendo il mio amico, Marco fa lo stesso. "Alex, che ci fai qui?" Chiede lui con tono nervoso. "È a questo che servono gli amici, mi ha chiamato Genn." Il nostro amico ci guarda, è distrutto, e un "Grazie" lascia la sua bocca con voce rassegnata. Aveva le occhiaia, e la barba sfatta però rimaneva lo stesso un bel ragazzo, Marco non somigliava a sua sorella, ma si capiva benissimo erano fratelli.
Lui era alto, magro, con carnagione molto chiara, con occhi verdissimi e capelli castano chiaro che incorniciavano il viso dal naso lentigginoso.
E lei era... Beh, lei.
"Vorrei prendermi un caffè." Dice Marco. "Ti accompagno..." Risponde Alex istantaneamente. "Genn, stai qui con Elide o la sveglio e vieni?" Parole di un fratello premuroso, penso io. "No no resto con lei."
I miei amici vanno, e io comincio a guardarmi in torno.
"È la tua ragazza?" Mi chiede un vecchio infermiere, con tono stranito, riferendosi ad Elide, che dormiva ancora come una bimba.
"Ehm... Si offende se le rispondo che: 1)Non lo so nemmeno io
2) Non vedo quale sia il problema, anche se fosse." Cerco di mantenere il mio tono meno acido possibile, ma non credo di esserci riuscito.
Lo sconosciuto si mortifica, e prova rimediare:" Nessun problema, bellissima coppia." E a quel punto non riesco a trattenere una risata sarcastica.
Dope un poco, una signora in camice viene da noi, e mi chiede si svegliare la ragazza che stava per fortuna beatamente dormendo tranquilla, io obbedisco e sveglio Elide con un bacio sulla fronte, "Piccola c'è una signore ti deve parlare." Le dico piano, mentre le apre gli occhi a fatica. "Tesoro, sei tu la figlia della paziente Anna Landini, no?" La mia amica risponde prontamente:" Sisi certo sono, io." "Tua madre fumava spesso quando era a casa? Qui in clinica non le diamo il permesso di farlo... Ma lei è una fumatrice, rispondi sinceramente, te ne prego"
Vedo Elo sprofondare, sprofondare in ricordi pesanti suppongo. Chiude gli occhi, e massaggiandosi le palpebre dice alla signora ciò che si aspettava si sentire... "Un sacco sí." Sospira. "Fumava un sacco, perchè?" "Vedi, piccola, il fumo potrebbe averle ostruito le vie aeree, e la scarsa ossigenazione le ha bloccato il cuore. Sappiamo che comunque tua madre è un soggetto fragile di cuore, ma le sigarette hanno aggravato le cose, e hanno comunque buona parte del merito." Elide la guardava attentamente, poi ha richiuso gli occhi, in un espressione sofferente e amara. "La stiamo salvando però tesoro, la stiamo salvando. Tra poco uscirà e la porteremo in terapia intensiva, dove tu e tuo fratello potrete stare con lei. Va bene?" Elide sputa un "Okay." e basta. La bacio dolcemente sulle labbra.Cazzo, voglio fumarmi una sigaretta. Non fumo da ieri. Però mi sembra malissimo. Tornano Marco e Alessio, con una ragazza biondissima che parla con Alex, mi racconterà dopo, colgo l'occasione per alzarmi e andare fuori fumare. "Elo, torno subito, vado in bagno." Lei annuisce, però purtroppo o per fortuna non è stupida. Esco, e l'aria fredda si impossessa subito del mio corpo. Prendo il pacco di Camel, e ne accendo una. Faccio il primo tiro, subito il fumo entra in circolo nel mio organismo, mi blocco per un secondo, rabbrividisco, ma dopo provo sollievo. Sto in silenzio e guardo il vuoto attorno all'ospedale.
"Come pensavo stai fumando." La voce di Elide è fredda come il ghiaccio, come spesso le sue mani. Io salto in aria. "Elide, sí, sto fumando, lasciami fumare, okay?" "No, non ti lascia fumare, okay?! Non voglio, non voglio, non voglio." "Ma dai non fare la bimba" Rido "Non è niente è solo fumo."ELIDE:
Sento il vuoto. Di nuovo. "Non è niente è solo fumo." Gli faccio il verso. "Non è niente è solo fumo?!" Ripeto io urlando. "Pff, ma per favore, non puoi controllare ciò che faccio e se fumo, o no, capito?" Ogni singola di quelle parole stringe il nodo che si stava formando nella mia gola. "Cazzo, Gennaro, hai visto cosa questa fottutissima dipendenza ha fatto a mia madre?!" Continuo ad urlare, sono arrabbiatissima e la rabbia mi fa male, mi butta giù, giù più di quanto già non fossi. "Ho visto Elide, ho visto!!!" Risponde, urlando anche lui. In quel momento lo amavo sopra ogni cosa, un'amore cosí intenso da uccidermi. "E se hai visto sei un egoista caro Genn, un egoista!" Credo di vedere, i suoi occhi lucidarsi, ma distolgo lo sguardo. "Se sono un egoista me ne vado! Non ci sto con te in questo momento difficile! Non ti carezzo la testa e non ti bacio se sei triste! Ma cresci Elide, cresci." Non urlava più come prima, e la sua voce era tremante. Tutto mi bruciava dentro. E mi stava bruciando viva. "Va bene allora vattene, se lo vuoi." Trattengo le lacrime e abbasso la testa. Lui mi guarda con gli occhi tristi, forse pentiti, e non vuoti come al solito. "Va bene, me ne vado, allora."
GENNARO:
Lascio tanti mille pezzettini di Elide alle mie spalle. La amo cosí tanto che mi sono fatto male, che le ho fatto male. Vorrei correre indietro a dirle quanto la amo, vorrei dirle che siamo due pezzi di carta bruciati sui quali, da uniti, si puo' ancora scrivere la storia di una vita, una canzone, o delle poesie d'amore. Però non lo faccio.
Buon lunedí people, scusate per il capitolo noioso ma movimentato, ci faremo perdonare col prossimo, promesso, voi scrivete e commentate, fateci sapere... Baci⭐️
Notte notte (:
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"Our empty hours" • Urban Strangers
Fanfiction-"Perchè sorridi?" -"Non sorrido." -"Allora fallo, dovresti, dovremmo." -OUR EMPTY HOURS...