19. Home, let me come home

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You're the one I wanna talk about, talk about
Had a few but you knock 'em out, knock 'em out
Might just let you meet my mama now, mama now
Might just let you lock it, lock it down
'Cause I've been loving how you are with me, are with me
Ain't no fussing, ain't no arguin', arguin'
Every plane needs a pilot, pilot
Tell me baby who you're flying with?/ Lovin' So Hard- Becky G

ELIDE

È da più di 20 minuti che io e Gennaro stiamo aspettando Clara e Alessio. Stringo più forte la mano del ragazzo accanto a me, che come sempre ha un'espressione persa nel vuoto più totale. Vorrei riuscire a capire a cosa pensa. Sto per parlare e lamentarmi dell'infinita attesa quando vedo Clara e Alessio per mano che attraversano il corridoio sorridenti.
Strattono  Gennaro che salta in aria "-Genn, andiamo-" mi alzo insieme a lui e ci avviciniamo ai due ragazzi. Stranamente Gennaro parla per primo:"-Allora?-"
"-Sono incinta-" ci annuncia Clara sorridente come non mai.
Oddio, allora è vero. Sta succedendo davvero. Vedendola così sorridente non posso fare altro che imitarla. :-"Ragazzi, è stupendo. Sono così felice per voi-" li abbraccio, aspettando il commento di Gennaro, che però è impallidito e tremante :-"W-Wow, sono contento-" Dice il mio ragazzo con le labbra quasi serrate e balbettando.
Noto che anche Alessio e Clara sono un po' straniti dalla reazione di Genn. Ho bisogno di parlargli assolutamente.
-"Ragazzi, credo che siamo tutto uno più stanco dell'altro. È meglio andare a casa. Ancora auguri, ci sentiamo sicuramente domani-"
I due ragazzi mi salutano e salutano Genn, che a malapena ricambia, e se ne vanno.
Scuoto il ragazzo accanto a me:-"Genn, che hai?"
-"Non ho nulla, sono solo un po' stravolto"
-"Andiamo a casa, meglio parlarne lì"-

Saliamo in macchina e nessuno dei due proferisce parole per tutto il tragitto. Arrivati vicino casa non riusciamo a trovare parcheggio e Genn impreca silenziosamente.
"-Ti calmi, amore?" Gli dico cercando di rimanere calma anche io. Lui mi guarda negli occhi e non dice nulla. "-Genn, lì." Gli indico un posto e lui accosta fermando l'auto. Aprendo lo sportello muoio di freddo ma non lo do a vedere. La stanchezza mi assale, voglio solo andare a casa, e magari che il mio fidanzato si rassereni. Cammino velocemente con le braccia conserte e la pelle d'oca. "-Elide mi aspetti?" Dice Gennaro con freddezza. A quel punto non so che mi succede e  scoppio. "-Se magari ti muovi." Prendo un respiro. "-Che hai? Sei depresso per qualche oscuro motivo? Beh, mi dispiace, sappilo, ma non te la puoi prendere con me, non ti ho fatto nulla." Mi fermo per riprendere fiato, e lui non mi guarda nemmeno negli occhi è spiazzato. Passano i secondi. "-Non te ne frega un cazzo, ah?" Non ho idea di cosa si stia parlando. "-Non me me frega di cosa?!" Urlo. -"Sei come tutti, Elide." Risponde in modo distaccato, e io sono sempre più spaesata e ferita. "- 'Gennaro è depresso' 'Gennaro è sempre il solito.' 'Genn ama la vita, vivi e lascia vivere, cazzo' " Io continuo a non capire. Ma mi accorgo che non parla di ora, parla del passato. Qualcuno l'aveva fatto stare male, qualcuno l'aveva fatto stare sempre più male e lo aveva reso vulnerabile e apatico. Ma merda si era ripreso,  ora stava bene, i suoi amici gli volevano bene, e io, fanculo, io lo amavo da star male. "-Apri gli occhi Gennaro! Non c'è niente di schifoso nella tua vita, hai degli amici che stravedono per te, una famiglia che ti appoggia in tutto quello che fai, e poi hai me." La mia voce si è fatta sofferente, e mi rendo conto di avere detto tutto tranne quello che dovevo dire, tranne quello che lui doveva sentirsi dire. "-Non si può sempre stare bene. Anche se tutto apparentemente va bene!" La strada era deserta. "Che succede? Che è successo? Se non mi parli non ti posso aiutare, lo vuoi capire?!" Lui mi guarda scuotendo la testa. "-Elide..." Non so di preciso cosa succeda, è come se non riuscisse più a reggere il mio sguardo su di lui. "-Mi dispiace." Dice con le labbra bianche unite. Si gira, e torna in macchina, accende la macchina e va via, lasciandomi in tredici.

ALESSIO

Io e Clara siamo in macchina di fronte casa mia.
Clara mi guarda:"-Ale, sei sicuro di volerlo fare? Forse è troppo presto, se non te la senti ci veniamo un'altra volta, non c'è problema.."
"-No Clara, voglio farlo ora. È il momento perfetto. E come andrà andrà.-"
Sono convinto, voglio dire tutto ai miei genitori, a mio padre. Non lo sento da quando sono andato via di casa. Ho chiamato mia madre, l'ho anche vista e le ho presentato Clara, ma lui no, non l'ho più sentito.
Non so come la prenderanno, sicuramente mio padre mi caccerà definitivamente e mi odierà per tutta la vita. Ma in questo momento non mi importa, mi importa  solo di Clara e di mio figlio.
Prendo la mano a Clara, arriviamo sotto al porticato di casa, prendo un bel respiro e busso.
Ecco mia mamma. È stanca. Si nota subito.
Mi abbraccia fortissimo, quasi si mette a piangere.
"- Oh Alessio, sei a casa-"
La stringo forte al mio petto, inalando quell'odore di casa che mi era tanto mancato.
Saluta Clara, molto emozionata e ansiosa allo stesso tempo, e ci fa entrare.
Trovo mio padre seduto sul divano, che guarda la TV. Tossisco e lui alza lo sguardo verso di me. È sorpresa, molto. Non capisco se sia felice di vedermi o meno. Decido di parlare prima io:"-Ciao papà-"
"-Ciao Alessio, siediti-"
Io e Clara prendiamo posto sul divano.
"-Chi è questa ragazza?"
Chiede mio padre con il suo solito modo scortese.
"-È Clara, la mia ragazza"
Vedo mio padre sconvolto, probabilmente era ancora sicuro che io fossi gay.
"-Ah, piacere di conoscerti" accenna un sorriso e le stringe la mano.
"-Alessio, ascolta. Sono un po' confuso in questo momento. Io ti avevo visto con quel ragazzo, e poi non ti ho più sentito per settimane e ora scopro che sei fidanzato, con una ragazza-"
"-Si papà, sono etero. Non mi hai lasciato il tempo di spiegare, come sempre. Quello che hai visto era solo un piccolo..incidente di percorso diciamo. Ma io non sono gay, non lo sono mai stato. Clara è la ragazza di cui mi sono innamorato, colei con cui passerò il resto dei miei giorni e..-" Clara mi stringe la mano, prendo un respiro profondissimo e butto giù "- e madre del nostro futuro figlio che ha nella pancia-"
Cala il silenzio. Mia madre sta per piangere, mio padre è sconvolto.
"-Che cosa vuol dire? Quando è successo?"
"-Papà lo abbiamo scoperto oggi. E non ho aspettato per dirvelo. Diventerò padre. So che sono giovane, so che cambieranno molte cose. Ma mi prenderò le mie responsabilità. Non sono venuto qui per chiedervi aiuti di nessun genere. Volevo solo informarvi-"
Mia madre si avvicina e mi abbraccia piangendo di gioia e sussurrando qualcosa sul suo futuro nipotino.
Mio padre mi fissa, e dopo un po' dice :" Alessio, onestamente non pensavo che tutto questo sarebbe mai successo. Ma so che sarai un ottimo padre. Non conosco questa ragazza ma mi fido di te e sono fiero di mio figlio-"
Non riesco a realizzare quello che ha appena detto. Mi avvicino a lui e lo abbraccio, azzerando tutte le distanze e promettendomi di recuperare il tempo perso.

MARCO:

Roteo gli occhi e faccio cenno ad Antonio di sedersi accanto a me sul divano. Lui ride e non se lo fa ripetere due volte.

"-Ti amo." Sussurro.
"-Anche io, Marco."

La sua mano scivola veloce e prende la mia, attorcigliando le nostre dita.

"-Anto..."
Dopo qualche secondo i suoi occhi si fissano nei miei, e mi schiarisco la gola... "-I tuoi... beh... i tuoi sanno che sei.." "-Omosessuale?" Mi interrompe lui. "-Ecco, sí." Rispondo imbarazzato. I suo sguardo vaga per la stanza. "-Mio padre lavora in Svizzera da quando sono piccolo e non lo vedo spesso... Mia mamma sì, mi fido di lei, e quando glielo ho detto ero sicuro al cento per cento che non sarebbe cambiato nulla... I tuoi gen..Tua mamma?" Io abbozzo un sorriso. "-Mia mamma hai i suoi casini e le sue preoccupazioni ... Volevo dirglielo però non so come... Elide lo sa, e non mi sono pentito di averglielo detto, ho seriamente capito a che servono realmente i fratelli." Mi perdo nei miei pensieri. -"Tutto bene?" Chiede il mio ragazzo. E io sforzo un'espressione allegra:"-Benissimo." Gli stampo un bacio sulle labbra. Lui me ne dà un altro, e continuiamo così finché non ci ritroviamo ad approfondire un unico bacio appassionato, lui mi toglie la maglietta, e io comincio  a sbottonargli la camicia. Lui mi passa una mano tra i capelli, scombinandomeli, e dei sorrisi scavano il nostro volto tra un bacio e un altro. La porta di casa sbatte. Abbiamo corso troppo.

Salve a tutti gentaglia, scusate per l'orario, e scusate se l'aggiornamento è stato l'esatto contrario delle premesse dello scorso capitolo, ci dispiace davvero, il problema sono anche i professori che mettono compiti a fine maggio per far calare in modo drastico la media gelosamente conservata per tutto l'anno... COOmunque, notte a tutti e grazie⭐️

"Our empty hours" • Urban Strangers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora